Artisti lombardi nel mondo: Marcelo Bentivoglio — Lombardi nel Mondo

Artisti lombardi nel mondo: Marcelo Bentivoglio

Il bisnonno Marcello nasce a Toscolano nel 1873, il nonno, Bruno, nasce a Milano nel 1903. Pagine di famiglia, ricordi tramandati con amore, memoria viva, frizzante e piena di italianità. Marcelo Bentivoglio, docente, attore e regista ama l’Italia e i valori della famiglia, delle tradizioni. La Storia siamo noi

Origini della Famiglia Bentivoglio

Mar del Plata,

Argentina

 

 

 

 

Mio nonno si chiamava Bruno Bentivoglio, figlio di Emilia Percivaldi e Marcello Bentivoglio. Il nonno Bruno nacque il 12/04/1903 a Milano, Regione Lombardia.

 

Arrivò in Argentina all’età di 10 anni. Viaggiò insieme ai genitori, il nome della nave – Andrea Cesare o Giulio Cesare – (non si può ancora precisare in quale delle due).

 

Bruno aveva un fratello maggiore di nome Arnaldo. Viaggiava con frequenza, poichè aveva beni immobiliari ed altro in Italia. In Argentina ebbe quettro figli: Luis, Pedro, María del Cármen e Ada.

 

Bruno volle morire in Italia, morì a Maderno, provincia di Brescia il 28 /1/1976.

Suo padre, Marcello nacque a Toscolano il 26  Aprile del 1873.

 

Di professione era artista plastico e decoratore di gallerie con opere esposte di sua autoria.

 

A seguito di una cura medica, siamo nel post-guerra, gli fu applicata una iniezione in cattivo stato di conservazione che arrivava dall’ Europa in nave, ed è proprio quella iniezione che gli provoca l’infezione e la successiva morte. Muore il 9 /9 / 1945 a Maderno.

 

Pedro Bentivoglio, mio padre, per rendere omaggio a suo nonno, molto amato da lui e da tutti, decide che il suo primo figlio maschio, cioè io, porti lo stesso nome.

 

Marcelo Bentivoglio

 

D- Parlaci di te…

R – Mi chiamo Marcelo Bentivoglio, sono nato il 30 agosto 1971 a Moròn, provincia di Buenos Aires. Di professione docente, attore e regista teatrale. Lavoro come docente ricercatore c/o la Universidad Nacional di Mar del Plata e nella Escuela Municipal di Arte Drammatica “Angelina Pagano” della stessa città. Imparto lezioni nella materia “Pratica Docente IV” del Corso di Professorato di Teatro e detto anche un’altra materia che si chiama  “Recitazione II” del corso Tecnicatura in Recitazione della E.M.A.D di Mar del Plata. C/o la Fondazione PAANET, ( bambini con cancro) como direttore artistico del Gruppo Clowns dell’ Ospedale. Ed anche con la Associazione Sordi ed Ipoacustici di Mar del Plata (A.M.S.H.I) nella produzione e regia di spettacoli interpretati da attori sordi, apettacoli atti per il pubblico in generale.

    

D- Quale era il ricordo dell’ Italia?

R – La mia familia è andata in Italia quando è morto il nonno. Io ero piccolo. Non sono mai stato in Italia.

 

D- Ci sono tradizioni italiane che si continuano a seguire?

R- Della gastronomia mi è rimasta la tradizione della polenta al forno con il sugo e il formaggio. Poi il risotto. Per non parlare del Vitello Tonnato o Vitel Tonet che mi fa impazzire. Dei dolci il panettone di Natale ed il tiramisù.

Al nonno piaceva molto, racconta la famiglia, la Polenta Taragna, il riso, le rane e le lumache.

 

D- E le canzoni?

R- Durante l’ infanzia ricordo che ascoltavo Marietto D’agostino con Finiculì Finiculà o Papaveri e Papere, delle canzoni melodiche Nicola Di Bari, Fred Bongusto, Luigi Tenco e Iva Zanicchi e dei classici che ascoltava papà Verdi, Puccini e Rossini, classici che mi piacciono molto e a volte vado con mio padre ann’Opera.

     

D- Secondo te, quali sono i punti in comune tra l’ Italia e l’ Argentina e quali invece le differenze?

R -Culturalmente siamo molto simili, abbiamo portato in Argentina molta cultura italiana, aspetto che si ripete da generazioni. Mi piace che si trasmetta la tradizione, voglio dire abitudini che vanno dalla gastronomia all’unione familiare e l’importanza che tutto questo ha per noi come discendenti di italiani. In altre culture, questi aspetti, sono distaccati e con meno affetto al gruppo familiare. Per noi invece le riunioni familiari, il buon mangiare, il buon bere, la musica allegra, vivace è un culto!

Non saprei dirti le differenze, non sono mai stato in Italia purtroppo, mi mancano informazioni che possano marcare gli aspetti o le differenze, fino ad ora non le ho vissute.

 

D- Qual`è il tuo rapporto con la Regione Lombardia?

R – Principalmente il desiderio e l’ emozione che mi produce anche il solo pensare che prima o poi andrò in Italia, che conoscerò Milano, Brescia, le zone dove sono nati il mio nonno Bruno ed il mio bisnonno Marcello (mio padre mi ha chiamato Marcello in suo onore).

Credo che la parte artistica mi arriva da loro, il mio bisnonno era un artista plastico e decoratore, dipingeva le cupole delle chiese, gallerie ed edifici antichi, amava dipingere quadri.

 

D- La cultura e lingua italiana?

R – Mi identifico con i valori positivi italiani associati al  vero e sano affetto per la famiglia. L’importanza di avere una casa, di allevare i figli e di coltivare l’amicizia derivano anche dalla cultura di mio padre. Con la lingua italiana poco, perché a casa papà non parlava italiano. Ma con la cultura, profondamente, da ragazzo guardavo i film (Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Sofia Loren, Nino Manfredi, Carla Gravina, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Ombretta Colli, c’è anche un attore che si chiama Bentivoglio, che ricordo nel film “La Terrazza” di Ettore Scola. Di nome, Galeazzo. Ho avuto modo di scrivere al figlio (Luca) e mi ha detto che suo padre Galeazzo aveva dovuto accorciarsi il cognome, perché il padre non gli dava il permesso di fare l’attore. Fu più forte la sua condizione. E lui è stato un attore ed ha vissuto della sua professione.

 

D- Storie, racconti o aneddoti che vorresti condividere col nostro Portale?

R – Il primo che viene in mente è quando sono nato, il nonno mi dedicò una lettera che avrei voluto condividere ma che non riesco ancora a trovare. Diceva quanto era  felice perché ero il suo primo nipote. Viveva sei mesi qui e sei mesi in Italia. Quando è arrivato in Argentina, ha voluto conoscermi e mi teneva in braccio. Non ricordo l’episodio era molto piccolo.

 

Un altro bel ricordo è stato quando lo zio Luigi (fratello di mio padre) mi ha portato un regalo comprato a Milano, un set di trenini con la locomotiva, i convogli e le piste. Tutti modelli autentici su scala, molto belli e molto ben fatti. E funzionavano! Un altro regalo per il mio compleanno è stato un modello da collezzione della Ferrari (ricordo quanto pesava quel giocattolo) con un disco di plastica alla base per sostenere l’auto e collocarla dove si voleva. Ricordo inoltre che il volante e le ruote anteriori giravano. Incredibile macchina!

 

Mio cugina Sandra (più grande di me), è stata in Italia per visitare al nonno e quando è tornata ha portato foto, cartoline e souvenir da lì. Le ricordo molto bene, molte cartoline le ho ancora.

 

Il nonno Bruno aveva come hobby collezzionare francobolli in volumi. Io ne conservo uno della sua collezzione. Interessante.

 

Un altro ricordo, molto caro, erano i festeggiamenti che i miei genitori organizzavano , per esempio, per il compleanno di un membro della famiglia. I miei genitori avevano allora una casa grande a Paso del Rey (Ovest del Gran Buenos Aires) e venivano parenti e molti amici, le estati trascorse con tutta la famiglia godendo della piscina, la frutta fresca (mio padre scavava un buco nella terra e vi introduceva una varietà incredibile di frutti. Poi metteva un tubo con acqua fredda lasciata scorrere fino dopo il pranzo, frutta che era il dessert.

 

Un altro bel ricordo è stato quando ha comprato la sua prima macchina nuova, una Fiat 1500 (super!) grigia. Della Fiat ha avuto anche una 600 color celeste, una 133 arancione, una 128 anche questa celeste. Con la 133 non ebbe molte affinità. La 1500 è stata quella che gli piaceva di più … si, si! Tanto gli piaceva che tempo dopo ne comprò un’altra, quest’ultima con le marce sotto. (La prima aveva le marce nel volante). Quest’ultima, ricordo, era verde.

 

Questi eventi  ebbero luogo tra il 1974/75. Inoltre mi viene in mente quando per alcun motivo, che in questo momento non ricordo bene, feci saltare un po’di vernice della vettura, e nella mia innocenza (mi ricordo bene dell’impresa) dipinsi quel pezzetto che mancava con un pennarello verde della scuola, per correggere ciò che avevo fatto. Impossibile non rendersi conto di quello che avevo fatto. Come finì la storia? Mio padre non brontolò per fortuna. Ben fatto papà!

 

Mi ha fatto molto piacere questa intervista, mi ha portato tanta gioia ricordare certi passaggi della mia infanzia … Poter esercitare i ricordi,  meravigliosi e vivi per fortuna.

 

Mi rendo conto che siamo persone, uniche ed irripetibili, che siamo presente e storia, siamo cultura, siamo l’informazione viva, dinamica, in costante dialettica … con la cultura si riesce a vivere la vita dei nostri antenati che hanno scritto la storia ed il loro momento. Adesso noi, ne scriviamo una nuova, la nostra. Grazie per questa opportunità!

 

Patrizia Marcheselli

Portale dei Lombardi nel Mondo

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