Mercati mondiali: il Brasile diventa la 6ª potenza economica mondiale.
Un dato che è stato confermato da istituti di ricerca indipendenti. L’economia dei verdeoro ha ora un valore pari a 2 trilioni e mezzo di dollari Usa (per l’esattezza 2,52 trilioni di dollari Usa) contro i 2,48 trilioni di dollari Usa di quella britannica.
Secondo le cifre del Fondo Monetario Internazionale, 2 anni fa il Regno Unito era ancora in testa, con un’economia da 2,25 trilioni di dollari Usa, rispetto a quella brasiliana che era a quota 2,09 trilioni di dollari Usa.
Ma da quel momento lo stato sudamericano ha continuato a godere di un vero e proprio boom economico, sostenuto dagli alti prezzi di materie prime e petrolio, ed il suo prodotto interno lordo ha continuato a crescere ad alti livelli, mentre la Gran Bretagna è rimasta nel guado tra stagnazione e recessione come la maggior parte dell’Occidente.
Nel 2011 il pil del Brasile è aumentato del 2,7 per cento, mentre quello del Regno Unito soltanto di un pallido 0,8 per cento.
Osserva il ministro Mantega: «Ma l’importante per noi non è essere la 6ª maggiore economia mondiale, bensì essere una delle economie più dinamiche e con una crescita sostenibile».
Negli anni precedenti la crescita del Brasile era stata davvero prodigiosa: + 5 per cento nel 2010 e + 34 per cento (!) nel 2009.
Il rallentamento dell’anno scorso dipende dalla debole situazione economica globale e dalla necessità di tenere sotto controllo l’inflazione.
Ma con grandi giacimenti di petrolio e gas scoperti di recente lungo le sue coste, il Brasile è adesso il 9° produttore mondiale di greggio e vuole entrare fra le prime 5 economie globo, superando anche la Francia.
L’ascesa brasiliana è un evidente fenomeno globale del momento secondo solo a quella della Cina, che nel 2011 ha sorpassato il Giappone salendo al secondo posto, subito dietro gli Usa. La graduatoria attuale vede dunque Usa, Cina, Giappone, Germania, Francia, Brasile e Gran Bretagna nelle prime 7 posizioni.
Il governo brasiliano ammette però di avere ancora problemi di evidente diseguaglianza tra la sua popolazione di 190 milioni di abitanti, ma nell’ultimo decennio la povertà è chiaramente diminuita: il 50 per cento meno agiato dei brasiliani ha visto crescere il proprio reddito del 68 per cento.
Tra il 2014, quando ospiterà la Coppa del Mondo, e il 2016, quando ospiterà le Olimpiadi, non ci sarebbe da meravigliarsi se il Brasile compisse un altro sorpasso.
Pubblicato da FabrizioLodi
Document Actions