Il governo non tutela gli italiani che hanno investito in obbligazioni argentine — Lombardi nel Mondo
Il governo non tutela gli italiani che hanno investito in obbligazioni argentine
“Dopo nove anni, ci sono ancora 80.000 cittadini italiani che subiscono il grave comportamento della Repubblica Argentina, ostinata a non far fronte ai suoi doveri di civiltà”.
Questa la denuncia rilanciata oggi dal segretario nazionale del Movimento di Responsabilità Nazionale, Domenico Scilipoti, che si rivolge oggi al Ministro degli esteri Franco Frattini che dal 31 marzo prossimo sarà in Argentina in visita ufficiale. Scilipoti, in particolare, parla di un “grave danno perpetrato colpevolmente dall’Argentina e subito dai singoli cittadini ma anche dal sistema Italia, nel suo insieme, per più di 20 Miliardi di Euro, con le obbligazioni argentine” e prosegue sostenendo che “370.000 italiani hanno scambiato i titoli nel 2005 e 2010, non perché le offerte fossero minimamente accettabili, ma perché minacciati a non poter fruire più di alcun miglioramento ed abbandonati da ogni istituzione pubblica e privata, cedendo quindi solo alla disperazione”.
Vista l’imminente visita del Ministro “per il ristabilimento dei rapporti sospesi”, Scilipoti mette in guardia dal pensare “in modo errato che la soluzione delle obbligazioni argentine sia avviata. È assolutamente il contrario. È doveroso pensare che una nazione, come l’Argentina, con 38 milioni di abitanti, un territorio 9 volte l’Italia, pari a tutta l’Europa Unita, con risorse naturali immense in tutti i campi, con oltre il 90% di persone di origine europea, non possa minimamente essere perdonata per la sua volontà di non pagare e non per l’impossibilità a farlo. Infatti ha, tra l’altro, più di 50 miliardi di dollari nella Banca BIS di Basilea”.
“Si deve ricordare – aggiunge – che vi sono numerose sentenze definitive contro l’Argentina e da essa non rispettate, a favore di nostri cittadini e nostre Società presso tribunali con giurisdizioni scelte da quel paese, come la Corte Costituzionale di Germania, la Corte di Appello di Francoforte, la Corte di Appello di New York ed il Tribunale Arbitrale ICSID della Banca Mondiale a Washington”. Per Scilipoti, dunque, “è doveroso intervenire in tutte le sedi opportune, ad iniziare da quelle diplomatiche, e con adeguati modi severi, affinché questa vergognosa ingiustizia venga a cessare, cominciando con il prospettare la sua espulsione dal G-20, dove si rispettano le regole, e con il pretendere che vengano pagati i paesi del Club di Parigi, tra cui l’Italia”.
Fonte: aise
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