Edda Daidone Alitta (I parte)
Vicino a lei vivono il figlio, la nuora argentina e il nipotino di 7 anni. Edda ama i romanzi inglesi dell’800 oltre all’arte e alla letteratura, alla quale si è dedicata attivamente, e si dedica tuttora. Nel suo pensiero, però, è sempre presente il nonno siciliano, che fu vittima di un tragico ed ingiusto destino.
Tratto dalle lettere di Edda ad Antonella De Bonis
La mia vita è molto lunga da raccontare, perciò lo farò per sommi capi. Sono nata a Torino nel lontano 1930 e dal 1964 al 1970, ho vissuto in Argentina con mio marito e mio figlio. Tornati a Torino, mio marito ebbe un’altra opportunità di viaggiare per il suo lavoro di controllo qualità e, per due anni circa, abbiamo vissuto in Kenia; anni dopo ci siamo trasferiti a Londra, dove stava mia sorella, quella sposata con un indiano Sikh. Attualmente sono 26 anni che vivo in Inghilterra e sono 5 anni che ci siamo trasferiti a Milton Keynes, una cittadina nata 40 anni fa; mio figlio è rimasto a Londra con sua moglie argentina e mio nipote di 7 anni. Mio marito, Osca Alitta, è mancato due anni fa dopo una lunga malattia. Così, l’anno scorso mi sono iscritta all’Università e ho concluso il primo anno di lingue moderne.
Mi considero una persona molto attiva con diversi interessi; ad esempio ho scritto un libro “Alpa Sumaj” pubblicato nei Ridotti, che parla della mia vita trascorsa assieme alla mia famiglia, in Argentina. Ho scritto anche la storia della mia famiglia natale, nella quale accenno alla tragedia di mio nonno paterno emigrato in Nicaragua e morto in un incidente di mare a soli 35 anni. Anni fa, una gentile ragazza del Nicaragua, un ingegnere in telecomunicazioni, riuscì a procurarmi l’estratto di nascita di mio zio, ultimo figlio dei miei nonni, nato a Granada il 25 Ottobre 1902, dove il nome di mio nonno venne trascritto male. Al posto di Daidone venne scritto Durione e il nome di battesimo di Tommaso venne scritto Tomas e il numero di registrazione del suo certificato di nascita è: Serie 1, N. 790240 dell’ufficio civile di Granada, Nicaragua. Mia nonna, invece, venne iscritta come Enriqueta Bijette. Mio nonno, Daidone Tommaso, nacque a Palermo, il 6 Aprile 1869, figlio di Salvatore Daidone e di Contessa Giulia Antonina, fu studente sino al 1890 circa; per vicende di famiglia si arruolò in marina nel 1889 e divenne sott’ufficiale furiere. Mia nonna, Biglietti Enrichetta, figlia di Biglietti Michele e di Bessone Giovanna, nacque a Cuneo l’8 Febbraio 1875. I miei nonni si incontrarono casualmente alla Spezia, dove mia nonna accompagnava un amica che partiva per le lontane Americhe. Lei fu abbagliata dalla bianca divisa e lo fermò (in quei tempi!) per chiedergli che cosa fossero le cose che pendevano dalla nave (i salvagenti!). Il nonno sicuramente abbagliato a sua volta, si profuse in indicazioni e poi segui un intenso corteggiamento e il matrimonio.
Fu un amore a prima vista e un anno dopo erano marito e moglie. Il nonno, che probabilmente non amava la vita militare, nel 1901 si decise a lasciare la Regia Marina e, seguendo le sue personali simpatie per l’allora presidente del Nicaragua, a emigrare in Nicaragua. Per tre anni vissero felici e contenti sia per la nascita del terzo figlio, sia del lavoro del nonno, come incaricato di un’imbarcazione commerciale che faceva spola tra Granada, Nicaragua e Limon, in Costa Rica. Il primo di Aprile, del 1904, durante un viaggio di ritorno a Granada, assieme al nonno viaggiavano anche la nonna e i tre figli. A Limon erano saliti a bordo alcuni tipi apparentemente poco raccomandabili i quali, durante il viaggio in mare aperto, intimarono a mio nonno di portare alla riva l’imbarcazione, con l’evidente intenzione di rubare le mercanzie che si trovavano a bordo. Alla netta opposizione di mio nonno, i tipi lo gettarono a mare, dove in pochi attimi fu divorato da feroci e affamati pescecani.
Moglie e figli assistettero.
Mia nonna e i suoi tre figli impotenti, di fronte all’orrenda morte del marito – padre. Mia nonna aveva 29 anni.
La nave senza guida, forse anche per una rissa a bordo contro i delinquenti che avevano provocato la morte di una persona innocente, si arenò nei bassi fondali e cominciò ad affondare. I passeggeri e i bambini furono messi in salvo da una barca arrivata in soccorso.
L’idea che ancora oggi non mi abbandona, è che un fatto come questo avrebbe dovuto fare cronaca invece, malgrado le mie continue ricerche intercorse negli anni, non ho mai trovato traccia di questo cruento episodio. Il sogno della mia vita sarebbe avere notizie di questa tragedia che è conservata dalla storia mia famiglia, per poterla comunicare ai miei discendenti e, in parte, per non dimenticare.
Con Cordialità,
Edda Daidone Alitta
Edda racconta: “Non sono mai riuscita a sapere il nome della compagnia per la quale lavorasse mio nonno, anche se penso che fosse nord-americana. Riuscire a sapere qualcosa di
più di questa tragedia, sarebbe il sogno della mia vita. Anni fa con la mia famiglia, che vive a Torino, abbiamo fatto delle indagini al consolato in Costa Rica e abbiamo saputo molte cose inerenti al secondo matrimonio di mia nonna la quale, 4 mesi dopo la tragedia e dopo aver portato i figli in Italia, sposò un italiano di Genova, proprietario di terre e alberghi, e si radicarono in Costa Rica.
Ma questa è un’altra storia.
Oscar Alitta
Biografia
Oscar Alitta è stato Accademico dell’Accademia dei “500” di Roma, Membro del Artist’s Network Bedfordshire, Membro del Digital Artist Network East England Art, vive e lavora nel cuore della vecchia Inghilterra.
Nato a Torino nel 1929, ha vissuto in Italia oltre che nella sua città natale anche a Firenze, dove è iniziata la maturazione della sua vena artistica, e a Roma.
Il desiderio di sempre nuovi panorami e stimoli lo hanno fatto approdare in Argentina dove ha vissuto per 6 anni tra il 1964 ed il 1970, migliorando la sua tecnica colorista sotto la guida del Maestro Argentino José A. Malanca di Còrdoba.
Nel 1973 è in Kenya dove a realizzato un Cristo Ascendente per una nuova chiesa delle Missioni Comboniane di GIL-GIL vicino Nakuru,
Nel 1984 si trasferisce con la moglie in Inghilterra. Certo Oscar Alitta già dalla biografia appare una persona non comune: tanto i suoi viaggi mai fini a se stessi, quanto le sue frequentazioni di uomini d’arte e di cultura, palesano l’anelito alla scoperta di scenari nuovi, sperando di non fermare mai la propria crescita artistica e culturale e con essa migliorare la propria capacità di leggere ed interpretare le cose della vita e del mondo.
Tutto ciò, oltre ad indiscutibili capacità tecniche, fanno di Oscar Alitta un Maestro d’Arte di spessore planetario.
A cura di Antonella De Bonis
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