Busti: fratel Ettore per molti già santo in vita — Lombardi nel Mondo
Busti: fratel Ettore per molti già santo in vita
SEVESO (Milano). Il ricordo di fratel Ettore Boschini e del suo straordinario impegno a favore degli ultimi ha radici profonde ed è ancora ben vivo. Lo dimostra la prosecuzione dell’opera nei numerosi centri di accoglienza da lui fondati in Italia e all’estero e lo conferma la vasta partecipazione ai riti di suffragio celebrati in occasione del 3º anniversario della morte. La principale cerimonia religiosa si è svolta a Casa Betania di Seveso. Qui la messa è stata officiata da 9 sacerdoti, tra i quali monsignor Roberto Busti, che come nuovo vescovo farà ingresso a Mantova il 7 ottobre.
Tra i celebranti anche padre Pier Vittorio Paleari, superiore dei camilliani per la Lombardia e il Veneto. Alla messa ha assistito una folta delegazione mantovana, composta, oltre che dalla nipote di fratel Ettore, Chiara Marazzoli (che aveva organnizzato un pulmino), tre delle sorelle del religioso roverbellese: Carla, Gabriella e Maria. La quarta, Angela, è stata impossibilitata a intervenire, così come il vescovo Egidio Caporello che comunque, tramite Chiara Marazzoli, ha fatto pervenire a padre Paleari un toccante messaggio di adesione spirituale all’iniziativa. In prima fila pure suor Teresa Martino, che di fratel Ettore ha raccolto la pesante eredtà nella gestione di tutti i centri di accoglienza.
Sull’altare sono state poste le scarpe sgualcite del religioso, quale simbolo ideale e concreto del molto cammino da lui percorso e dell’umiltà che aveva caratterizzato l’opera di assistenza nell’aiuto ai barboni della stazione Centrale di Milano e, più in generale, a tutti i diseredati. Virtù questa che ha fatto subito avviare la complessa causa di beatificazione.
Proprio sull’umiltà si è accentrata l’omelia di padre Paleari.
Monsignor Busti è intervenuto per sottolineare che, da capo dell’ufficio stampa del cardinale Martini, aveva avuto modo di incontrare più volte in curia a Milano fratel Ettore, che poi aveva visto anche transitare per la città con la sua vecchia auto sormontata dalla statua della Madonna di Fatima. L’opera di carità del camilliano – ha aggiunto – era nota a tutti, tanto che per la gente lui era già santo in vita. Un uomo che agiva più col cuore che con la ragione; la sua era un’assistenza umile, immediata e concreta, molto simile a quella di Madre Teresa di Calcutta.
Cerimonie per il terzo anniversario della scomparsa si sono tenute in tutti i centri di accoglienza fondati dal frate di Roverbella. Nella nostra provincia messe sono state celebrate nella chiesa di Cerese e a Mantova (all’istituto per anziani Isabella d’Este e nella parrocchiale di Santa Teresa in via Mazzini).
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