Paraguay. Ricordato l’impegno del missionario gesuita Antonio Ruiz de Montoya per gli indiani guaranì — Lombardi nel Mondo

Paraguay. Ricordato l’impegno del missionario gesuita Antonio Ruiz de Montoya per gli indiani guaranì

Ruiz de Montoya è ricordato per aver tradotto, insieme ad alcuni suoi colleghi, diversi libri nella lingua degli indiani guaranì, oltre ad aver ricoperto un ruolo importante nel grande esodo di queste popolazioni, costrette a lasciare le riduzioni per sfuggire alla persecuzione dei “paulisti” o cacciatori di indiani di San Paolo (Brasile).

Asunciòn – La “Real Academia de la Lengua” (RAE) ha reso recentemente omaggio al gesuita peruviano Antonio Ruiz de Montoya (1585-1652), creatore della linguistica guaranì e grande promotore delle “Reducciones” (Riduzioni) gesuite in Paraguay. Ruiz de Montoya è ricordato per aver tradotto, insieme ad alcuni suoi colleghi, diversi libri nella lingua degli indiani guaranì, oltre ad aver ricoperto un ruolo importante nel grande esodo di queste popolazioni, costrette a lasciare le riduzioni per sfuggire alla persecuzione dei “paulisti” o cacciatori di indiani di San Paolo (Brasile). La nota inviata all’Agenzia Fides ricorda che l’omaggio al missionario è stato motivato dalla riedizione del suo libro “Arte, vocabulario, tesoro y catecismo de la lengua guaraní”. Tra i libri scritti da P. Ruiz de Montoya, quello intitolato “La Conquista spirituale fatta dai religiosi della Compagnia di Gesù nelle province di Paraguay, Paraná, Uruguay e Tape” (1639), resta una delle principali fonti storiche sulle riduzioni.

“Riduzione”, secondo il dizionario della RAE, vuol dire “popolo di indigeni convertiti al cristianesimo”. Le riduzioni o missioni gesuite del Paraguay (1609-1769) erano degli insediamenti di indiani Guaranì promosse dai padri e dai fratelli della Compagnia di Gesù nelle terre conquistate dal Portogallo e dalla Spagna, con il desiderio di salvaguardare la loro dignità come persone e come sudditi della Corona. I popoli indios, insediati in montagna e in piccoli gruppi lontani fra loro, si riunirono per iniziativa dei Gesuiti per formare insediamenti di circa 5.000 persone ciascuno, definite appunto “riduzioni”. In questo modo gli indios hanno potuto affrontare i problemi legati alla loro sussistenza (agricoltura, allevamento, confezione di indumenti…), si sono dotati di una organizzazione sociale (consiglio, sindaco, giudici ….) e hanno sviluppato la loro dimensione culturale (istruzione, architettura, scultura, musica, scienza …) e spirituale (questi popoli considerati dai conquistatori come “selvaggi” hanno ricevuto la fede attraverso i missionari).

Attualmente vivono in Paraguay 70 gesuiti che si prendono cura di circa 150.000 persone, con l’aiuto di 1.500 collaboratori e volontari. Sono presenti in diversi campi: istruzione, pastorale sociale, parrocchie, apostolato intellettuale, spiritualità e mass media. Il loro impegno sociale comprende una vasta gamma di attività: dal contributo accademico alla presenza nelle comunità rurali, nei quartieri popolari e nelle comunità di indigeni, collaborando nella formazione dei leader e nella sensibilizzazione sui problemi di ingiustizia. (CE)

Fonte: (Agenzia Fides, 23/10/2012)

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