Hannes Swoboda: il caso Tymoshenko e’ un problema europeo
Non solo primavere arabe: ai confini dell’Europa c’e chi consuma la democrazia. Questo il severo giudizio espresso da Hannes Swoboda: europarlamentare austriaco del gruppo dei Socialisti e Democratici europei, particolarmente attento alle questioni dell’Europa Orientale.
Come dichiarato a Lombardi nel Mondo, particolare preoccupazione è suscitata dalla situazione in Ucraina, dove dalla salita al potere del Presidente, Viktor Janukovych, si e’ registrata un’ondata di repressione politica: con una decina di esponenti dell’Opposizione indagati, processati, ed addirittura incarcerati. Tra essi, la Leader della Rivoluzione Arancione, Julija Tymoshenko: ex-Primo Ministro condannata a sette anni di isolamento per abuso d’ufficio nel corso delle trattative per il gas del Gennaio 2009 con l’allora suo collega russo, Vladimir Putin. La sentenza – pronunciata l’11 Ottobre scorso, e confermata dalla Corte d’Appello il 24 Dicembre- e’ maturata in seguito ad un processo palesemente politico, con la difesa sistematicamente privata dei propri diritti e prove montate ad hoc – addirittura datate il 31 Aprile.
Allarmato dalla questione, Swoboda – politico mitteleuropeo ed attento agli sviluppi nel mondo ex-sovietico – di recente ha organizzato un incontro riservato agli europarlamentari con la presenza dell’Avvocato della Tymoshenko, Serhij Vlasenko, ed il Vice-Procuratore Generale, Renat Kuz’min.
“Non so se la Tymoshenko e’ colpevole o no, ma il processo a suo carico si e’ svolto certamente in maniera irregolare – ha commentato Swoboda – la situazione non ci consente di definire l’Ucraina un Paese democratico. Ciò suscita forti preoccupazioni presso l’Unione Europea”.
Parole importanti, sopratutto perché provenienti da un esponete del gruppo del Parlamento Europeo – l’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici Europei – con cui il Partito di Janukovych – il Partija Rehioniv – ha un accordo di collaborazione. Una partnership controversa, che, secondo il politico austriaco, potrebbe avere le ore contate.
“Janukovych ha sbagliato in toto a gestire il caso Tymoshenko: ha considerato la condanna della sua rivale politica come una questione
personale di prioritaria importanza. Il gruppo dei socialisti e dei democratici non e’ interessato ad intrattenere relazioni speciali con
chi infrange le regole della democrazia – ha evidenziato Swoboda – per questo, non escludo che l’accordo di collaborazione con il Partito del Presidente ucraino sara’ revocato già nei prossimi giorni”.
Dunque, cartellino rosso per Janukovych, ma non per l’Ucraina: Paese europeo le cui legittime aspirazioni di integrazione nell’UE restano al centro delle attenzioni di Swoboda, malgrado palesi difficoltà politiche e tecniche.
Proprio la reclusione della Tymoshenko ha comportato, lo scorso 19 Dicembre, il congelamento dell’Accordo di Associazione UE-Ucraina: documento storico con cui Bruxelles avrebbe riconosciuto a Kyiv lo status di partner privilegiato oggi goduto da Islanda, Norvegia, e Svizzera.
In risposta, Janukovych non ha fatto marcia indietro, ma ha avvicinato il suo Paese alla Russia, aderendo alla Zona di Libero Scambio CSI: progetto di integrazione economica dei Paesi dell’ex-Unione Sovietica voluto e guidato da Mosca per tornare superpotenza a livello mondiale, e contrastare proprio l’Unione Europea.
“Minacciando Bruxelles con l’amicizia con Mosca, Janukovych commette un doppio errore. In primis – ha evidenziato Swoboda – allontana il suo Paese dalla casa madre europea, perdendo l’occasione di instaurare rapporti di stretto vicinato. In secondo luogo – ha continuato l’europarlamentare austriaco – non realizza la volontà del suo popolo e dei grandi industriali suoi sponsor: tutti fortemente favorevoli al vettore europeo piuttosto che a quello eurasiatico”.
Quella di Swoboda e’ una preoccupazione per la quale e’ bene che l’Europa tutta si attivi, a prescindere dalle appartenenze partitiche e
nazionali. L’Ucraina non solo e’ un Paese europeo, ma e’ situato in una posizione geopoliticamente strategica e calda: tra l’Unione Europea ed una Russia che, rafforzata dal certo ritorno al Cremlino di Vladimir Putin, appare sempre più autoritaria ed ostile all’UE.
“Si parla tanto di primavere arabe e politica di vicinato nel Mediterraneo – ha illustrato Swoboda – ma sarebbe un errore dimenticarsi del Partenariato Orientale: ambito in cui l’UE deve fare i conti con la Russia. E’ nell’interesse di Bruxelles un’Ucraina quanto più democratica ed integrata con il Vecchio Continente, perché solo così sara’ possibile stimolare progressi anche a Mosca. Parliamo tanto di libertà anche in casa nostra, come testimoniato dal caso ungherese, ma non dimentichiamoci dei nostri vicini: senza un’Ucraina democratica non avremo mai un’Europa totalmente libera”.
Matteo Cazzulani
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