Mille anni di architettura italiana in Russia — Lombardi nel Mondo
Mille anni di architettura italiana in Russia
Si è tenuta presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca, davanti a una folta platea di giornalisti ed esperti del settore, la presentazione del libro “Mille anni di architettura italiana in Russia”, curato dall’Ambasciata e pubblicato dall’editore Umberto Allemandi. Il volume, frutto di due anni di lavoro e molto innovativo sul piano metodologico, intende illustrare al grande pubblico l’opera delle centinaia di architetti italiani che nel corso dei secoli giunsero a Vladimir, a Mosca e a San Pietroburgo. È la prima volta che una pubblicazione scientifica in questo campo affronta un arco cronologico di simile ampiezza.
Autori del libro sono Dmitrij Olegovič Švidkovskij, tra i maggiori storici dell’architettura russi e Rettore dell’Università Marchi, il principale istituto di architettura in Russia; Andrej Leonidovič Batalov, Vice Direttore Generale dei Musei del Cremlino di Mosca; e Federica Rossi, studiosa di architettura russa e italiana della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Con 335 pagine di testo, 280 illustrazioni a colori e in bianco e nero, mappe, disegni anche inediti, e ricostruzioni originali, una ricca bibliografia e un indice dei nomi ragionato, questa pubblicazione intende diventare un nuovo strumento per tutti gli studiosi ed appassionati delle relazioni culturali tra Italia e Russia. Settant’anni dopo la pubblicazione del monumentale “Gli artisti italiani in Russia” di Ettore Lo Gatto, l’opera che per prima analizzò nel 1933 l’apporto italiano alla cultura russa, il libro esamina monumenti chiave dell’architettura russa, a partire dalle maestose cattedrali di Vladimir, opera di maestranze arrivate dalla Lombardia nel XII secolo; per arrivare al Cremlino di Mosca, creato da maestri provenienti da diverse realtà architettoniche dell’Italia rinascimentale.
Viene anche studiata la copertura della chiesa dell’Ascensione di Kolomenskoe proponendo confronti con il Battistero e la chiesa del Santo Sepolcro di Pisa e la cattedrale di San Basilio: le soluzioni strutturali comuni fanno ipotizzare una mano italiana nella più nota chiesa di Russia. Sono infine esaminate le opere barocche e neoclassiche che Rastrelli, Quarenghi e Rossi realizzarono a San Pietroburgo e l’influenza italiana nell’opera degli architetti delle Avanguardie.
Di particolare rilevanza è anche il ricchissimo apparato iconografico che accompagna il volume, composto da fotografie in gran parte inedite e firmate dai maggiori fotografi russi di architettura, oltre che da mappe, disegni e ricostruzioni architettoniche.
“Sappiamo che le prime realizzazioni di architetti italiani in Russa risalgono ‘solo’ a 850 anni fa – ha spiegato l’Ambasciatore Antonio Zanardi Landi, durante la presentazione – ma col titolo del libro abbiamo voluto dimostrare il nostro ottimismo e immaginare un futuro in cui gli architetti italiani, pur molto attivi oggi in Russia nel settore privato, riescano a impegnarsi anche per la costruzione di edifici i pubblici e tornare nel cuore delle città russe”.
Quest’opera intende infatti divenire il primo passo di una attiva campagna per una maggiore conoscenza in Russia dell’architettura contemporanea italiana. (ItalPlanet News)
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