In vigore il Trattato Unasur per una seconda indipendenza dei paesi Sudamericani — Lombardi nel Mondo

In vigore il Trattato Unasur per una seconda indipendenza dei paesi Sudamericani

Dopo l’ultima ratifica necessaria, lo scorso 11 marzo è ufficialmente entrato in vigore il Trattato Costitutivo dell’Unione delle Nazioni Sudamericane. Uruguay, Argentina, Bolivia, Cile, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela, mancano all’appello ancora Brasile, Colombia e Paraguay

Dopo l’ultima ratifica necessaria, lo scorso 11 marzo è ufficialmente entrato in vigore il Trattato Costitutivo dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR). L’Uruguay è stato infatti il nono – dei dodici paesi che lo approvarono il 23 maggio 2008 – a ratificarlo, dopo Argentina, Bolivia, Cile, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela, mancano all’appello ancora Brasile, Colombia e Paraguay.

 

La cerimonia – alla quale hanno partecipato i ministri degli esteri di tutti i paesi membri – si è svolta alla Mitad del Mundo, piccola cittadina ecuadoriana alle porte di Quito attraversata dalla linea dell’equatore. Proprio qui è stata posata anche la prima pietra della sede ufficiale UNASUR, intitolata a Nestor Kirchenr, ex presidente argentino scomparso lo scorso ottobre. Un omaggio a quello che è stato il primo segretario dell’organizzazione e uno dei più grandi sostenitori dell’integrazione regionale sudamericana.

 

Un processo – quello di integrazione regionale – che inizia a dare risultati positivi. Nonostante il lavoro da fare sia tantissimo,le difficoltà interne ma anche i numerosi ostacoli esterni, l’Unione della Nazioni Sudamericane è un progetto ambizioso che va oltre il rafforzamento delle precedenti strutture interregionali come il Mercosur e la Comunità Andina. Già nelle dichiarazioni ufficiali di Cuzco nel 2004, Brasilia del 2005 e Cochabamba del 2006, i presidenti dei 12 paesi membri affermarono il concetto di identità e cittadinanza sudamericana, impegnandosi non solo per la creazione di uno spazio economico, finanziario ed energetico regionale integrato.

 

Una grande attenzione è rivolta infatti all’ambito sociale, culturale e ambientale, con l’intento di eliminare le disuguaglianze socioeconomiche, favorire l’integrazione sociale, la partecipazione, la cittadinanza, rafforzare la democrazia, la sovranità e l’indipendenza degli stati, elementi imprescindibili – secondo i sostenitori del progetto – per caratterizzare uno spazio Latinoamericano comune di circa 320 milioni di abitanti.

 

Tra le sfide del trattato ci sono quella di combattere il narcotraffico e la delinquenza organizzata, ma anche la creazione di un sistema di difesa regionale e il divieto di ingerenze straniere in ambito militare. Si è data notevole importanza alla creazione di un

parlamento sudamericano più rappresentativo e partecipativo rispetto a quelli Andino e del Mercosur, e a differenza dell’Unione Europea, viene dato ampio spazio alla partecipazione della società civile, permettendo una piena collaborazione della cittadinanza al processo di integrazione, come stabilito dall’articolo 18 del Trattato, a dimostrazione del fatto che questo organismo si propone non solo come emanazione dei governi e dei propri interessi ma anche a protezione dei popoli e dei loro diritti.

 

Il documento costitutivo prevede che le decisioni dell’organismo vengano prese per consenso, e per consenso sono stati nominati la ex ministro degli esteri colombiana María Emma Mejía, e l’attuale ministro dell’energia venezuelano Alí Rodríguez, che si alterneranno nella funzione di segretario generale per i prossimi due anni. La Segreteria

Generale era rimasta vacante dopo la morte improvvisa di Nestor Kirchner e ancora non si era raggiunto un accordo per la sua sostituzione. Una scelta pragmatica ma anche simbolica, a dimostrazione della volontà di superare le storiche ostilità tra i due paesi, che più di una volta hanno rallentato il processo di integrazione.

 

Ora l’UNASUR ha acquistato personalità giuridica e può quindi essere riconosciuta nei vari consessi internazionali come un unica entità, presentando una posizione di politica estera comune. Questo apre una nuova era del continente latinoamericano, senza precedenti, che il presidente ecuadoriano, Rafael Correa nel suo discorso di inaugurazione dei lavori ha riassunto come la “seconda e definitiva indipendenza dei paesi sudamericani”.

 

Indipendenza che spaventa i vicini di casa nord-americani, Stati Uniti in primis. L’America Latina è sempre stata considerata il “cortile di casa”, continente da sfruttare per le sue innumerevoli risorse e dove sperimentare anche piani di repressione sanguinari portati avanti da dittatori “vicini” a Washington. Paesi dove però il vento è cambiato e oggi si vivono interessanti esperienze progressiste.

Il presidente Barack Obama proprio oggi inizia la sua visita ufficiale in Centro e Sud America: Brasile, Cile e Salvador i tre paesi dove il presidente statunitense incontrerà i suoi pari per discutere di cooperazione economica ed energetica con l’obiettivo dichiarato di rilanciare l’economia statunitense. Ma l’occasione potrebbe essere buona anche per confrontarsi con i cambiamenti in atto in questa parte del continente.

 

Elvira Corona (inviata di Unimondo)

Fonte: unimondo.org

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martedì 28 Gennaio, 2020