Studiare in Cina: alti e bassi — Lombardi nel Mondo

Studiare in Cina: alti e bassi

Federica Pischedda è partita da Cagliari per andare a studiare a Tianjin, Cina, da dove ci racconta la sua esperienza. Da “Italiansinfuga”

Ci racconti il tuo passato in Italia?

 

Sono nata e cresciuta in Sardegna, precisamente a Cagliari. Ho ereditato dai miei genitori la passione per i viaggi. Sin dalle scuole superiori ho iniziato a studiare all’estero e a sedici anni, dopo un soggiorno di lunga durata negli Stati Uniti presso una comunità asiatica, mi sono interessata ai paesi dell’estremo oriente. Ragion per cui, ho scelto una facoltà di lingue orientali per proseguire i miei studi universitari.

 

Come sei finita in Cina?

 

Durante il mio percorso di studi ho maturato la necessità di confrontarmi con il “mondo” che stavo studiando ma di cui, in realtà, conoscevo ben poco. Molti dei miei colleghi partivano per le prime esperienze di studio in Cina, così anche io ho scelto di provare. Sono arrivata in Cina nel Febbraio del 2009 e, dopo un primo momento di shock culturale, ne sono rimasta entusiasta tanto da decidere di viverci.

 

Con che visto sei li?

 

Vivo in Cina con lo student visa (X). Mentre finivo i miei studi in Italia ho continuato a studiare parallelamente in un’università in Cina. Vivendo qui, da studente, è l’università stessa che garantisce per il mio visto.

 

Quale conoscenza del mandarino avevi prima di partire?

 

La mia conoscenza del mandarino era praticamente pari a zero. Ricordo che, il primo mese, è stato tragico. La possibilità di comunicare era veramente minima tanto che, in molti ristoranti, si ordinava a caso sperando che la pietanza fosse commestibile. Spesso, fortunatamente, era possibile chiedere informazioni ad altri stranieri che vivevano qui da più tempo.

 

Cosa stai studiando all’università?

 

Per ora, continuo a studiare lingua cinese. Ho notato che gli studenti stranieri provenienti da altri paesi asiatici (per esempio coreani e giapponesi) sono molto più portati a sviluppare le loro capacità a livello scritto mentre hanno grosse difficoltà a comunicare oralmente. Nel caso degli studenti provenienti da paesi europei, invece, sembra quasi l’opposto. Per imparare un buon cinese scritto c’è bisogno di veramente tanto esercizio.

 

Come ti trovi da straniera in Cina?

 

Personalmente, non ho grossi problemi nel vivere qui. Quel che posso affermare con certezza, però, è che sono convinta non ci si possa integrare in Cina al 100%. Amo davvero questo paese, ma ci sono degli aspetti di questa cultura che è difficile accettare. Per esempio: gli Italiani sono caratterialmente portati al confronto diretto, i cinesi preferiscono evitarlo tanto da preferire il più completo silenzio a una risposta scomoda. Questo, spesso, mi sfinisce. Inoltre, anche in Cina come in Italia esiste il pregiudizio. Mi è capitato di essere criticata solo per il fatto di essere straniera così

come ho trovato persone gentilissime che mi hanno aiutata in momenti di difficoltà. Quel che è certo è che per vivere in Cina è necessario dimenticarsi gli stereotipi e confrontarsi con una realtà completamente diversa rispetto all’Europa.

 

Ci descrivi una bella esperienza che sia rappresentativa dei lati

positivi della vita in Cina?

 

Di belle esperienze ce ne sono tante. In particolare le festività. In Cina la tradizione è ancora molto presente e i preparativi per le feste sono veramente spettacolari. Specialmente durante in capodanno cinese la Cina si trasforma. Dalle decorazioni per le strade a quelle dentro le case. Per quelli a cui piace la cucina cinese, sopratutto, e se hanno la possibilità di passare le feste presso una famiglia locale, l’esperienza è unica.

 

E una negativa per i lati negativi?

 

Il sistema sanitario è un problema. In Cina non esiste il medico di base. Anche per una febbre è necessario andare in ospedale. Molti degli ospedali cinesi sono totalmente disorganizzati. Inoltre, i medici, sono molto approssimativi. Per una dermatite, l’anno scorso, mi sono dovuta recare in cinque ospedali diversi. Ho dovuto pregare il medico del quinto ospedale di non farmi sprecare altro tempo. Esistono ospedali internazionali ma i costi sono veramente alti.

 

Che consigli daresti a chi vuole andare vivere in Cina ma non ci è

mai stato/a?

 

A chi sogna la Cina esclusivamente per turismo consiglio di non venire in Cina con lo spirito di onnipotenza. Mi capita spesso di incontrare e mi infastidiscono le persone convinte che la Cina sia solamente un paese del terzo mondo dove regna l’ignoranza e la sporcizia. In realtà, la Cina, sta facendo passi da gigante. Ricordo i miei genitori alle prese con il primo viaggio in Cina, timorosi di cosa avrebbero trovato. Ma anche loro, si sono stupiti e sono rimasti affascinati da questo paese. Inoltre, sempre per i turisti, attenzione alle fregature. È un arte per i cinesi e gli stranieri sono specializzati nel farsi fregare. Non è cattiveria, funziona così.

 

Per chi, invece, come me studia lingua cinese e desidera passare un periodo più o meno lungo o addirittura trasferirsi qui, consiglio di non farsi spaventare dai racconti delle esperienze di amici e colleghi. Per quella che è stata ed è la mia esperienza posso dire che la Cina

non è un paese per tutti ma è anche un’esperienza molto soggettiva. Resettate il cervello pronti per imparare, capire e conoscere tutto di questo paese. Cercate di viaggiare, nel limite del possibile, all’interno del paese. La Cina non è solo Shanghai o Pechino, mete spesso scelte dagli studenti. Inoltre, se pensate di stare in Cina per almeno un semestre: affittate un appartamento. Vi metterà di fronte alle difficoltà della vita quotidiana, tutto in chinese style.

 

http://www.italiansinfuga.com/2011/02/01/studiare-in-cina-alti-e-

bassi/?awt_l=56q6U&awt_m=1ZGkD00oAPH3bG

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