LE POSTE TASSIANE (12) — Lombardi nel Mondo
LE POSTE TASSIANE (12)
Da quell’epoca, tale carica fu trasmessa di pieno diritto da padre in figlio, fino al 1806, ossia fino alla sparizione del Sacro Romano Impero; pur tuttavia essa venne sempre occupata, prima del decreto e dell’ordinanza, dalla famiglia Tasso e passata non solo di padre in figlio, ma da zio a nipote, da un fratello all’altro. Però il principe regnante volle conservare il diritto di disporne a suo talento fino al 1615.
È noto che, dopo il 1595, i generalati alle Poste alemanne e neerlandesi furono affidati ad una sola e medesima persona, allo scopo di conseguire la maggiore possibile uniformità nel servizio; ma mentre in Germania la nomina di maestro generale delle Poste personificata nei Tasso era, come abbiam visto, ereditaria, nei Paesi Bassi rimase di esclusivo privilegio del principe. Ed in proposito aggiungiamo che gl’impieghi di agenti e di sotto-agenti dei mastri generali delle Poste Tassiane non furono, tranne rarissimi casi, mai dichiarati ereditari. Non per tanto si ebbero qua e là degli agenti fedeli, i quali, durante la loro vita, si sforzarono di conservare alle loro famiglie l’impiego da essi tenuto, e che veniva rifiutato soltanto allorché il successore non offriva le desiderabili garanzie. Se il beneficiato era troppo giovane per occupare il posto, questo veniva affidato alla vedova del funzionario defunto.
Sotto il regime, breve ma prospero, del conte Leonardo II (a. 1624-1628), apprezzatissimo alle Corti imperiale e spagnuola, le Poste Tassiane presero un importante svolgimento. La loro amministrazione abbracciava i centri principali delle Poste, cioè Augusta, Rheinhausen, Francoforte sul Meno, Colonia, Amburgo, Lipsia, Norimberga, Anversa, Bruxelles, Venezia, Milano, ossia dal mare del Nord alla Sesia.
Il 9 maggio del 1628, datato da Praga, luogo di sua abituale residenza, Leonardo II ottenne da Ferdinando II un ordine, col quale gli si permetteva di pubblicare in quella città un giornale settimanale.
Tale privilegio venne pure accordato il 5 maggio del 1636, dallo stesso Ferdinando II, alla contessa Alessandrina de Rye, tutrice di Lamoral Claudio Francesco Tasso, e negato alla città di Amburgo.
Con la morte di Leonardo II, la prudente ed energica moglie contessa Alessandrina de Rye, prese, come tutrice di suo figlio primogenito di appena otto anni, le redini dell’amministrazione del servizio postale dell’Impero alemanno e più tardi di quello dei Paesi Bassi, Borgogna e Lorena. Nel periodo di diciotto anni (dal 1628 al 1646), cioè fino alla maggiore età del figlio, continuò, con circospezione, fra i tormenti della guerra dei trent’anni, ad esercitare con ottimo successo quelle funzioni, che ella, malgrado le gravi difficoltà della situazione politica, seppe mantenere intatte a suo figlio quale eredità di Leonardo.
L’imperatore Ferdinando II e il re Filippo IV di Spagna conferirono anche a questa donna esemplare l’amministrazione della Posta imperiale dei Tasso, che si stendeva allora da Dunkerque a Venezia, da Amburgo a Lindau e a Besançon.
Durante la Gran Dieta la contessa Alessandrina de Rye unì al Generalato Tassiano le dieci Poste da Augusta fino alla catena montuosa di Böhmerwalde. Questo corso postale di nuova organizzazione, da Augusta fino a Waldmünchen, che legava Madrid nella via più breve alla residenza imperiale di Praga, fu sottoposto al primo maestro delle Poste dei Tasso in Ratisbona, nobile Wolfango Thenn.
Il conte Lamoral Claudio Francesco (a. 1628-1676), figlio attivissimo di Leonardo II, ampliò le relazioni del Generalato Olando-Borgognono-Tedesco, con la stipulazione di trattati postali internazionali, specialmente con la Spagna, con la Francia, con gli Stati Generali e con l’Inghilterra. Con la sua indefessa operosità pose la pietra fondamentale della futura potenza e grandezza della sua Casa, e per mettere in splendida mostra il Generalato delle Poste Germaniche, egli nell’anno 1653 comparve con gran sèguito alla dieta di Ratisbona. Anche nell’assemblea degli Stati Generali, Lamoral era presente a tutte le sedute (a. 1663-1664), e nella sua qualità di maestro generale delle Poste accompagnò l’imperatore Leopoldo I da Ratisbona a Vishofen, ultima stazione postale dipendente dal suo generalato.
Sotto il regno di Ferdinando I si ritrovano le tracce della Posta Ungherese moderna: è in quest’epoca che l’istituzione postale stabilita in Alemagna fu introdotta in Ungheria, sotto la denominazione di «Posta della Corte». La gestione fu affidata ad un Matteo Tasso, il quale, nel 1612, e, secondo altri, nel 1615, cedette i suoi diritti sulla Posta ad un gentiluomo italiano, Carlo Magni, che l’amministrò fino al 1623, epoca in cui andò nelle mani del barone Giovanni Cristoforo Paar, Maestro Generale delle Poste nella Stiria, i cui successori ebbero il titolo di conti dell’Impero, poi di duchi, e molti privilegi, che, soppressi da Leopoldo I con lettera – patente, datata da Vienna, dell’11 dicembre 1690, furono in parte concessi nuovamente da Carlo VI imperatore.
Nel 1664 le Poste Bavaresi, che ebbero un primo inizio a tempo dell’imperatore Luigi il Bavarese (a. 1314 – 1347), furono incorporate a quelle dei Tour e Tasso. Johann Jakob Öxle di Friedenberg, morto nel 1695, fu il primo maestro imperiale delle Poste della capitale della Baviera Elettorale. Gli sforzi fatti per rendere le Poste Bavaresi indipendenti da quelle dei Tasso riuscirono vani, poiché nel 1706 i principi de Tour e Taxis furono confermati con lettera-patente nelle loro cariche di mastri generali ereditari delle Poste imperiali; in cambio di tale privilegio essi accordarono alla Corte di Baviera Elettorale una franchigia di porto vantaggiosissima.
Il principe ereditario Carlo Alberto, promise nella sua qualità d’imperatore (Carlo VII) di mantenere da per tutto le Poste dei de Tour e Taxis e nominò il principe Alessandro Ferdinando de Tour e Taxis maestro generale ereditario. La Posta imperiale fu uno dei mezzi più potenti a mantenere la concordia nei piccoli Stati alemanni fino alla Confederazione dell’Impero.
Fine dodicesima puntata
A cura di Luigi Rossi (Bochum)
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