Pensioni Inps in America Latina — Lombardi nel Mondo

Pensioni Inps in America Latina

Le difficoltà riscontrate dai pensionati italiani in Sud America alla riscossione della pensione di maggio – mese in cui, come richiesto dall’Inps, devono recarsi personalmente in un’agenzia della Western Unione per dimostrare così la propria esistenza in vita – sono oggetto di una interrogazione dell’onorevole Fabio Porta

Le difficoltà riscontrate dai pensionati italiani in Sud America alla riscossione della pensione di maggio – mese in cui, come richiesto dall’Inps, devono recarsi personalmente in un’agenzia della Western Unione per dimostrare così la propria esistenza in vita – sono oggetto di una interrogazione che l’onorevole Fabio Porta (Pd) ha presentato al Ministro del lavoro Sacconi insieme ai colleghi eletti all’estero del Pd.

 

 

 

“Da tutto il Sud America – spiega il parlamentare eletto proprio in questa ripartizione – sono giunte lamentele a causa del disagio causato dal pagamento dell’ultima rata di pensioni INPS da parte degli uffici della Western Union; ciò a seguito della decisione dell’istituto previdenziale italiano di verificare annualmente l’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero”. per questo, spiega, il deputato chiede al Ministero del Lavoro “spiegazioni ed un intervento urgente a seguito delle segnalazioni ricevute da diversi connazionali residenti in Sud America, i quali lamentano in primo luogo l’assenza di un’adeguata opera di informazione e di una verifica in loco delle effettive condizioni di praticabilità di tale procedura”.

 

“In Brasile, – si legge nella premessa – il pagamento di alcune centinaia di pensioni INPS del mese di marzo, diventate 8.000 su 8.300 nel mese di maggio, è stato affidato alla rete degli sportelli della Western Union, in alternativa alla rete convenzionata del Banco do Brasil e Bradesco, senza che gli interessati siano stati informati in modo adeguato, nonostante la dichiarazione dell’ente affidatario dei pagamenti, l’ICBPI, di avere indirizzato una comunicazione ai consolati italiani; in Argentina è accaduto la stessa cosa, con l’aggravante che il numero dei pensionati INPS è notevolmente più alto, superando abbondantemente le 30.000 unità e coinvolgendo dunque una massa notevole di famiglie in condizioni di bisogno”.

 

“Le motivazioni di questa scelta esposte nei paesi interessati dai rappresentanti dell’ICBPI – ricorda Porta – collegherebbero la decisione all’esigenza di verificare l’esistenza in vita dei beneficiari delle pensioni mediante la presentazione diretta agli sportelli bancari, in alternativa alla documentazione di rito, e con l’impegno di fare tornare i pensionati alla rete convenzionata una volta compiuto l’accertamento; nei casi di persistente e provata impossibilità degli interessati a presentarsi fisicamente agli sportelli erogatori, è stata resa più complessa la documentazione formale che i procuratori debbono esibire per potere riscuotere al posto dei titolari delle pensioni, o previsti contatti diretti con gli uffici INPS, piuttosto complicati tecnologicamente e tali comunque da comportare un certo lasso di tempo prima di dare esiti concreti; l’inaspettato spostamento di anziani dagli sportelli abituali, presso i quali in genere essi avevano attivato anche conti correnti nei quali far transitare l’importo delle pensioni, a nuove e più distanti località (la rete Western Union è più limitata di quelle convenzionate) sta comportando intuibili e diffusi disagi soprattutto nelle maggiori conurbazioni urbane e sta accentuando i problemi di sicurezza già evidenti soprattutto in alcuni paesi dell’America Latina”.

 

“L’inadeguata informazione e l’accentuato rigore delle verifiche formali – continua Porta – provocano in non pochi casi l’impossibilità di riscuotere alle date fissate, con conseguenze serie per il regime familiare di persone che spesso possono contare solo o prevalentemente su quella fonte di reddito, per altro limitata; la Western Union paga le pensioni in euro esclusivamente in moneta locale, sicché non è da escludere che il cambio operato automaticamente comporti anche una perdita di valore dell’importo della pensione”.

 

Per questo, il deputato chiede al Ministro “se non ritenga di verificare con l’amministrazione dell’INPS i tempi di tale operazione sollecitando la stessa a operare con procedure semplificate al fine si superare al più presto a situazione di disagio che si è determinata per diecine di migliaia di pensionati” e “se non ritenga di rappresentare all’INPS, in particolare, l’opportunità di consentire alle donne in possesso di una documentazione diversa a causa dell’acquisizione del nome del marito di poter esibire un certificato di matrimonio da cui tale situazione risulta e un’attestazione del consolato che evidenzi trattarsi della stessa persona”.

 

Fonte: aise

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