ROSS 128b: scoperto pianeta dove la vita sarebbe possibile — Lombardi nel Mondo
ROSS 128b: scoperto pianeta dove la vita sarebbe possibile
Secondo le rilevazioni, rese pubbliche dalla comunità scientifica il 15 novembre scorso, Ross 128b sarebbe un pianeta con una massa pari a 1,35 volte quella della terra collocato nella “zona abitabile” del suo sistema solare.
Ross 128b, infatti, orbita ogni 9,9 giorni a 7,4 milioni di chilometri dalla sua stella: una distanza di gran lunga più vicina rispetto a quella tra la terra ed il sole. La distanza ravvicinata, tuttavia, è mitigata dalla bassa attività della stella Ross 128 che, essendo una nana rossa che emana poche radiazioni, permetterebbe la presenza su Ross 128b di una temperatura tra i -60 ed i +21 gradi centigradi: abbastanza da permettere la presenza di acqua, e possibilmente di atmosfera.
Nonostante la scoperta lasci un margine di ottimismo al fine di dare una risposta alla domanda se esistono o no pianeti vicini a noi nella quale si possano verificare condizioni favorevoli alla presenza della vita, molte sono le questioni aperte in merito a Ross 128b. In primis, non è ancora chiaro se il pianeta compia una rotazione completa attorno al suo asse o se, come la Luna nei confronti della Terra, esso mostri sempre la stessa faccia al suo sole, creando, così, una zona estremamente calda ed una estremamente fredda nelle quali la vita avrebbe difficoltà a trovare albergo. Inoltre, non sono ancora chiare questioni inerenti alle maree ed all’attività sismica dell’esoplaneta: elementi fondamentali affinché si possa produrre una atmosfera simile a quella della Terra.
Una scoperta europea
Una risposta alle domande aperte potrà essere favorita da due fattori, quali il progresso dell’astronomia europea e la geografia astronomica. Ross 128b è stato scoperto grazie allo strumento HARPS in dotazione all’Osservatorio Europeo Australe -ESO-: associazione astronomica europea, della quale fanno parte il maggior numero dei Paesi membri dell’Unione Europea, proprietaria e gestore di uno dei maggiori osservatori astronomici ubicato in Cile, presso il deserto di Atacama. La tecnologia ESO ha permesso di misurare la velocità radiale di Ross 128b mediante lo studio della perturbazione della posizione della stella Ross 128: un metodo reso necessario dal momento in cui, visto dalla prospettiva della Terra, Ross 128b non occulta mai la visuale della stella Ross 128, rendendo, così, inattuabile il metodo Fotometrico, ergo la misurazione della variazione della luminosità di una stella per mezzo del passaggio (transito) di un pianeta dinnanzi ad essa.
Attualmente orbitante la dodicesima stella più vicina al nostro sole, Ross 128b, situato nella costellazione della Vergine, nei prossimi 79.000 anni diventerà l’esoplaneta più vicino alla terra. L’esopianeta, così, sarà sempre meglio osservabile dalla Terra per mezzo di mezzi sofisticati come il Telescopio Extra Largo -ELT-: un progetto ambizioso targato ESO che l’ente europeo ha avviato per incrementare la conoscenza di esoplaneti e della storia dell’universo.
È stato lo stesso ESO, del resto, a registrare, nel 2016, la presenza di Proxima b, esoplaneta orbitante la stella più vicina al nostro sistema solare, Proxima Centauri. L’elevata attività di Proxima Centauri, anch’essa una nana rossa, esclude tuttavia a priori la presenza di condizioni favorevoli alla vita sul suo esoplaneta.
Di Matteo Cazzulani
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