1939 – 1945: Ti ho sognato questa notte… (fine)
9 – fine
Il destino di Nicola S. Uno tra 600.000. Uno preso a caso. Uno morto a Hagen dilaniato dal fuoco del bombardamento aereo sulla città del 2.12.1944. Uno che riposa nella tomba comune di Hagen – Delstern con altre vittime di quella notte: italiani e polacchi… Uno che mai vide, ascoltò, sorrise, giocò con i due figli che tutti gli anni vengono fin quassù, con la nipote Angela, a parlargli.
Ho davanti a me dodici lettere scritte da Nicola S. dal Lager 341- Schmiedag di Hagen. Sulla busta si legge Kriegsgefangenenpost (posta prigionieri di guerra) e risalta il timbro ovale Stalag VI D con l‘indirizzo della moglie Signora Angelina S. – Via Albania 9, in un paesino della Puglia, in provincia di Bari, nell‘Italia del Sud, come lo stesso signor S. ha scritto. In quei mesi l‘Italia era divisa in due. 9 lettere sono per la moglie e 3 per una cugina, religiosa in un ospedale della provincia di Arezzo.
Nicola S., prigioniero nr. 110762, era uno dei 461 prigionieri italiani del Lager 341. Morirà durante il terribile bombardamento aereo della notte del 2 dicembre 1944. Con lui altri 51 internati italiani. Era nato il 6. 8. 1905 e al momento dell‘internamento era sposato con Angela. Nelle lettere avrà sempre un dolce pensiero per il figlio Teodoro e per l‘altra creatura, Sabino, che doveva nascere e che mai conoscerà. Ora è sepolto nel cimitero di Hagen-Delstern, in una tomba comune che raccoglie le vittime italiane e polacche del terribile bombardamento del 2.12.1944. Ogni anno i due figli e la nipote, giornalista a Colonia, vengono a visitare questo luogo.
I preziosi documenti ci sono stati inviati dai figli, per poter completare la documentazione della presenza italiana a Hagen negli anni del secondo conflitto mondiale. Le lettere si aggiungono alle memorie del cappellano militare don Giuseppe Barbero, alla lista completa dei prigionieri italiani del Lager 341 – Schmiedag, a diverse fotografie, alle memorie del dr. Guglielmo Dothel e alla lista dei deceduti del Lager di Dortmund… Le memorie di don Barbero sono state presentate nel maggio 2002 alla cittadinanza di Hagen, grazie alla traduzione della signora Marianne Hahn.
Gli aspetti umani contenuti nelle lettere di Nicola S. sono struggenti. Il 20 febbraio 1944 scrive: Il giorno 9 ti ho sognato che avevi partorita e avevi fatto una bella bambina, e questa notizia me lavevano comunicata le bonanime di mia madre e tua madre che mi vennero in sogno e mi mostrarono la bambina e mi dissero: vedi come è bella la bambina che ha fatto Angelina? Nella Pasqua del 1944 si lamenta, quasi scusandosi, che ancora non riceve risposta dalla moglie e cerca di sdrammatizzare la situazione. Così nella lettera del 23 aprile: Passerà anche questo e auguriamoci presto. Il 12 giugno ancora nessuna notizia. Del gruppo dei prigionieri italiani solo i pugliesi Nicola S. e l‘amico Francesco M. non avevano ancora ricevuto notizie da casa. M., vecchio e malato, è morto a Milano nell‘estate del 2002. La lettera del 12 giugno è piena di fede e rassegnazione: Non c‘è nessun santo che si ricorda di noi?
Finalmente il 26 giugno arriva un pacco spedito dalla cugina suora e Nicola S. quasi piange dell‘emozione. Anche in questa lettera crede che la pace sia vicina.
In uno scritto alla moglie del 7 luglio 1944 rimarca che è ancora privo di notizie della famiglia.
Spesso la prega di inviargli un po‘ di pane o taralli, magari un po‘ di riso, delle fave e fagioli e del tabacco con cartine. Gli mandasse un paio di mutande, due magliette e due paia di calze e qualche lametta per la barba. Spesso i brevi scritti si concludono con la richiesta di informazioni su amici e parenti: dove si trovano e cosa fanno?
Continua a pregare la moglie di rispondergli subito, appena riceve posta.
Solo dopo il conflitto si capì perché Nicola non riceveva le lettere della moglie. Donna Angela non usava l‘apposita pagina preparata per i familiari e allegata allo scritto del marito. C‘era stampigliato in tedesco: Diese Seite ist für die Angehörigen des Kriegsgefangenen bestimmt. Deutlich auf die Zeilen schreiben! (questa pagina è per i familiari del prigioniero. Scrivere in modo chiaro sulle righe).
Testo originale di una lettera di Nicola S.
Hagen, li 20-2- 1944
Mia cara moglie, con la presente ti faccio sapere che sto bene in salute, di me sono gia 4 volte che ti assicuro che sto bene, ma ti te e famiglia, sono già trascorso molti mesi che non so come pensare, e chi sa quanto le dovrò sapere qualche tua notizia, io però mi auguro presto. Ma quanto? Siamo già alla fine di febbraio e non vedo niente, vediamo se marzo ci porta fortuna. Ti mando il … modulo per il pacco, e mi raccomando di mandarmi legumi o qualche altra cosa da sbafare. E non dimenticarti di mandarmi anche qualche pacchetto di tabacco o sigarette che qui si fanno molto a desiderare, specie adesso che fa un po‘ freddo. Saluti da Masciulli, saluti alla commara e tutti in famiglia e tu Teodorino e la bambina un bacio, Nicola.
(a cura di Luigi Rossi, Bochum)
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