La Pegada: un esempio di teatro educativo — Lombardi nel Mondo

La Pegada: un esempio di teatro educativo

Questo spettacolo è il risultato di 4 anni di laboratorio teatrale che vede la Fundaciòn P.u.p.i Argentina e la Coop. Ponte tra Culture di Ancona, unite per raggiungere uno scopo: usare il teatro come mezzo di prevenzione negli adolescenti a rischio. Patrizia Marcheselli ci racconta i particolari di questa emozionante esperienza

La “pegada”, titolo non facile da tradurre visto che è un gergo specifico di quartiere, nei quartieri marginati di Buenos Aires significa quel qualcosa che si appiccica dentro, come la droga. Un qualcosa che ti si attacca addosso o il rimanere attaccati a qualcosa, come la violenza, il dolore, l’ angoscia.

Questo spettacolo è il risultato di 4 anni di laboratorio teatrale che vede la Fundaciòn P.u.p.i Argentina ( fondata da Javier e Paula Zanetti, esiste anche una Fondazione a Milano) e la Coop. Ponte tra Culture di Ancona, unite per raggiungere uno scopo: usare il teatro come mezzo di prevenzione negli adolescenti a rischio.

Il laboratorio teatrale per adolescenti nasce nel 2006 a Buenos Aires. Una delle integranti del corpo docente ed organizzativo del progetto è Patrizia Marcheselli, originaria di Bozzolo, collaboratrice del Portale dei Lombardi nel Mondo e dell’Associazione Mantovani nel Mondo. Regista, pedagoga e attrice Patrizia ci racconta il debutto dello spettacolo: La Pegada.

La pegada è qualcosa che si attacca alla nostra vita e la trasforma, trasforma tutto e tutti, ogni essere vivo vicino a noi ne risente, perché quando la droga (pega) entra in un corpo, lo trasforma e lo distrugge. La pegada entra in tutti i corpi: in quelli della famiglia, nei corpi dei parenti e degli amici, si appiccica ovunque ed il risultato è troppo spesso tragico.

Con questo spettacolo abbiamo voluto presentare questa realtà, spesso sconosciuta e stigmatizzata dai media. Troppo spesso si dimentica che quando un paese da le spalle ai propri giovani, il futuro è incerto e senz`altro con pochissime vie di uscita in quanto a riscatto personale, a possibilità di crescita, alla vita stessa in poche parole.

Quattro anni difficili, dove spesso la cosa più importante era solo parlare e parlare, guardarsi negli occhi, dire, sentire e capire la vita dell’altro, sbagliarsi, ancora parlare e raccontarsi per sentirsi vivi.

In scena, 6 ragazzi e 6 ragazze, provenienti dai quartieri emarginati della zona Ovest di Lanùs, provincia di Buenos Aires. Dodici coraggiosi adolescenti con storie personali al limite, che durante 50 minuti, con testi scritti di loro pugno, con gesti e movimenti teatrali, con precisione e rispetto scenico, con la gioia di trasmettere la loro vita in un prodotto meravigliosamente professionale, hanno commosso durante le due repliche dello spettacolo un pubblico incredulo e forse anche scettico.

La possibilità di pensare, l’opportunità di dire, il coraggio di fare, la gioia di condividere un percorso, un sogno che vuole continuare a diffondere un messaggio di vita e forse, l’opportunità di poter scegliere, cosa forse semplice per noi ma non per chi nasce e vive in una villa (baraccopoli).

Questo spettacolo nel 2010 verrà presentato nelle scuole, quartieri, centri culturali di Buenos Aires e provincia e dovunque ci sia un invito esplicito a condividere un messaggio sociale e culturale.

Con questo spettacolo confermo, confermiamo, che il teatro è un mezzo potentissimo di prevenzione, dove l’estetica teatrale diventa un meraviglioso strumento di crescita, di libertà, di speranza.

Speriamo che la città di Buenos Aires dia le spalle solo al Rìo de la Plata.

Grazie Marta!

Patrizia Marcheselli

Portale Lombardi nel Mondo

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martedì 28 Gennaio, 2020