Le Società di Mutuo Soccorso Italiane in America — Lombardi nel Mondo
Le Società di Mutuo Soccorso Italiane in America
Le società di mutuo soccorso costituirono il maggior movimento popolare italiano sorto tra ottocento e novecento. La prima Società Generale Operaia fu organizzata a Pinerolo, Torino il 12 ottobre 1848 aperta a tutti i lavoratori. Gli obiettivi principali erano : unione, mutuo soccorso e istruzione. Proprio in questa città ha pure sede il museo storico del Mutuo Soccorso.
Non stupisce, quindi, che italiani provenienti soprattutto dalla Liguria abbiano fondato il 13 novembre 1866 a St. Louis la “Società Unione Fratellanza Italiana”. A fronte di una quota mensile i soci in regola avevano diritto a una indennità giornaliera in caso di malattia, all’assistenza medica, ad alcuni medicinali e a una degna sepoltura nella sezione del cimitero acquistata dalla società.
In dettaglio, l’indennità di malattia veniva elargita sei giorni alla settimana per sei settimane consecutive. Il medico e il farmacista erano scelti dalla società, e la sepoltura nella sezione cimiteriale della società era permessa anche ai membri della famiglia del socio pagando un extra.
Molta attenzione veniva data al funerale: i soci si riunivano nella sede e si incamminavano in corteo accompagnati dalla banda e dallo sventolio delle bandiere. I soci dovevano indossare la coccarda della società dal lato nero in simbolo di lutto, mentre al cimitero il segretario faceva l’elogio funebre. I soci mancanti erano multati.
La società partecipava alle cerimonie pubbliche, come ad esempio la parata del Columbus Day: in questo caso la coccarda era indossata dalla parte colorata che recava il distintivo con le due mani intrecciate, la bandiera americana incrociata con quella italiana, lo stemma, il nome, la data di fondazione e il luogo dove la loggia operava.
In breve, queste furono le finalità di tutte le migliaia di società di mutuo soccorso sorte negli Stati Uniti nel periodo della Grande migrazione 1880-1920.
Tuttavia i liguri di St. Louis erano dei privilegiati in un’America non ancora alle prese con il boom industriale, e l’arrivo dei milioni di persone che caratterizzò la fine del secolo. Gli italiani arrivarono soprattutto come unskilled labour , operai non specializzati o meglio non adatti ai lavori richiesti e divennero cheap labour, manopodera a basso prezzo, alla mercè quindi di mediatori e sfruttatori. Mancavano, salvo pochi casi, della cultura e dei soldi necessari per aderire al sindacato e restarono ai margini del mercato del lavoro e della società, costretti anche dal potere dei padroni,oggi diremmo caporali, che spesso controllavano le società di mutuo soccorso, ritardandone l’ingresso a pieno titolo nel mercato del lavoro.
Questo sistema era comune ai cinesi, ai greci, ai cecoslovacchi, ai giapponesi e ai messicani e fu sradicato soltanto dopo il periodo di acculturamento della prima generazione di immigrati.
Ritornando alle società italiane, esse si distinsero in diversi tipologie :
1.Società essenzialmente campanilistiche, ristrette a persone del medesimo paese.
2.Società di campanile ma con una matrice religiosa con lo scopo mutualistico aggiunto alla celebrazione delle festività religiose del paese d’origine.
3.Società con riferimenti militari (Bersaglieri, Carabinieri, Tiro a Segno) sempre con scopi mutualistici ma pronte a commemorare qualsiasi avvenimento della storia d’Italia.
4.Società che si ispiravano ai grandi italiani ( Graibaldi, Colombo, Dante, Mazzini) o ai regnanti di Casa Savoia.
5.Le società di mutuo soccorso vere e proprie, come la “Società di Unione e Fratellanza Italiana”, solitamente più evolute ma in minoranza rispetto alla totalità.
Si è molto discusso sul ruolo di queste associazioni, spesso senza una sede vera e propria, sempre alla ricerca di fondi per sopravvivere, e oggi parte dell’archeologia etnica. Esse costituirono per anni il legame con la madrepatria : ad esempio la società Nord Italia di St. Louis costituita nel 1897 era legata alla medesima società di Cuggiono, altre invece segnarono il passaggio migratorio. La società di Mutuo Soccorso “La Subalpina” fondata nel 1909 a Boston, fu ricostituita quando i soci fondatori biellesi furono sostituiti dagli immigrati lombardi e trentini. Alcune società funsero da centro di prima accoglienza per gli immigrati. Il Big Club di St. Louis, testè citato, si trovava al numero 5200 di Shaw Avenue di St. Louis, l’indirizzo di riferimento in USA indicato da decine di cuggionesi all’arrivo a Ellis Island. Non era più il sistema del padrone, ma l’aiuto dato ai compaesani per adattarsi al nuovo Paese.
Importante fu la funzione sociale per ottenere un posto di lavoro, per mantenerlo, per avere indicazioni e per socializzare. Molti matrimoni furono propiziati dalle grandi feste che le società organizzavano annualmente con la partecipazione sia dei soci sia dei paesani sparsi in America. Riunioni che servivano per rinsaldare legami allentati e per mantenere forte il senso di italianità.
Le grandi feste religiose tanto biasimate dal clero irlandese mascheravano la loro diffidenza nei confronti degli italiani attraverso l’aspra critica rivolta alle esteriorità tipiche delle processioni della Madonna e dei Santi, con tanto di dollari appesi da parte dei fedeli. A queste manifestazioni i membri delle società di mutuo soccorso partecipavano in uniforme oppure con il vessillo e le coccarde e le stole bene in vista con il presidente in prima fila. Se è vero che molti prominenti approfittarono della non conoscenza del paese degli immigrati, è pur vero che le società dettero la possibilità a molte persone comuni di gestire un’associazione e di rivestire dei ruoli insperati che servirono poi loro quando si immersero nella società americana.
Tutto questo avveniva prima della seconda guerra mondiale quando l’America, ancora adesso alle prese con i problemi della sanità, garantiva un buon salario, ma poca assistenza sociale. Soprattutto prima del Social Security Act del 1935, la legge firmata da Franklin Delano Roosevelt che introdusse l’indennità di disoccupazione, di malattia e di vecchiaia.
Questa legge decretò la fine di molte società di mutuo soccorso e il radicale cambiamento dello scopo di quelle sopravvissute che persero molta della loro funzione mutualistica per acquisirne una più ricreativa. In realtà molte società erano nate durante temporanee permanenze in campi minerari oppure in determinati quartieri di città, ed erano sparite alla chiusura delle miniere oppure quando il rinnovamento urbano aveva costretto intere comunità di italiani a trasferirsi in altre aree.
La seconda guerra mondiale contribuì alla crisi delle società italiane accelerando il processo di americanizzazione già lentamente in atto. In California, gli italiani, emigrati già da prima della metà dell’ottocento, avevano aderito sia alla massoneria sia alle logge italiane delle società americane come i Druids, Independent Order of Foresters of America, Knights of Phytias, Native Sons of the Golden West con l’obiettivo di poter partecipare in maniera più diretta alla vita americana. Gli italiani iscritti a questi sodalizi agirono da filtro e da raccordo con la comunità di immigrati non ancora padroni della lingua inglese, e ancora poco funzionali nel sistema.
Negli anni trenta molti soci della società Nord Italia di St. Louis fecero la stessa cosa iscrivendosi alla “Improved Order of Red Men”, un’organizzazione tuttora esistente a livello nazionale che propugna amore per gli Stati Uniti e i principi della libertà americana di amicizia e carità attraverso la beneficenza e programmi di istruzione. Oltre al filtro è evidente che il rito di passaggio da una società italiana a una americana metteva in risalto il processo di integrazione.
Quando gli italo americani ritornarono dalla seconda guerra mondiale il mondo era decisamente diverso. I vecchi quartieri erano invecchiati, i giovani erano cresciuti in America, e dopo la paura seguita alla dichiarazione di guerra di Mussolini, le cose erano mutate per sempre. Avevano capito di essere americani di origine italiana. Di conseguenza anche le istituzioni del passato avevano perso il loro scopo principale, sembravano non appartenere al loro bagaglio culturale.
Il destino era segnato. Un esempio per tutti. Quando il presidente della “Subalpina Mutual Benefit Society” di Boston indisse un’assemblea straordinaria il 10 novembre 1961 al Marconi Club l’ordine del giorno riguardava lo scioglimento della società. “Il motivo per cui è diventato impossibile continuare l’attività è che nessuno vuole ricoprire cariche o assumersi responsabilità”. In realtà i soci erano ormai in età avanzata, e non era stato possibile aggiungerne di nuovi perché l’area di Dorchester abitata dai lombardi stava per cambiare identità etnica e i figli si erano stabiliti altrove.
Oggi che cosa resta?
Poco e tanto. Le società di mutuo soccorso sono diventate social club e hanno finalità soprattutto ricreative. Tuttavia, la mai completamente scomparsa identità etnica italiana non ha perso proprio tutto.
L’Ordine dei Figli d’Italia (Order of Sons of Italy in America) riunisce oltre 700 logge in tutti gli Stati Uniti con circa 600.000 membri. La sua missione è di incoraggiare lo studio della lingua e della cultura italiana, elargire borse di studio, dedicarsi alla filantropia e a combattere il mai sopito pregiudizio nei confronti degli italiani.
A Milwaukee la “Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi” fondata il 20 febbraio 1908 da immigrati marchigiani e piemontesi continua a riunirsi ogni mese. Per diventare soci occorre avere 18 anni, essere maschi, italiani o sposati con un’italiana.
La sorte toccata alle società italiane accomuna i gruppi di altre nazionalità. La Western Bohemian Fraternal Association fu fondata nel 1897 da emigrati cechi e slovacchi con gli stessi scopi di quelle italiane. Oggi, cambiato il nome in Western Fraternal Life Association, è diventata soprattutto un’assicurazione con sede a Cedar Rapids, Iowa. L’organizzazione è ancora in prevalenza, 70%, composta da discendenti cechi e slovacchi sparsi soprattutto negli stati centrali degli USA, ma l’acquisto di polizze vita e vitalizi è aperto a tutti.
Così ritrovare una coccarda di una società di mutuo soccorso o qualsiasi documento ad esse legato sta diventando pura archeologia, rintracciabile ormai soltanto in qualche museo, e in ricordi sempre più vaghi di un tempo troppo vicino per essere considerato lontano.
Ernesto R Milani
Ernesto.milani@gmail.com
22 maggio 2012
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