Extrema ratio, di Greta Cristini. Il voto tedesco non darà una strategia all’Europa.
No, il voto tedesco non darà una strategia all’Unione Europea se
La crisi della Germania non si risolve con le elezioni perché il modello tedesco dipende da fondamenta esterne e il popolo non ha ancora elaborato la “svolta epocale”. Capire chi vota l’estrema destra

La presa di consapevolezza da parte degli Stati membri dell’Unione Europea della necessità di una maggiore autosufficienza nella difesa, nella sicurezza energetica e nell’innovazione tecnologica (a partire dall’intelligenza artificiale) non è mai stata così forte nella storia recente del Vecchio Continente, come l’ultimo vertice di Parigi e il recente discorso di Mario Draghi al Parlamento europeo testimoniano.
Eppure, come dimostra il nulla di fatto di quello stesso summit (da cui sono uscite almeno tre posizioni diverse su come garantire militarmente l’Ucraina), l’audacia di Bruxelles, o più realisticamente dei singoli governi europei, nell’intraprendere seriamente una strada verso l’autonomia strategica dipenderà probabilmente ancora dall’approvazione, dal via libera di Washington, anche in relazione ai prossimi rapporti fra Occidente e Russia che Trump e Putin stanno rimodellando, nonché dagli sviluppi più o meno conflittuali della competizione fra Stati Uniti e Cina.
E così, nella più tradizionale tendenza alla de-responsabilizzazione, molti in Italia sono convinti che solo il risultato del voto tedesco potrà indicarci la nuova e giusta direzione.
Chiariamoci: il nostro benessere della nostra economia è intrinsecamente legato alla forza della produzione manifatturiera tedesca e alla sua attrattività e competitività nei mercati esteri (basta farsi un giro nel centro-nord Italia e chiedere a qualche imprenditore del modenese, del bresciano, del novarese). Ma, come vedremo, a prescindere dalle elezioni di questa domenica 23 febbraio, è verosimile che l’instabilità politica continuerà a caratterizzare la Germania per tutto il 2025. Dunque chi si aspetta che la soluzione scenda da Berlino rischia di restare deluso.
Il voto tedesco ai cristiano-democratici (Christlich Demokratische Union Deutschlands, CDU) di Friedrich Merz, ai social-democratici (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) di Olaf Scholz, ai Verdi di Robert Habeck o all’estrema destra (Alternative für Deutschland, AfD) di Alice Weidel si giocherà su 1/3 degli elettori ancora indecisi e principalmente sui temi della crisi economica e dell’immigrazione.