Vita matura in Danimarca — Lombardi nel Mondo
Vita matura in Danimarca
Intervista di Silvia Ferrara
Fonte: http://www.italiansinfuga.com
Mi sono trasferita a ottobre 2006. Sono partita con una borsa di studio regionale svolgendo un tirocinio di 6 mesi all’ Istituto Italiano di Cultura e poi mi sono trovata un lavoro estivo, poi un lavoro fisso ed insomma sono rimasta; volevo fare un’esperienza di lavoro e vita matura all’estero.
Quali sono state le tue motivazioni?
Avevo giá vissuto all’estero altre volte, sono un’esterofila e poi mi piace il nord.
E della vita matura, puoi chiarirci questo concetto?
Non da studente, sono partita che avevo quasi 28 anni, le altre volte che sono andata all’estero ero piú giovane e studiavo. Volevo vivere un contesto lavorativo differente: io lavoravo in Italia prima di partire, facevo uno stage ed era retribuito e poi sarei stata assunta quindi non é stata quella la principale motivazione. Ho pensato che acquisire esperienza lavorativa all’estero mi avrebbe potuto aiutare in un futuro e mi piace vivere all’estero. Non mi sono mai considerata un’esiliata, sono una persona antropologicamente curiosa.
Perchè la Danimarca?
Perché ho avuto l’opportunitá di venire qui con il tirocinio, volevo andar nell’Europa del nord, dove la cultura lavorativa é diversa. Sono partita dicendo che sarei rimasta almeno 6 mesi, che era la durata dello stage, e poi speravo di trovare altro, il che é accaduto, ma non lo potevo sapere in partenza. Volevo fare un’esperienza consistente, 6 mesi non sono niente.
Cosa consiglieresti a chi sta pensando di fare un progetto di trasferimento all’estero?
Di non avere preconcetti, di essere flessibile, di ricordarsi che non si é a casa propria e che il conflitto culturale non va sottostimato. Bisogna volersi aprire ad un’altra cultura. E’ un ottimo strumento di crescita, io sono un’emigrata, per definizione sono un’italiana iscritta all’aire, cioè residente all’estero, mi sento europea ma italiana in primis, un’italiana che vive in Danimarca in questo caso.
Sul lavoro quali differenze hai riscontrato?
Un italiano é bello che si senta tale secondo me; la dimensione lavorativa in Danimarca é totalmente diversa, non c’é gerarchia. Il sistema societario si contraddistingue per una struttura piatta e questo ha notevoli ripercussioni in ambito lavorativo. Sono molto meno formali rispetto a noi, piú flessibili, anche il mercato del lavoro è sempre stato piú flessibile rispetto al nostro, piú paritá tra i sessi rispetto all’Italia, forse un po´piú caotico perché la responsabilitá é diffusa per cui non c’é qualcuno che tiene le redini della situazione.
Hai detto che la tua motivazione era anche di acquisire esperienza lavorativa all’estero perchè ti avrebbe potuto aiutare in futuro, questo sta succedendo secondo te?
Se mi muovessi da qui probabilmente sì, penso di avere delle carte in piú rispetto ad altri italiani; non mi interessa tornare in Italia ora come ora, quindi non ho mai guardato ad offerte di lavoro, in futuro spero di sí, non lo so non é una cosa a cui penso, ad ogni modo chi fa una vita internazionale poi difficilmente torna.
Cosa suggeriresti a chi sta pensando di seguire una scelta come la tua?
Di armarsi d pazienza perché i danesi sono diversi da noi, sono molto chiusi, hanno dei lati positivi come tutti, non bisogna criticarli troppo solo perchè diversi, é casa loro, e poi di imparare il danese. Uno se lo deve sentire e comunque può tornare indietro, e poi non trovare la pasta Barilla al supermercato non è un dramma.
Non é un processo irreversibile, ecco lo sconsiglierei ai meteropatici, perché qua é spesso grigio….
Grazie Sara e buon proseguimento!
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