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FRANCESCA FERRARI. Una storia mantovana di libri e tesori del sapere

Molte sono le figure che, lontano dalla luce dei riflettori, illuminano nel tempo il cammino di questo meraviglioso paese.
Francesca Ferrari, nata a Mantova, dopo alcuni anni trascorsi tra Parma, Firenze e Cremona, per studio e lavoro, nel 2008 si trasferisce a Roverbella, paese d’origine dei suoi genitori, ove tuttora risiede con consorte e figlia.


Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Classico “Virgilio” si iscrive al Corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali, con Indirizzo Beni Archivistici e Librari, presso l’Università di Parma, dove si laurea nel 1999. La sua tesi, con relatore il professor Arnaldo Ganda di origine viadanese, verte sulla bibliologia, in particolare sul Catalogo delle edizioni a stampa mantovane del XVI secolo custodite presso la Biblioteca Teresiana.
Successivamente la dottoressa Ferrari otterrà un master in Management dell’Università e della Ricerca presso il Politecnico di Milano.
A Firenze partecipò per oltre due anni al “Progetto Buglione” per il restauro di un lotto di 19.000 volumi alluvionati nel 1966.
In seguito fu incaricata di coordinare un gruppo di lavoro, presso la Biblioteca Statale di Cremona, per il riversamento del catalogo cartaceo nel Sistema Bibliotecario Nazionale.
Questo percorso fino ad arrivare a Responsabile del Polo mantovano del Politecnico di Milano, nel 2012.
Nel 2022 arriva alla prestigiosa carica di Direttrice delle biblioteche mantovane che includono la Teresiana, la Biblioteca “Gino Baratta” e le quattro biblioteche civiche di quartiere (Colle Aperto, Te Brunetti, Lunetta e Borgochiesanuova) oltre ai Servizi Archivistici. 


La Biblioteca Teresiana di via Roberto Ardigò, voluta da Maria Teresa d’Austria fu aperta al pubblico il 30 marzo 1780 come Imperial Regia Biblioteca di Mantova. Nello stesso periodo l’imperatrice che era molto attenta alla laicizzazione della cultura e dell’educazione ordinò l’apertura di altre biblioteche a Cremona, Pavia, Lodi e la Braidense di via Brera a Milano.
La Biblioteca di Mantova, fondata con un patrimonio di circa 25.000 volumi, oggi ha raggiunto i 400.000 volumi e include anche un gabinetto di oltre 10.000 stampe e molti disegni. Nel corso dei secoli attraverso lasciti e acquisizioni, la Biblioteca ha diversificato il proprio patrimonio: tra i suoi 125 fondi speciali compaiono, infatti, anche minerali ed erbari, burattini e giochi di strategia, frutto di acquisizioni e lasciti postmortem di moltissimi personaggi pubblici famosi, come Giuseppe Acerbi, Saverio Bettinelli, Carlo d’Arco, Ippolito Nievo, Ettore Bonora e tanti altri.
Tra i materiali più interessanti e preziosi la Biblioteca conserva 1391 manoscritti, per l’arco cronologico di oltre un millennio, dal IX secolo al XX secolo. Di particolare bellezza i codici miniati, provenienti da enti religiosi o commissionati da personalità di spicco, databili tra l’XI e il XVI secolo, fra cui i codici appartenuti al monastero di San Benedetto Polirone. Pochi sono i manoscritti provenienti dalle collezioni della famiglia Gonzaga (come il De principe del Platina, 1470-1471), altri volumi costituiscono testimonianze importanti della storia cittadina (come la Cronaca di Andrea Schivenoglia, sec. XV), altri ancora costituiscono l’eredità lasciata da eruditi e personalità eminenti del panorama culturale, come Giuseppe Acerbi (1773-1846) o Ippolito Nievo (1831-1861). E’ altresì cospicuo il nucleo di incunaboli (i primi libri a stampa, prodotti tra il 1452 e il 1500) costituito da 1292 esemplari, tra i quali compaiono il De re militari di Valturio stampato da Giovanni da Verona nel 1472, l’Aesopus moralisatus pubblicato a Verona da Giovanni e Alberto Alvise nel 1479, con immagini colorate ad acquerello, il Processionarium domenicano stampato a Venezia da Johann Emerich nel 1494, abbellito da notazioni musicali in rosso e nero. Tra i volumi miniati la raffinata edizione dei Trionfi del Petrarca pubblicata a Venezia nel 1478 con lo stemma gentilizio di Galeazzo Pepoli.

 

La Biblioteca conserva, inoltre, undici globi antichi e di grande pregio: cinque terrestri, quattro celesti e due ornamentali.
Otto globi risalgono al XVII secolo e giungono in biblioteca insieme al patrimonio librario del locale collegio gesuitico; altri tre globi sono databili al XIX secolo: il globo terrestre di Joseph Jüttner (1775-1848) e la coppia di globi ornamentali posti alla sommità della scaffalatura nella seconda sala.
Particolarmente interessanti sono i globi seicenteschi realizzati da grandissimi geografi e cartografi quali Matthäus Greuter (1556-1638) e Vincenzo Maria Coronelli (1650-1718) e testimoniano l’evoluzione delle conoscenze geografiche.
Nel 1930 venne depositata in Teresiana la biblioteca della Comunità ebraica di Mantova costituita da 161 manoscritti databili tra XIV e XVIII secolo, 1 incunabolo e 1558 libri a stampa datati tra il XVI e il XIX secolo.
Nel 1932 fu creata la Sala dei Libri Rari.
Nel 1995 ebbe inizio il restauro con la messa a norma di tutto l’edificio fino ad arrivare alla riapertura al pubblico il 30 marzo 2014.
Recentemente la Biblioteca Teresiana è stata vista nella fiction televisiva sulla vita di Giacomo Leopardi diretta da Sergio Rubini. Alcune scene furono girate a Mantova e quelle nella biblioteca di casa Leopardi a Recanati furono in realtà girate nella Biblioteca Teresiana.
Fonte: Patrizio Turina

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