20 dicembre 1955 (terza puntata) — Lombardi nel Mondo

20 dicembre 1955 (terza puntata)

20 dicembre 1955: con l’accordo tra Italia e Repubblica Federale Tedesca inizia la moderna emigrazione di massa dalla Penisola verso la Germania. Nel 60° anniversario di quella data presentiamo, a chi segue Lombardi nel Mondo, questo evento con un breve saggio.
20 dicembre 1955 (terza puntata)

Terza puntata

La decisione d‘emigrare – Non mancano testimonianze sul momento in cui si decideva d‘emigrare. Da solo o con amici e parenti. Dalla fine del secondo conflitto mondiale, l‘emigrazione italiana non s‘indirizza solamente verso l‘area di lingua e cultura tedesca, ma anche verso il Belgio, la Francia e la Svizzera.

 

Grazie a queste testimonianze possiamo ricostruire momenti e sensazioni che migliaia d‘emigranti hanno vissuto. La decisione di partire era spesso un taglio netto con il passato. «Un mattino dell‘ottobre del 1961 camminavo per il centro di Campobasso. Capitai dalle parti dell‘ufficio del lavoro e lessi su un manifesto che cercavano, per la Germania, degli operai saldatori. Rimasi qualche minuto immobile a pensarci su e, infine, decisi di entrare nell‘ufficio e di chiedere all‘impiegato cosa occorresse per andare in Germania. Lui rispose che mi avrebbe compilato la domanda e che io dovevo solamente preparare il passaporto…» [Salvatore Bucco, Una vita una storia, pag. 115, Stanghella Padova 1993].

I momenti che seguivano ricordano una tradizione all‘emigrazione: «La sera del 27 ottobre del Sessantuno mia moglie preparò due valigie, una grande e una piccola… La mattina seguente salutai tutti… Qualcuno mi accompagnò alla stazione. Il treno era già lì… Salito sul treno consegnai i biglietti all‘accompagnatore…» [S. Bucco, op. cit., pag. 116].

 

 

Le commissioni di Napoli e Verona – Nell‘articolo 3 dell‘accordo bilaterale del dicembre 1955, al primo paragrafo, leggiamo: «l‘Ente Federale invia una commissione per l‘ingaggio e la mediazione in Italia…». Al secondo: «il Ministero del Lavoro mette a disposizione, senza oneri, della commissione tedesca i necessari e tradizionali mobili da ufficio. Gli uffici del lavoro provinciali appoggiano la commissione tedesca…».

Diverse testimonianze fissano i momenti trascorsi a Napoli o Verona. Gianni Bertagnoli scrive: «Nel limitato spazio pieno di persone in attesa della visita il disgustoso odore del sudore era diventato così forte quasi da togliere il respire […] Sull‘armatura la banderuola segnavento continuava a compiere i suoi giri. Nella sala sembrava che diventasse, a ogni momento che passava, più caldo […] L‘altoparlante fece sentire la sua voce […] La lista dei non idonei era terminata. Dopo una breve pausa venne ripetuta […] Gli venne ordinato di disporsi per province. Il numero dei foggiani aumentò paurosamente […] Il tempo perse di nuovo il suo senso: solo nomi, chiamati in coppia, davano un ritmo ai minuti e alle ore […] Entrarono nell‘ufficio e salutarono, dietro di loro si chiudeva la porta. A un tavolo, quasi sommerso da incartamenti giallastri, era seduto un uomo con un vestito grigio. La sua fronte lucida si prolungava in un cranio quasi senza forma. Gli occhiali, dalla scura montatura, davano ai suoi occhi un‘espressione tetra […] – “I contratti che dovete firmare, sono ottimi. Devo, però, mettervi al corrente di qualcosa: se non siete idonei all‘attività per la quale vi siete obbligati, sarete rispediti in Italia nel giro di tre giorni. Ora vi auguro buona fortuna!” – L‘autobus della commissione tedesca percorreva veloce le strade della città che la gente voleva abbandonare, in quanto non aveva spazio per loro tra le mura. Andavano in un Paese straniero come bambini che dovevano abbandonare la propria famiglia perché la madre non poteva più imboccare le molte bocche […] Quando giunsero al piazzale della stazione erano esattamente le ore 22. I lavoratori si erano radunati in un angolo isolato prima dell‘entrata che dava allo scalo merci […] Gli sembrarono quasi animali in un recinto, come un gregge. E lui apparteneva a questo gruppo […]», [Gianni Bertagnoli, Arrivederci, Deutschland! pag.. 7 – 22, Stuttgart 1964].

 

Con questo testo ha inizio, ufficialmente, anche la storia dellla letteratura italiana in emigrazione per quel che riguarda l‘area di lingua e cultura tedesca.

 

 

 

(fine terza puntata)

 

Luigi Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

 

Nota: invece delle note a pie’ di pagina o finali, abbiamo preferito inserirle nel testo utilizzando parentesi quadre

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