“Non vogliamo più morire!”: il 28 e 30 settembre tutte in piazza! — Lombardi nel Mondo

“Non vogliamo più morire!”: il 28 e 30 settembre tutte in piazza!

Venerdì mattina, ore 10: la Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano si riunisce in Via Verona, 9, presso la sede di Cerchi d’acqua, Cooperativa sociale contro la violenza alle donne e contro la violenza in famiglia.

E’ un appartamento seminascosto, dove molte donne – anche dall’hinterland – chiedono aiuto, stremate dalle violenze, dagli abusi, dalla paura. E’ insufficiente e molto caro per le finanze della cooperativa, fondata da Francesca Scardi e Simona Scalzi, e che ha accolto, dal 2001 al 2014, 9059 donne maltrattate e ha svolto più di 58.000 interventi, in cui erano coinvolti circa 6.000 minori. I racconti sono strazianti e le cifre spaventose: da sommare quelle degli altri centri che operano nella città e nell’area metropolitana, che sono molti, in crescendo e diversificati. Diana De Marchi, presidente della Commissione, ha portato il Comune fra queste mura spoglie ed essenziali, vicinissime alla storica Casa delle Donne maltrattate, che da oltre 30 anni svolge – come tutte le associazioni di D-i-Re-Donne in rete contro la violenza – una funzione sociale che ha visto sordi e ciechi i nostri governi, e scarsamente efficaci le istituzioni. Noemi Durini e Nicolina Pacini sono morte per questo: forze dell’ordine e magistrati non hanno ascoltato le ripetute denunce. Saranno perseguiti per questo? Questo governo vorrà, finalmente, dare un segnale? Un’attendibile indagine Istat ha mostrato che il 31% delle donne italiane ha subito, nel corso della vita, violenza (6.788.000): una cifra senza dubbio per difetto. Ma i politici hanno altro da fare….
Così il 28 e 30 settembre le donne scenderanno in piazza con un manifesto, Avete tolto senso alle parole, realizzato per chiedere agli uomini, alla politica, ai media, alla magistratura, alle forze dell’ordine e al mondo della scuola un deciso mutamento nei comportamenti, nel linguaggio, nelle cronache e nell’individuazione delle responsabilità.
Le violenze, le percosse, gli stupri, i femminicidi non possono più essere pietoso oggetto di cronaca nera: sono un’emergenza politica. Sono un abominio culturale, figlio di una cultura ultramillenaria che ha visto nella donna l’instrumentum diabuli; il genere da sottomettere, schiavizzare, oltraggiare perché, di fatto, oggetto e non persona.
E’ iniziato, in particolare a Milano (isola definita “felice”), un necessario lavoro di formazione delle forze dell’ordine e dei magistrati: sarà percorso lungo e pieno di resistenze. Troppi uomini a decidere e troppo impreparati per farlo. Il 28 e 30 settembre saremo in piazza, accanto ai nostri uomini, quelli veri, i nostri compagni di strada. (Ma… a proposito di machi e di istituzioni, che fine ha fatto la storia dei due carabinieri accusati di stupro a Firenze)?

di Giuliana Nuvoli (Fonte www.lavocemetropolitana.it)

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