L’Altra Italia si candida al Parlamento italiano — Lombardi nel Mondo

L’Altra Italia si candida al Parlamento italiano

Un autorevole rappresentante di lungo corso della politica nazionale mi ha confidato che se venisse votata oggi la legge sull’esecizio al voto degli italiani all’estero…

Un autorevole rappresentante di lungo corso della politica nazionale mi ha confidato che se venisse votata oggi la legge sull’esecizio al voto degli italiani all’estero, essa avrebbe ben poche possibilità di essere approvata dal Parlamento italiano.

 

I segnali di insofferenza negli ultimi tempi sono stati tanti e tali da allarmare sia l’ opinione pubblica italiana residente all’estero che i principali esponenti politici sostenitori del diritto al voto,a cominciare dal Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirco Tremaglia.

 

I motivi sono molteplici e non sempre legati alle carenze organizzative se pur importanti,come l’allineamento delle anagrafi consolari all’AIRE, ma a questioni ben piu’ concrete a cominciare dalla corsa al Parlamento dei papabili ai seggi.

 

La legge parla chiaro : i 18 parlamentari eletti all’estero dovranno essere sottratti e non aggiunti all’attuale quorum di onorevoli di Camera e Senato e non potrano essere scelti tra coloro che risiedono in Italia.

 

Questo in un momento  di grande incertezza politica sulla tenuta dell’attuale maggioranza che guida il paese. Almeno a sfogliare un libricino che in questi giorni sta andando molto di moda fra i deputati: settantasette collegi aggiudicati al Polo potrebbero passare al centrosinistra .

 

E a molti parlamentari i conti non tornerebbero più. Soprattutto fra quelli che guardano con un po’ di preoccupazione alla probabilità di essere rieletti nelle politiche del 2006.

 

È la ricerca, fatta dal servizio studi della Camera, fra i dati delle politiche del 2001 e le regionali del 2005.A Montecitorio hanno sovrapposto i voti presi dai vari candidati (di Unione e Polo) alla presidenza della Regione a quelli ottenuti nei corrispondenti 398 collegi uninominali della Camera.

 

Naturalmente questo non riguarda solo i candidati del Polo ma anche quelli dell’Unione ,dovendo tutti affrontare una accesa competizione interna.

Questo a causa di un maggioritario imperfetto dove le candidature di esponenti politici nazionali  presentate in nome della rappresentatività della coalizione ,spesso in contrasto con proposte locali legate ai rapporti di forza dei  singoli partiti  nei collegi .

 

Premesso ciò è evidente che il voto non è in pericolo, sia perchè una legge costituzionale è stata approvata e sia perchè mancano i tempi tecnici per eventuali interventi sulla stessa. Ma ecco allora che si aprono all’orizzonte altre questioni : una su tutte , il reale interesse degli italiani all’estero di esercitare il diritto al voto e sull’effettiva mobilitazione da parte dei partiti,delle comunità e delle stesse associazioni per assicurare un’ampia partecipazione all’appuntamento elettorale del 2006.

 

Per verificare ciò ,è evidente che non ci puo’ sottrarre alle questioni da tempo note e cioè quello di mettere tutti coloro che vivono all’estero in condizioni di votare ma anche quello di poter partecipare alla competizione elettorale pur risiedendo all’estero.

 

E’ di questi giorni la notizia che “le forze politiche aderenti all’Unione del centrosinistra italiano intendono promuovere la massima partecipazione da parte dei propri militanti ed elettori alla scelta del candidato comune alla carica di Presidente del Consiglio ,impegnandosi a garantire un adeguato sostegno allo svolgimento della consultazione primaria, anche per quanto attiene alla attività di comunicazione pubblica necessarie a promuovere la più ampia partecipazione dei cittadini”.

 

Non puo’ sfuggire a nessuno il fatto che se vogliamo considerare il corpo elettorale all’estero avente pari dignità a quello nazionale, queste primarie dovranno essere indette anche presso le nostre comunità nel mondo. Questo vale,evidentemente, anche per il Polo se ritenesse di svolgere analoghe iniziative.

 

Un ragionamento che dovrebbe valere anche sui programmi  e su eventuali “patti con gli italiani”delle coalizioni in campo che non potrebbero prescindere dagli elettori all’estero.

 

 

03.08.2005

Daniele Marconcini

Presidente AMM

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