Angola, anno zero
Poche ore nel deserto.
Pohe ore di fronte al mare
Poche ore in un canyon.
Il silenzio e la forza della natura.
Risento la pace
Risento la forza
Dove sta il senso di quello che sto facendo?
A volte perdo la motiviazione.
Travolta dal caos di Luanda, non riesco a fermarmi. Non riusciamo a
fermarci
E qui e’ piu grave, e’ piu colpevole, e’ piu triste. L’umanita’, quella che
dimora nel nostro cuore, rischia di essere dimenticata, una mano tesa per
l’elemonsia che non fa piu effetto, anche se a tenderla e un bambino di
strada, un poleomelitico che al semaforo strisca tra le macchine camminando
sulle braccia, una vecchia abbandanata al porto……
Poche ore nel deserto.
Poche ore di fronte al mare
Poche ore in un canyon.
Il silenzio e la forza della natura.
Risento la pace
Risento la forza
che da’ significato a sorrisi fatti di forza anche quando le forze sono
sparite, ai lavori lasiciati a meta’, ai progetti per il futuro e quelli
per il presente. Serve uscire per ritrovare il filo, per non pensare, a
volte, di aver buttato al vento un anno.
Risento il significato della vita. Proprio quando vorrei mollare rivedo la
luce. E la consapevolezza, ogni volta piu grande, ogni volta piu chiara e
piu pesante da portare, ogni volta piu’ liberante, piu’ capace di far
assporare le piccole trasparenze che abitano l’esistente….
La demoralizzazione alcuni giorni e’ travolgente. Sara l’Angola in se’,
sara ’ la cooperazione……..Capire il livello di strumentalizzazione, navigare
tra aiuti al terzo mondo che sempre piu diventano uno dei business del
terzo millennio…..Vivere la realta’ e’ sempre diverso che leggerla in un libro,
o proclamarla in un corteo…….Una consapevolezza vissuta che a volte
lacera le viscere.
Poche ore nel deserto.
Poche ore di fronte al mare
Poche ore in un canyon.
Il silenzio e la forza della natura.
Risento la pace
Risento la forza. Ringrazio Dio che anche qui mi mette al fianco anime
illuminate, compagne di viaggio e di speranze. Condividiere la
consapevolezza e proiettarla nel futuro. Per assaporare volti, anime, mari
di acqua e mari di fango, foreste di alberi e forste di dolori, feste di
birra e feste di dollari. Anime illumnate che aiutano ad illuminare la
realta’. Senza parole. Solo presenza che rassicurano. Piccole fiammelle di
Spirto che non ti lasciano sola. E che danno senso alla solitudine, qui
sempre cercata, spazio aereo e temporale che concede un incontro con la
propria anima.
Poche ore nel deserto.
Poche ore di fronte al mare
Poche ore in un canyon.
Il silenzio e la forza della natura.
Questo e l Esistente.
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Risaliamo la lunga strada che dal porto arriva al mercato Rocky Santeiro.Ci
sembra lunga ma in realta e poco piu di un Km, um km percorso a passo d’uomo,
la macchina affiancata da mille kandongheios (i pulmini bianchi ed
azzurri, ruggine, musica, adesivi come contrassegno del trasporto
pubblico), che si infilano sopra il mio cofano.
La strada, non si vede l’asfalto, tutto ricoperto da uno strato piu’o meno
solidificato di immondizia, feci, cenere. Stranamente tranquilla in mezzo a
questo piccolo grande ínferno, penso a come si puo cambiare in 6 mesi.
Forse, fino a che le energie ci sono, val la pena di non ascoltare la paura
e provare. Mi ritrovo a scoprire un’altra me stessa, che gira come
consulente a Johannesburg o guida in mezzo a buche, fuoco e immondizia a
Luanda.
Il limite, a volte e’ buon senso, a volte no. Il limite, dove lo scegliamo
e dove lo accettiamo, come suggerimento di una realta’ che ci accompagna sin
da piccoli, muro che um pó alla volta interiorizziamo, da cui ci facciamo
ingabbiare, definitivamente complici di una insoddisfazione che si insinua
progressivamente nelle nostre viscere.
Il limite, mentre faccio retromarcia uscendo dall‘ennesima buca, tre
ragazzini, dei vigli improvvisati che al grido di ªªmadriiiiiina,
madriiiiinaªª mi fanno mille segnali per suggerirmi come infilare i 4m
dell’ auto tra rifiuti, coda di macchine, venditrici di frutta, mendicati e resti
di vecchi fuochi ancor accesi, si il limite, qui cosa e’? Cosa e’ per me, e
cosa e per questi volti? L’affidarsi, a Dio, alla sorte, al cielo, al
nulla.
Il limite come controllo, qui davvero e’uno sconosciuto. Il controllo
effettivo nessuno ce lo ha. Un po’alla volta si impara a lottare ma anche a
non ribellarsi contro tutto cio che non va. Non so, sono cosi attonita
eppure cosi serena mentre mi avvicino al centro di Don Bosco che non ho piu
voglia di criticare un fiume di anime che per molti mesi ho solo ritenuto,
incosciamente sfaticate.
16000 ragazzi seguiti in tutta Luanda. Un piccolo grande universo, quello
dei Salesiani qui nel cuore dell’Angola. Fuori l’inferno, dentro i cancelli
un centro pulito, campi da cálcio e basket, casa dei volontari, scuola su 4
piani, centro informatico. E poi le singole parrocchie con i loro oratori,
qui in capitale cosi come in altre 4 province. Mi vengono i brividi. C’e
un’ energia indefinita, ma forte, in questo spiazzo cementificato e circondato
da vie immerse nell’immondizia. Non voglio essere Nwe Age, alla fine questa
e’ una senzazione a pelle, sia Spirito Santo, sia Energia, siano campi
magnetici, ognuno chiama uma realta’ positiva come vuole, cerca di
spiegarla come vuole, ma non puo negare la presenza di una forza che e’ davvero
Amore.
Sembra che gli occhi di tutti questi ragazzi abbiano per un pó dimenticato
il pezzo di vita che li avvolge fuori. E stato importante anche per me, per
tutti i miei coetanei montanari, e lo e anche per questi fiumi colorati di
adolescenti luandesi. La parocchia. Me ne sono allontanata, ce ne siamo
allontanti in tanti, stufi, davvero, di clericalismi radicati,
tradizionalismi insulsi, buone facciate e schiene cattive, tovaglie bianche
e tavoli nerissimi. Eppure, dopo piu di 5 anni lontana dalla vita attiva in
parrocchia, rivaluto tutto quello che mi ha dato, che da ancora oggi da
agli adolescenti. I problemi iniziano sempre piu in la, quando si raggiungono i
20 anni e molti gruppi ed associazioni al posto di offrire opzioni
difficili e compromettenti ristagnano nel ribollire limiti precostituti (e mai
rispettati) e frasi fatte. Anche se, alla fine tutti abbiamo la possibilta
di cercare piu lontano altre anime profonde che non smettono di camminare.
….
Guardo Kasia, la volontaria polacca che mi accompagna. Anche lei e
emozionata. Settimane chiuse in ufficio sbattendo la testa contro muri di
burocrazia ed inneficenza, e poi basta immergersi in uma favelas per
rinascere. Per non dimenticare il perche abbiamo scelto di venir fino qua.
Aspettiamo Stefano, il giovane salesiano che ci scarrozzeraª per tutta la
giornata, e Chiara, la nuova giovane volontaria italiana. Dal tetto dell’
edifício si abbraccia tutta Luanda. Eª nulla il centro dove viviamo. A
destra, sinistra, sino al mare capanne di lamiera ammassate le une sulle
altre, costruiti anche su piccoli e grandi dirupi dove, a volte, spofondano
i rifiuti, altre volte le stesse ‘case’. Di fronte il piu grande mercato
luandese. Sembra impossibile, ci dice Stefano, eppure anche li, di notte,
alla luce di un piccolo generatore, prostitute, dorgati, minori senza
dimora si incontrano e corrono dietro un pallone. A volte la speranza
assume forme che noi nemmeno potremmo immaginare.
Riunione degli animatori. Sono le 11 di un caldo sabato mattina. Ragazzi
dai 12 ai 19 anni si riuniscono per programmare um campo che si svolgera a fine
mese. Tecniche di animazione, arte, canti il programma dei 3 giorni. Uma
lavagna piena di numeri e’ la contabilita del gruppo, entrate ed uscite per
sapere quanto ogni ragazzo dovra contribuire, quanti i soldi che verranno
dall’oratorio e dalla parrochia ospitante. 300 kwuanza cada uno, piu o meno
4 dollari. Un inezia o um immensita, dipende. Un ennesimo confronto con uma
realta che ti porta ad essere autonomo sin da piccino. Perche l oratorio
non puo essere fatto sullo stile europeo, deve calarsi nelle piccole e nelle
grandi cose in un contesto, in una storia, in um flusso di emozioni,
problemi, storie di vita. Il campo si svolgera nella parrocchia vicina,
altro cemento, altre case…. ed io che immagiavo delle tende vicino al
mare!!!. Ma trasportare i ragazzi fuiri Luanda e troppo caro. Come e
difficile non paragonare la loro storia alla nostra. <>, mi dice Stefano.
Lo so. Ma faccio fática ad accettare che il loro diritto sia nel concreto
minore del mio.
Padre Tirso, um argentino atípico, um pó chiuso, gran lavoratore, ci
accoglie com um sorriso e uno sguardo indgatore che emerge dagli
ochialletti intelletuali e trasparenti che mette e toglie ongi 10 minuti. Tirso e la
vera mente pensante del centro, Ha tutto sotto controllo, incredibile. Non
solo educazione di adulti e ragazzi, non solo cori, sport, associazioni di
famiglie e attivita per gruppi vulnerabili come tossicodipendenti e senza
famiglia. I Salesiani a Luanda svolgono anche una intensa attivita
sanitaria, con programmi di prevenzione di HIV AIDS, LAvorano con ragazzini
di strada e gruppi di donne. ªªAttraverso i nostri programmi cerchiamo di
ridare la speranza agli abitanti della nostra parrocchia che sono piu di
700.000 (si si non c e un errore, proprio 700.000!!). Durante la guerra si
pensava che il dopo sarebbe stato migliore, davvero. Che con la fine degli
scontri sarebbero arrivate nuove strade, miglior assistenza medica,
istruzione davvero per tutti. Ci si sta accorgendo che tutto questo non e
semplice de realizzare, e che non e tra le principali prioritaª del
governo.
Si sta generando sconforto, disillusione, tendenza alla delinquenza
soprattutto nei giovani. Il primo nostro obiettivo e quello di ridare luce
ai loro occhi, di renderli consapevoli che davvero val la pena di resistere
per cambiare……
Per informazioni
Salesiani Luanda
Stefano Francesco Tollu sdb
Parrocchia S. Josè de Nazaré
Vice- Provìncia Mamà Muxima
Lixeira- Luanda.
Rep. de Angola
tel. 002442386204
Autrice: Laura Fantozzi, laura.fantozzi@undp.org
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