Dagli Appenini alle Ande … — Lombardi nel Mondo

Dagli Appenini alle Ande …

Quest’articolo non gira su quel film, anche se la metafora può servire da prefazione ad un’altra appassionante storia riguardanti il peronismo nei confronti del nazifascismo.

 

Dagli Appennini alle Ande” è un bel film, del 1959, diretto da Folco Quilici e ispirato dal romanzoCuore” di Edmondo De Amicis.
Quest’articolo non gira su quel film, anche se la metafora può servire da prefazione a un’altra appassionante storia riguardanti al peronismo nei confronti del nazifascismo.
Ovviamente le autorità del peronismo hanno sempre negato vivamente questo rapporto nonostante le prove abbastanza evidenti su questi affari.
Per prima dobbiamo ricordare che l’Argentina mantiene la sua neutralità proprio fino a pochi giorni dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Seppur un segreto, nelle voci e nei fatti, lo stato argentino e lo Stato del Vaticano mettono a disposizione migliaia di passaporti falsi per accogliere militari trafugati dalla Germania nazista e dall’Italia fascista verso l’America meridionale.
La maggior parte dell’equipaggio della corazzata tascabileAdmiral Graf Spee”, autoaffondata di fronte a Montevideo (il 17 Dicembre 1939), si radica in provincia di Cordoba.
Ci sono anche dei documenti che provano che, intere flottiglie di sottomarini tedeschi, sbarcarono personale militare e diversi materiali, sulle coste della Patagonia argentina.
Che dire sui gerarchi nazisti appartenenti alle SS come Adolf Eichmann, Erich Priebke, Josef Mengele, Gerhard Bohne, Siegfried Uiberreither, Reinhard Kopps, Herbert Habel, Josef Schwammberger, Paul Schaefer, Walter Kutschmann, Klaus Barbie, Edward Roschmann, Aribert Heim, Walter Rauff, Hans Fischbock, Ludolf Alvensleven, Erwin Fleiss, Fridolin Guth, Kurt Christmann, Josepf Votterl ed altri?
Molti di loro perseguitati, qualcuno sequestrato, altri estradati per poi essere giudicati e condannati dai tribunali internazionali per i loro crimini di lesa umanità.
Ancora oggi c’è chi afferma che il proprio Adolf Hitler abbia vissuto in Argentina fino alla fine, avvenuta solo qualche anno fa, nelle vicinanze di Bariloche.
Anche durante il decennio peronista 1945-1955 non sono pochi i rifugiati tedeschi impegnati dal governo di Peron.
Uno di loro è il noto ufficiale SS Otto Skorzeny, assai famoso (dalla propaganda nazista di Goebbels) per aver liberato e portato in Germania il Duce d’Italia, Benito Mussolini.
Infatti, Mussolini era tenuto prigioniero nel Gran Sasso d’Italia in attesa di essere consegnato alle forze alleate. Durante il corso dell’operazione Eiche atta a liberarlo, Skorzeny pare fece in realtà solo da osservatore mentre Karl Radl e i Fallschirmjäger di Kurt Student facevano il resto.
Comunque, nel maggio 1945 fu catturato dagli americani e nel 1947 assolto (a Dachau) da tutte le accuse per crimini di guerra.
Dopodiché, “scarface”, il gigante Skorzeny, si reca a Buenos Aires e trova impegno come assistente del presidente Juan Domingo Perón e da guardia del corpo della moglie, con cui –secondo delle voci– avrebbe avuto anche qualche rapporto intimo.
Un suo pronto intervento avrebbe pure salvato la Prima Donna argentina da un attentato contro la sua vita.
Non si conoscono molti registri fotografici di Skorzeny ed Evita insieme, comunque lo si può distinguere dal retro o seminascosto dal volto della propria Evita sul balcone della Rosada.
Nel giugno 1957, l‘ex SS-Obersturmbannführer (Comandante superiore di battaglione) si trasferisce in Irlanda, dove è accolto proprio da eroe.
Finalmente, il salvatore del Duce d’Italia e guardia di corpo di Evita Peron, mancò a Madrid, colpito da un cancro, nel 1975.

 

Di Jorge Garrappa Albani06/01/2016

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