Ucciso Vittorio Arrigoni, veglia di preghiera a Bulciago — Lombardi nel Mondo

Ucciso Vittorio Arrigoni, veglia di preghiera a Bulciago

La madre: “Orgogliosa di lui”. Il 36enne militante lombardo era stato rapito da un gruppo di fondamentalisti islamici. E’stato rinvenuto il suo corpo privo di vita. Bulciago, in provincia di Lecco, è vicina ai familiari

Bulciago, 15 aprile 2011 – Vittorio Arrigoni è stato ucciso: il cadavere dell’attivista pacifista rapito ieri a Gaza City da un gruppo di fondamentalisti islamici è stato rinvenuto poco prima delle 2 di notte in un’abitazione nel quartiere periferico di Qaram. A ritrovare il corpo del militante lombardo di 36 anni sono state le forze di sicurezza di Hamas che avevano scatenato una tenace caccia all’uomo, dopo l’annuncio del sequestro ieri pomeriggio con un video-choc su YouTube in cui Arrigoni appariva bendato con una fascia nera, col volto tumefatto e pieno di sangue.

 

SILENZIO E INCREDULITA’ – A Bulciago,  paese di 3.050 anime in provincia di Lecco, nessuno ha voglia di parlare dopo la conferma sulla morte di Vittorio. Dal parroco, ai consiglieri, alla gente comune nessuno, al momento, riesce a commentare a spiegarsi una morte così inaspettata. Il comune ha sospeso tutte le iniziative in programma nei prossimi giorni.

 

VEGLIA DI PREGHIERA – Per stasera nella palestra elementare del paese si svolgerà una veglia. Il vicesindaco Luigi Ripamonti ha detto: “Diifficilmente i genitori di Vittoriosaranno presenti”. Vittorio era molto conosciuto e ben voluto in paese anche perchè la sua famiglia da sempre è impegnata sia nel politico che nel sociale. “E’ a casa dei suoi genitori – ha riferito il vicesindaco – che alla fine degli anni Settanta ci si riuniva per mettere in piedi la nostra lista politica”. Il papà dell’attivista ucciso, Ettore, è stato consigliere comunale. Ora è in pensione dopo aver svolto per anni un’attività’ imprenditoriale. La mamma Egidia Beretta, 68 anni, sindaco di Bulciago (3.050 abitanti) dal 2004. E’ a capo di una giunta di centrosinistra ed è al suo secondo mandato che dovrebbe scadere nel 2014.

 

I FAMILIARI DI VITTORIO – La madre, Egidia Beretta, da sette anni è sindaco del piccolo Comune. Ha vissuto ore tra paura e speranza, poi si è chiusa nel suo dolore. Solo ora è riuscita a dire qualcosa: “Sono rimasta molto sorpresa, oltre che addolorata che sia successa una cosa del genere per l’attività che lui faceva lì: Vittorio non si metteva mai in situazioni di pericolo”. E ha aggiunto: “Mi hanno telefonato dei suoi amici poco fa da Gaza, mi hanno detto che Vittorio è ora in un ospedale della zona e che anche molti cittadini di Gaza sono molto scossi per la sua morte”.

 

Il corpo di Vittorio si trova all’ospedale Shifa, l’ospedale principale di Gaza City. “E’ l’ospedale – ha spiegato la madre – dove arrivava spesso Vittorio con le ambulanze ai tempi di Piombo Fuso. Ora sto aspettando che si faccia viva la Farnesina perchè da Gaza un’amica di Vittorio mi ha detto che si possono chiedere alla Farnesina le modalità di rientro di mio figlio. Adesso chiamo la Farnesina e dico che vorremmo che Vittorio tornasse attraverso il valico di Rafah, attraverso l’Egitto”. Egidia Beretta ha poi confermato che il figlio sarebbe rientrato molto presto. “Mi aveva appena raccontato – ha spiegato – che era stato invitato in Sicilia per l’anniversario della morte di Peppino Impastato”. I familiari avevano sentito Vittorio per l’ultima volta all’inizio della settimana. “Ci sentivamo regolarmente la domenica – ha detto la madre -. Lui faceva uno squillo e noi lo richiamavamo, era sempre tranquillo”.

 

La mamma di Vittorio ha raccontato: “Io e Vittorio eravamo molto uniti come idee, obiettivi e ideali, sono molto orgogliosa di lui, è sempre stato cos'”. Alla domanda su che cosa si sentirebbe di dire a tutte le persone che come Vittorio dedicano la loro vita agli altri e alla pace, ha risposto: “Direi loro di non perdere mai il coraggio e di avere come obiettivo non la propria realizzazione personale ma lavorare per gli altri, soprattutto per i piu’ sfortunati come faceva Vittorio”. “Lui non ha mai frequentato i potenti, i palazzi di Hamas – ha detto ancora la madre – ma viveva a contatto con la gente in un due localini di un condominio che guardava sul porto”.

 

“Ripeteva sempre: restiamo umani anche nei momenti più difficili – ha ricordato ancora Egidia Beretta – e io alle volte gli chiedevo: come si fa a restare umani in certi momenti? E lui rispondeva: ‘perche’ nonostante tutto l’umanità deve esserci sempre dentro di noi e dobbiamo portarla agli altri'”. “E’ sempre stato così, da quando ha finito la maturità ha cominciato ad andare in paesi diversi – ha ricordato ancora la madre -. In Israele e Palestina e’ arrivato nel 2002 quasi casualmente, mi diceva: ‘Sono entrata dal Damasco Gate, sono arrivato a Gerusalemme Est e sono rimasto quasi folgorato'”. “In quel momento ha capito – ha concluso la madre – che il suo lavoro si sarebbe concentrato nella Palestina”.

 

Sulla pagina personale di Facebook di Egidia Beretta campeggia, come foto, la bandiera di Gaza, la stessa che Vittorio stringe nella sua foto del profilo del social network. Accanto alla mamma, l’altra figlia, Alessandra, assistente sociale. Egidia ha accettato di uscire a parlare con i giornalisti che attendevano davanti alla villa, poichè il vicesindaco Luigi Ripamonti ha fatto da intermediario con la promessa da parte della stampa che poi sarebbe stato tolto l’ ‘assedio’ dei gironalisti fuori dalla acsa in via Papa Giovanni XXIII

 

CGIL LOMBARDIA – Il sindacato è vicino alla famiglia di Vittorio: “Questa mattina abbiamo appreso della morte di Vittorio Arrigoni, militante pacifista, impegnato da anni nella striscia di Gaza, a fianco del popolo palestinese. Il suo rapimento, ad opera di un gruppo che si è autodenominato “Hisham as-Su’eidani”, alias Abu al-Walid al-Muqaddisi, è stato un atto barbaro come il suo assassinio, compiuto nel segno del disprezzo e del rifiuto di qualsiasi rispetto per l’impegno di un uomo che da tempo aveva deciso di vivere nel disagio e nel pericolo, a fianco di chi è vittima di violente ingiustizie e crimini contro l’umanità. Hanno ucciso Vittorio, colpevole solo di essere sempre stato dalla parte dei più deboli, senza chiedere loro in che Dio credessero o di quale parte politica fossero”. la Cgil ha concluso: “Il dolore è forte per la morte di un giovane, di un uomo giusto, che con la non violenza aveva saputo compiere scelte difficilissime, aveva saputo farsi voler bene e stimare dai palestinesi per il lavoro che svolgeva a Gaza”.

 

ROBERTO FORMIGONI – Messaggio di cordoglio dal presidente della Regione Lombardia: “Esprimo tutto il dolore mio personale e di Regione Lombardia alla famiglia di Vittorio Arrigoni, vittima di un barbaro assassinio. Queste manifestazioni d’odio e di disprezzo totale della vitaci inducono ad una riflessione che coinvolge tutti noi su come sia caduto in basso il rispetto della persona e della vita nel mondo di oggi. Nessuno si senta estraneo o indifferente”.

 

http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2011/04/15/490825-silenzio_incredulita.shtml

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