L’attività dell’Umanitaria negli anni venti — Lombardi nel Mondo

L’attività dell’Umanitaria negli anni venti

Raccogliamo qui due articoli usciti nel biennio 1923-1924 a commento dell’attività della Società Umanitaria di Milano relativamente al tema dell’emigrazione

Tratto da “Il Secolo” del 3 maggio 1923

 

Nell’ultimo numero del bollettino dell’Ufficio dell’emigrazione centrale dei segretariati laici di assistenza agli emigranti, uscito l’altro ieri, è pubblicata una diffusa relazione sull’opera svolta durante lo scorso anno dall’Umanitaria in difesa e a protezione dei nostri nomadi operai.

 

Si tratta di un’opera altamente civile e umana compiuta dal nostro massimo organismo di beneficenza, che dalle cifre della relazione emerge in tutta la sua imponenza. I relatori signori Sapienza, direttore dell’Ufficio e Colajacomo, economo, informano anzitutto che la «Casa» ebbe anche nello scorso anno un notevole movimento, sia per il passaggio dei lavoratori italiani diretti all’estero o rimpatrianti, sia per quello di emigranti esteri di transito come pure per un rilevante numero di persone comunque ricoverate ed assistite. Le persone di passaggio per Milano e beneficiate dall’Ufficio dell’Umanitaria in tutto lo scorso anno sono state complessivamente 78.563 e cioè: 55.587 uomini, 9.738 donne e 13.218 ragazzi.

 

Il movimento degli emigranti segna da solo la ragguardevole cifra di 48.990 persone così suddivise: emigranti all’interno 21.078; emigranti all’estero 21.675; emigranti stranieri di transito 706.

 

I 21.078 emigranti all’interno rappresentano operai adulti e ragazzi d’ambo i sessi transitanti per Milano e diretti nei vari centri industriali dell’Alta Italia. Questa corrente emigratoria, prevalentemente costituita da lavoratori appartenenti alla classe generica dei braccianti (terrazzieri, manovali, braccianti), si è mantenuta quasi costante in tutti i mesi dell’anno, con una particolare intensificazione, specialmente per le donne, nei mesi di giugno e luglio per il consueto passaggio dei mondarisi e nel mese di dicembre per il transito di operaie tessitrici provenienti dal Veneto e dirette in Lombardia e in Piemonte. I 21.675 emigranti all’estero vanno cosi suddivisi a seconda dei paesi di destinazione: Francia 15.824; Belgio 2.585; Lussemburgo 1.48; Svizzera 846; Germania 121; Olanda 6; America del Sud 213; Australia 61.

 

Da questi dati risulta in maniera evidente come in Francia sia ormai quasi l’unico mercato di assorbimento della nostra emigrazione in Europa, tenuto conto che anche la maggior parte degli emigranti con passaporto per il Belgio e il Lussemburgo erano diretti effettivamente in Francia; che dalla Svizzera, contro 846 emigranti, si ebbero 947 rimpatriati e dagli altri Stati europei 188 rimpatriati su 127 emigrati, molti dei quali rimpatriati in condizioni pietose, tanto che la Casa Emigranti dovette provvedere a mantenerli e a procurare loro i mezzi di ritornare nei loro Comuni, mentre molto soddisfacenti si dimostrarono invece le condizioni finanziarie, morali e fisiche dei rimpatriati dalla Francia per sospensione in invernale di alcuni lavori.

 

Tenuto conto della professione degli operai di passaggio diretti all’estero, in paesi europei, si rileva come il miglior contingente sia fornito dai muratori (6528) e manovali (5284). Seguono poi i minatori con 3292, i boscaiuoli con 2150 e gli scalpellini con 1467. Sul totale degli operai emigranti più del 70 per cento appartenevano quindi alle varie categorie dell’industria edilizia e il resto alle altre due categorie dei minatori e dei boscaiuoli.

 

Dopo avere diffusamente accennato ai rimpatriati (4890 uomini, 279 donne e 562 ragazzi), cifre relativamente esigue, e agli emigranti stranieri di passaggio, i relatori passano ad illustrare le diverse forme di assistenza svolte dall’Ufficio.

 

La Casa oltre ad offrire alle persone di passaggio temporaneo ricovero e refezioni a modico prezzo, prestò la sua assistenza di varia natura a mezzo del proprio personale, il quale dovette intensificare la sua opera per la delicata sorveglianza e verifica dei documenti di espatrio, al fine di evitare agli emigranti non in regola di essere respinti alla frontiera. Opera non meno assidua dovette il personale dare per il servizio di consigli e informazioni agli emigranti sulle disposizioni man mano emanate dagli organi centrali di tutela, quali quelle dell’applicazione della marca da bollo sui contratti di lavoro, del termine di validità delle licenze degli operai rimpatriati, ecc.

 

Su oltre 25 mila persone alloggiate nei locali di piazza Miani, dietro la stazione centrale, 12453 lo furono gratuitamente; la assistenza per i ragazzi inviati alle cure balneari o climatiche, si compendiò nell’esame e nella soluzione di 11081 pratiche.

 

Infine, durante l’anno vennero distribuite 10.150 razioni di pane e minestra a favore di emigranti, immigrati, disoccupati, smobilitati, riespatriandi, ecc. ecc., tutti privi di mezzi. La cucina annessa alla Casa distribuì da parte sua complessivamente razioni 19.560 di carne con contorno e pane al prezzo fisso stabilito dalla Direzione di L. 2,80 per razione e 19.800 razioni di pane e minestra al prezzo di L. 1. Con ciò la Casa provvide a fornire agli emigranti anche vitto a modico prezzo oltrechè ricovero, sottraendoli allo sfruttamento di disonesti speculatori.

 

Questi sommari accenni bastano a dare un chiaro concetto di tutto il bene che la Umanitaria già tanto benemerita per tutte le altre molteplici sue istituzioni di assistenza sociale e culturale, compie a vantaggio degli emigranti che tra tutti gli umili sono quelli che hanno più bisogno di vigili cure e di amoroso patrocinio.

 

 

Giudizi esteri sull’operato dell’Umanitaria (1924)

 

Dalla “Corrispondenza settimanale dell’Ufficio Emigrazione Umanitaria” del 15 aprile 1924

 

Il giornale Le Soleil – uno dei più importanti quotidiani di Marsiglia – occupandosi in un suo articolo dell’opera svolta dall’Umanitaria in Francia, nel campo della assistenza agli emigranti italiani, si esprime in questi termini:

 

«Ecco una Istituzione italiana che ha la sua importanza, sia per il suo carattere essenziale che per le sue prestazioni. Essa ha per scopo, fra l’altro, al studiare i problemi dell’emigrazione e di tutelare gli interessi degli emigranti.

 

La sede centrale è a Milano. Altri Uffici sono stati costituiti nei principali paesi esteri. Quello di Marsiglia conta già dodici anni di vita, ed è in buone mani: il segretario delegato, sig. Domenico Zavattero, compie la sua missione con molto zelo e competenza. Si tratta d’un amministratore previdente, sagace e laborioso.

 

L’Ufficio di Marsiglia si occupa della protezione degli emigranti e dei residenti italiani che ne chiedono l’assistenza, in numero rilevante. L’emigrante giunge a Marsiglia per trovarsi un posto da lavorare: egli ha bisogno di compiere alcune formalità per ottenere il permesso di soggiorno. Di tutto ciò l’Ufficio si interessa tanto verso le autorità locali quanto verso gli Uffici di collocamento. Vengono cosi evitate all’emigrante, e molto di sovente, una lunga disoccupazione e qualche volta delle divergenze colla polizia, riuscendo anche a strapparlo dalle grinfie dei soliti speculatori. E qualora l’emigrante voglia dirigersi in località più lontane, l’Ufficio provvede a mandarlo nelle migliori condizioni.

 

Ma non basta. L’emigrante residente a Marsiglia, in caso d’infortunio sul lavoro, trova subito nell’Ufficio le informazioni che gli occorrono in materia legale e, eventualmente, la difesa dei suoi diritti presso le Compagnie di assicurazione, il giudice di pace o il tribunale civile.

 

Quando un italiano ha bisogno di documenti dall’Italia – documenti che si ottengono con molti ritardi – l’Umanitaria se ne occupa per farglieli avere a più presto possibile, alleviando così le incombenze del Consolato locale. Migliaia di queste ed altre pratiche vengono esperite, durante un anno. Si tratta, insomma, d’un piccolo ministero ove regna la massima cordialità.

 

Senza l’Umanitaria; quanti italiani, analfabeti, ingenui, venuti dalle campagne, si troverebbero sperduti nella nostra grande città!

 

Il sig. Zavattero si tiene in continui rapporti con le autorità: egli fa da intermediario tra i proprietari delle grandi regioni agricole che chiedono la mano d’opera italiana. L’emigrante può così avere del lavoro con maggiore facilità.

 

Esaminando l’attività dell’Umanitaria nel 1922 si rimane impressionati dei risultati ottenuti nelle sue varie prestazioni: assistenza agli infortunati sul lavoro, collocamento della mano d’opera, protezione degli emigranti, soccorso ai bisognosi, rimpatri, pensioni o danni di guerra, ecc., ecc.

 

Sono oltre 5000 le pratiche trattate e risolte favorevolmente, senza contare gli innumerevoli consigli verbali e scritti.

 

L’Ufficio ha il merito di impedire l’emigrazione clandestina e di rendere, con questa sua azione, un servizio all’Italia così come alla Francia.

 

Il sig. Zavattero ha creato delle sottosezioni nell’Estaque, a Gardanne, Salon, La Ciotat, Aix, Cassis, ove egli compie frequenti sopraluoghi.

 

L’Umanitaria assolve degnamente il suo compito, e conformemente ai suoi statuti ed al suo carattere. È una ottima Istituzione sociale che la colonia italiana apprezza altamente.

 

www.umanitaria.it

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