Italiani nel Mondo: l’associazionismo degli emigranti- SECONDA PUNTATA — Lombardi nel Mondo

Italiani nel Mondo: l’associazionismo degli emigranti- SECONDA PUNTATA

Massimo Baldacci, nell’anno accademico 2005-2006, presentò la tesi di laurea: Italiani nel Mondo. Il problema della partecipazione alla vita politica nazionale. Questa è la seconda parte della pubblicazione

”. Importante, nel lavoro di Baldacci, risulta lo spazio dato alla discussione politica, i lavori delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato sino all’acceso dibattito parlamentare.

“Durante la redazione”, ha ancora affermato Massimo Baldacci, “ho scoperto quanto siano stati fondamentali (e lo siano tuttora) gli emigrati italiani per il nostro Paese, anche dal punto di vista puramente economico! Troppo spesso e troppo superficialmente, noi diamo per scontata la fama mondiale di cui gode l’Italia, fatta non solo di bellezze paesaggistiche, culturali e storiche, ma anche di impegno e sacrificio di chi ha lasciato il Paese alla  ricerca di una nuova e migliore vita.”

La tesi Italiani nel Mondo. Il problema della partecipazione alla vita politica nazionale è servita senz’altro a mettere a fuoco la realtà e i diritti dell’Altra Italia (il voto, come una maggiore partecipazione alla vita politica in Patria, era richiesto dalle associazioni dei migranti già nei primi anni del 1900).

“Gran parte degli Italiani all’estero sono i migliori ambasciatori che l’Italia possa permettersi. Persone che sono state costrette o hanno deciso di lasciare il proprio Paese alla ricerca di fortuna o semplicemente di una nuova realtà in cui affermarsi, sono solo da rispettare ed onorare: molto spesso penso che amino molto di più loro l’Italia, rispetto a noi che ci viviamo quotidianamente”, conclude Massimo Baldacci.

 

 

Strettamente connesso all’emigrazione è lo sviluppo delle associazioni degli emigranti italiani che, dagli anni Quaranta in poi, ha coinvolto fino ad oggi più di un milione e mezzo di nostri concittadini.

E’ una pubblicazione, Associazione degli italiani nel mondo della Direzione Generale per l’emigrazione e gli affari sociali presso il Ministero degli Affari Esteri, che, aggiornata negli anni (la prima uscita risale, infatti, al 1970), ci fornisce una sorta di catalogazione sulla realtà dell’associazionismo di emigrazione. Per avere una prima idea sui numeri che girano attorno a questo fenomeno associativo, possiamo individuare, ad esempio, nelle quattro maggiori aree di destinazione (Europa – America Settentrionale- America Centrale e Meridionale- Oceania) le circoscrizioni consolari con il più elevato numero di associazioni: Basilea in Europa, Toronto nell’America Settentrionale, Curitiba in America Centrale e Meridionale e Melbourne in Oceania. Riportando qualche dato, a Basilea sono state censite circa 421 associazioni, tra le quali la sede cantonale Acli Argovia con 1170 soci, il Comitato italiano d’intesa del Birstal con 350 soci e l’Associazione trevisani nel mondo con 242 soci; a Melborune esistono 214 organizzazioni per un totale di circa 25 mila soci, tra le quali il Veneto social club (4500 soci) ed il Leonardo da Vinci con quasi mille aderenti. (1) In generale, è possibile effettuare una classificazione dei vari tipi di organizzazioni, in riferimento alla loro natura o alle loro finalità:

• Associazioni ricreative, comprendenti circoli per pensionati, circoli sportivi, del dopolavoro ed altri. Il legame che tali enti mantengono con l’Italia non è di tipo organico con le istituzioni e tendono ad avere rapporti con il Paese di accoglienza solo per motivi di opportunità specifica (richiesta di autorizzazioni, chiusura o apertura di sedi). In sostanza, godono di una forte indipendenza nelle loro azioni anche se, non di rado, rientrano in strutture ben organizzate come quelle politiche, religiose o sindacali;

• Associazioni assistenziali, molto legate a quelle di tipo religioso in quanto nascono proprio per opera di istituti legati alla Chiesa, assistono gli emigrati, risolvendo loro problemi di inserimento, di lavoro o di alloggio. Con il passare degli anni, questi enti si sono orientati verso settori più specifici come l’educazione, la famiglia, la sanità fino a diventare il perno attorno al quale sono sorte scuole ed ospedali;

• Associazioni religiose, nate come enti assistenziali, sono tra le più vecchie organizzazioni fondate dagli emigrati già al tempo della “Grande emigrazione”. Per citare qualche esempio, possiamo ricordare, oltre le stesse strutture episcopali, anche l’Opera Bonomelli e gli Scalabriniani; (2)

• Associazioni sindacali sono, ovviamente, numerose nei paesi con forte presenza italiana per tutelare l’inserimento dei nostri connazionali nel mondo del lavoro, spesso accompagnato da sfruttamento e discriminazione;

• Associazioni culturali, divise tra quelle a carattere locale, con la gestione delle biblioteche o scuole private, e quelle a carattere mondiale, “come la Società Dante Alighieri, (3) orientate alla promozione internazionale su larga scala della cultura italiana. E’ molto importante, in questo settore, la presenza degli Istituti italiani di cultura, dipendenti dalle autorità consolari”; (4)

• Associazioni politiche, legate sia ai tradizionali partiti italiani di riferimento (in particolar modo, AN e DS sono i gruppi maggiormente rappresentati all’estero), sia ad iniziative locali per le diverse realtà sociali, economiche o lavorative;

• Associazioni locali, fondate sulla comune provenienza da un paese, provincia o regione. Il boom di tali organizzazioni si ebbe subito dopo guerra, quando l’identità nazionale era subordinata all’orgoglio locale. (5)

Nello sviluppo del fenomeno dell’associazionismo esiste una differenza tra i paesi dove gli italiani sono arrivati nel periodo tra la fine della Prima Guerra mondiale ed il fascismo (America Settentrionale e Meridionale, Australia e le colonie africane) e quelli dove i nostri connazionali sono giunti nel secondo dopoguerra (Europa occidentale). Infatti, nel primo caso, un ruolo decisivo fu svolto dal regime che vedeva (anche se solo in un secondo momento, come ricordato in precedenza) negli italiani all’estero un motivo di propaganda per il Paese (ed il regime stesso), tanto da premiare gli emigrati con organizzazioni assistenziali e ricreative, ideologicamente legate al fascismo; nel secondo caso, l’associazionismo si caratterizza per la nuova realtà in cui veniva a trovarsi. Le organizzazioni sorte non si rifacevano all’ideologia passata, ma miravano a tutelare i diritti sul lavoro o in materia di previdenza o di assistenza (gruppi sindacali e religiosi), più che a trasmettere “l’italianità” nel mondo. In conclusione, l’importanza dell’associazionismo è stata, ed è ancor oggi, fondamentale per gli emigrati, in quanto essi hanno sempre potuto contare su una fitta rete di appoggio per le loro necessità e per la tutela dei loro diritti. Tal patrimonio, fatto di culture, tradizioni e storie di persone semplici partite alla ricerca di un qualcosa che potesse cambiare loro la vita, va conservato nella memoria non solo di coloro che vivono all’estero, ma anche in quella di tutto il Paese, affinché si comprenda quanto sarebbe stato molto più difficile per i nostri connazionali inserirsi nei paesi di destinazione senza l’aiuto di queste organizzazioni.

Le associazioni rivestono, dunque, un’importanza di rilievo per il loro fare da trait- d’union tra le comunità italiane sparse nei vari Paesi e l’Italia e per loro capacità di farsi portavoce delle istanze delle comunità di riferimento sia verso l’Italia sia verso i Paesi ospitanti.

In tale ottica va inserita l’istituzione del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM), fondato nel 1968, grazie all’impegno dell’attuale Ministro Mirko Tremaglia ed altri, con lo scopo di attuare una concreta politica per gli emigrati. Partendo dal presupposto che l’Italia per lunghissimo tempo si è totalmente dimenticata dei propri cittadini all’estero, il CTIM ha, sin dall’inizio, intrapreso la via di far divenire “produttiva” nel circuito nazionale ed internazionale la presenza italiana nel mondo. Considerato che un importantissimo fattore di forza internazionale del nostro Paese è rappresentato dalle comunità italiane all’estero, il Comitato si pone come scopi il rafforzamento dei legami fra le varie comunità italiane nel mondo e la Madrepatria; la difesa dei diritti e degli interessi delle nostre collettività; una politica di appoggio e di intervento in favore del “made in Italy”; la promozione, anche in Patria, di idonee iniziative per far conoscere e risolvere i gravi problemi degli italiani sparsi per il mondo. (6) Inoltre, oggi più che mai, si sente l’esigenza di riavvicinare quest’“altra Italia”, quest’ Italia lontana, alle sue origini, in quanto essa potrebbe influire, specie nei prossimi anni, positivamente nelle nuova prospettiva delle relazioni internazionali. Nuova prospettiva in cui il processo d’integrazione europea, inevitabilmente, ridurrà i già esigui margini d’iniziativa dello Stato italiano, che sarà sempre più parte dell’UE e sempre meno interlocutore “in proprio”.

 

Note:

1-  Per maggiori informazioni sulle organizzazioni degli emigranti, si veda Colucci M., L’associazionismo di emigrazione nell’Italia repubblicana, in Bevilacqua P.- De Clementi A.- Franzina E. (a cura di), “Storia dell’emigrazione italiana. Partenze”, cit.

2- Associazione fondata da Giovanni Battista Scalabrini nel momento in cui si presenta in dimensioni impreviste il dramma dell’emigrazione di massa. In mezzo all’assenza dello Stato e all’imbarazzo della Chiesa, egli fu ideatore e operatore di un intervento globale a favore dei migranti; previde un’assistenza religiosa, sociale, umanitaria che rispondesse a tutte le esigenze umane dei milioni di emigrati, sparsi principalmente nelle Americhe. Oggi, questa struttura si è messa al servizio di tutti i migranti, rifugiati, profughi, di qualsiasi nazionalità, con una conseguente internazionalizzazione dei suoi membri che operano in 26 paesi. Per maggiori informazioni, visitare il sito www.scalabrini.net

3-  La società Dante Alighieri nasce nel 1889 grazie a degli intellettuali, guidati da Carducci, interessate a tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la Madrepatria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana (come recita l’art. 1 dello Statuto sociale). Per il raggiungimento di tali finalità, la Società si affida ad oltre 500 Comitati, di cui più di 400 attivi tra l’Africa, l’America, l’Europa, l’Asia e l’Oceania. Visitare il sito www.societadantealighieri.it

4-  Cfr. Colucci M., L’associazionismo di emigrazione nell’Italia repubblicana, in Bevilacqua P.- De Clementi A. – Franzina E. (a cura di), “Storia dell’emigrazione italiana. Partenze”, cit., p. 422

5-  Le regioni più rappresentate sono la Sicilia, la Campania ed il Veneto, secondo dati aggiornati al 2000.

6-  Per ulteriori informazioni circa il CTIM, vedere il sito ufficiale www.ctim.it

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