Basket: Novo Mesto vince la Lega Adriatica di Seconda Divisione — Lombardi nel Mondo

Basket: Novo Mesto vince la Lega Adriatica di Seconda Divisione

9 aprile 2018 – Solo otto mesi sono passati dalla storica finale del campionato europeo di pallacanestro ma la rivalità – tutta slava – tra Slovenia e Serbia è ancora viva e da spettacolo. Questa è la lettura della Seconda Divisione della Lega Adriatica, il campionato che raccoglie il meglio della pallacanestro della (ex) Jugoslavia: una fucina di talenti capace, nel passato recente e meno recente, di sfornare campioni del calibro di Dražen Petrović, Vlade Divac, Predrag Stojaković, Aleksandar Djordjević, Luka Dončič e molti altri

Alla sua prima edizione nella versione “Serie B”, che consente alla squadra vincitrice di disputare la prossima stagione nella Prima Divisione della Lega Adriatica, la Seconda Divisione del campionato jugoslavo è stata vinta dal Krka Novo Mesto. Retrocessa dalla Prima Divisione lo scorso anno per via di una classifica avulsa forse troppo fortemente penalizzante, la compagine slovena -che ha cresciuto campioni storici a livello europeo e mondiale, come Matjaž Smodiš e Zoran Dragić– ha saputo agganciare la promozione dopo un anno di purgatorio in Seconda Divisione.

Per il Krka, a consentire il ritorno nell’Olimpo del basket jugoslavo è stato un roster quasi completamente ringiovanito, incentrato sull’esplosività in regia di Šiška, sulla precisione dalla lunga distanza delle guardie Bratož e Osolnik, e sulla presenza sotto canestro di un un pacchetto di lunghi come Dimec e Djapa, capaci di catturare, e capitalizzare rimbalzi a corredo di un gioco molto perimetrale fatto di velocità e precisione da fuori area.

Forse frutto del ringiovanimento della rosa dopo la retrocessione dell’anno precedente, il Krka ha trascorso, tuttavia, una stagione regolare all’insegna dell’incostanza. Avviata la stagione con una vittoria casalinga contro il Lovćen, il Krka subisce una sconfitta in trasferta a Vršac, alla quale seguono risultati alterni con alcune vittorie importanti, come quelle casalinghe contro il Sixt Primorska di Koper e la Jugoplastika Split, ma anche sconfitte pesanti, come quella in trasferta a Borac e, in casa, contro il Dynamic di Belgrado. Il girone di ritorno si apre con non maggiore continuità: arrivano vittorie importanti, come quelle in casa contro il Vršac e Borac, ma anche sconfitte pesanti come quelle, esterne, a Koper contro il Sixt Primorska e a Split contro la Jugoplastika.

Classificata quarta alla fine della stagione regolare, ed agguantato così l’ultimo posto disponibile per le Final Four di Čačak, il Krka riesce, tuttavia, nell’impresa di eliminare in semifinale il Borac, che ha chiuso la stagione regolare al primo posto imbattuta in casa con 16 vittorie su 22 partite. Così facendo, il Krka ribalta, in un colpo solo, sia il fattore campo (il Borac ha ospitato la Final Four tra le mura amiche) che il fattore classifica. In finale, il Krka incontra, e sconfigge, il Sixt Primorska di Koper: formazione finita terza in Regular Season, capace di una simile impresa in semifinale per mezzo della vittoria, netta ma a sorpresa, sul Vršac secondo in classifica nella stagione regolare.

Dal canto suo, il Primorska ha potuto vantare un roster di tutto rispetto, composto dall’esperienza di Vujasinović in regia e Joksimović come guardia tiratrice, e dalla fisicità sotto canestro dei due lunghi Čakarun e King. A tale roster, nel corso della stagione si è aggregato Rebec: playmaker dalle alte percentuali di realizzazione da tre punti dalla grande distanza che, l’anno precedente, ha stupito nella Prima Divisione della Lega Adriatica con la maglia del Krka Novo Mesto per mezzo delle sue triple. Liberato dallo Yenisey a metà stagione, Rebec -giocatore che farebbe bene in tante compagini nel campionato italiano, sia di Serie A che di Serie A2- non è tuttavia riuscito a portare i suoi alla vittoria contro la sua ex-squadra.

 

La Serbia si conferma culla della pallacanestro europea

 

Infine, una nota di plauso va al Borac e al Vršac. Nonostante le sconfitte a sorpresa nelle semifinali della Final Four, le due compagini serbe hanno dimostrato non solo compattezza e continuità di risultati durante al stagione regolare, ma anche un attaccamento alla pallacanestro che conferma come la Serbia sia, non da oggi, un grande paese capace di dare continuità ad una tradizione cestistica di alto livello.

Considerato il talento di atleti come Bjelica, Marinković e Luković nella prima divisione della Lega Adriatica, e l’atmosfera “balcanica” creata dai sostenitori del Borac durante la Final Four, non è peregrino individuare nella pallacanestro serba un esempio di alta qualità che altre piazze europee spesso sopravvalutate, si pensi alla Germania e sopratutto alla Turchia, faticano a raggiungere.

 

Matteo Cazzulani

Coordinatore Editoriale

Lombardi nel Mondo

@MatteoCazzulani

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