Storia, Batory: la “Nave Fortunata” che contribuì alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo

di Matteo Cazzulani (@MatteoCazzulani)

Sotto la bandiera polacca sì, ma anche, in gran parte, sotto quella italiana, come dimostra la sua storia fin dalla sua realizzazione. Il Batory viene infatti commissionato dalla Gdynia America Line (GAL), compagnia di trasporti trans oceanici polacca, con una buona partecipazione danese, per rispondere la bisogno di potenti navi capaci di trasportare, tra le due sponde dell’Atlantico, una quota considerevole di turisti e migranti. La GAL, e con essa il Batory, è legata a doppio filo con la Seconda Repubblica Polacca che, dopo avere ottenuto l’indipendenza e l’accesso al mare a seguito della Prima Guerra Mondiale, fa della città di Gdynia il suo unico porto nazionale, con funzioni, dunque, sia militari che mercantili. Nel contempo, il Governo della Polonia interbellica incoraggia l’emigrazione come valvola di sfogo di possibili tensioni sociali.

La GAL acquista, così, importanza e prestigio. Dopo avere rilevato una flotta di transatlantici dalla Baltic America Line (BAL), compagnia danese che la GAL incorpora nelle sue strutture, la compagnia di trasporti transoceanici polacca approva la realizzazione di due transatlantici di nuova generazione. Dopo una lunga selezione per identificare il costruttore, la GAL incarica i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone della realizzazione delle due navi in cambio di un pagamento in carbone proveniente dalla Slesia dilazionato negli anni. Nel 1934 è inaugurato il “Piłsudski”, mentre, nel 1935, è la volta del “Batory”: un transatlantico di 160 metri di lunghezza per 21 metri di larghezza progettato per solcare l’Oceano Atlantico senza particolari problemi.

Affidato alla guida di capitan Eustazy Borkowski, il Batory si impone fin da subito nel mercato della marina commerciale europea ed atlantica. Dopo avere realizzato, spesso a tempi record, traversate transatlantiche su una rotta fissa da Gdynia a New York, con scalo a Copenhagen, il Batory aiuta la GAL a monopolizzare il mercato del Baltico e, più in generale, dell’Europa Centro Orientale. Oltre ai danesi, che pure considerano la GAL una propria compagnia di bandiera, ad avvalersi dei servizi del Batory sono anche viaggiatori da Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia, Cecoslovacchia, Ungheria, quando non addirittura dall’Unione Sovietica.

La gloriosa missione in Australia e Nuova Zelanda

La leggenda del Batory, noto come la “Nave Fortunata”, si crea, però, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando, per via dell’accordo di alleanza tra la Seconda Repubblica polacca e la Gran Bretagna, l’intera flotta GAL viene incorporata nell’esercito britannico all’indomani dell’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, il Primo Settembre 1939. Da New York, dove si trova a ridosso della data di inizio del conflitto, il Batory viene considerato nave militare della Gran Bretagna, e, così, salpa per le Isole Britanniche. Il cambio di ragione sociale non avviene senza traumi, dal momento in cui Capitan Borkowski, che si rifiuta di sottostare alle restrittive disposizioni degli inglesi, abbandona nave ed equipaggio.

Inquadrata nella Marina militare britannica sotto il comando di un nuovo Capitano, Edward Pacewicz, il Batory, che pure continua a battere bandiera polacca, è protagonista di operazioni di supporto logistico agli eserciti alleati durante la campagna di Norvegia, l’invasione della Francia, e la Battaglia d’Inghilterra. Il Batory viene, altresì, impiegato sia per evacuare i militari delle nazioni occidentali da teatri di guerra occupati dai nazisti, sia per veicolare soldati e viveri dal Canada in Gran Bretagna.

In seguito a questa prima fase, il Batory realizza la sua traversata più lunga e gloriosa nel 1940, quando Capitan Zygmunt Deyczakowski viene incaricato di trasportare un carico di bambini britannici lontano dall’Europa, più precisamente in Australia. Il Batory avvia, così, una traversata dell’Oceano Atlantico fino all’Africa Occidentale, da dove, successivamente, riparte per l’India e, dopo uno scalo, raggiunge l’Australia, finendo per terminare la sua lunga corsa in Nuova Zelanda. La traversata di ben due Oceani (tre se all’Oceano Atlantico e a quello Indiano si considera anche la parte occidentale del Pacifico) senza essere risultato vittima da nessun attacco militare conferisce al Batory la nomea di “Nave Fortunata”: un titolo che il transatlantico polacco conserverà anche durante gli anni a venire.

Il contributo alla Liberazione di Italia e Francia dall’occupazione nazista

Il contatto con le stelle della Croce del Sud, per il Batory, non termina tuttavia con il viaggio in Australia e Nuova Zelanda. Di ritorno dall’Oceania, il Batory trasporta, infatti, in Europa soldati australiani e neozelandesi destinati alle operazioni alleate in Nord Africa. Il Batory, poi, viene attrezzato per azioni di sbarco nel Mediterraneo, e viene posto sotto il controllo alleato del Generale americano Dwight Eisenhower. Nel 1942, il Batory partecipa attivamente agli sbarchi alleati ad Oran, Algeri e Casablanca. Nel 1943, il Batory è parte importante dell’Operazione Husky, con la quale gli alleati sbarcano in Sicilia, e danno così avvio al crollo del regime fascista in Italia.

Il Batory resta nel Mediterraneo, e funge da nave di trasporto di soldati statunitensi, canadesi, britannici, francesi e jugoslavi feriti durante le operazioni miliari in Italia. Nel contempo, il Batory trasporta nella Penisola italiana soldati alleati impegnati a combattere i nazisti nell’Italia meridionale, dando così manforte ai partigiani attivi, nel Nord del Paese, a contrastare l’occupazione nazifascista.

Nello specifico, il Batory è la nave che trasporta quei soldati polacchi e neozelandesi che, inquadrati nell’esercito della Gran Bretagna, saranno protagonisti della Battaglia di Monte Cassino, oltre che della liberazione di importanti città dell’Italia centro-settentrionale, quali Ancona e Bologna. Terminata la campagna d’Italia, il Batory è impiegato nella liberazione della Francia meridionale, con importanti operazioni a Nizza e a Marsiglia.

Il Dopoguerra e gli ultimi viaggi

Finita la guerra, il Batory, così come la GAL, torna al servizio mercantile per conto della Repubblica Popolare della Polonia. Tuttavia, l’ennesimo cambio nell’attività del transatlantico non si sviluppa senza pesanti defezioni, come quelle di Capitan Deyczakowski e di gran parte della flotta, in parte stanca da anni di guerra, in parte poco propensa a prestare servizio presso un Paese del blocco orientale.

La GAL, tuttavia, si riprende presto da tale cambiamento. Capitan Jan Ćwikliński è nominato alla guida del Batory, che ripristina il servizio di trasporto di passeggeri, perlopiù turisti ed esponenti dell’Emigrazione polacca in Nord America, da Gdynia agli Stati Uniti d’America. In poco tempo, il transatlantico ritorna a ricoprire una posizione di prestigio nel mercato mercantile europeo.

A portare un cambio nell’attività del Batory è, tuttavia, la Guerra Fredda. A seguito di ripetuti casi di spionaggio e di fughe di esuli politici, tra cui quella del militante comunista Gerhart Esiler, che si avvale proprio del Batory per evadere dal territorio americano, il Governo degli Stati Uniti d’America decide di revocare la licenza di attracco presso i porti del Paese della GAL.

La GAL, nel 1951, è così costretta ad un ulteriore cambiamento, e decide di puntare su una nuova rotta che ha nell’India la sua nuova meta. Il cambio di rotta comporta anche il cambio di nome della compagnia, che diventa Linee Oceaniche Polacche (PLO, Polskie Linie Oceaniczne in lingua originale).

Successivamente all’abbandono della compagnia da parte di Capitan Ćwikliński, che si rifugia in Gran Bretagna una volta divenuto bersaglio di gelosie interne al Partito Lavoratore Polacco Unito, del quale tuttavia Capitan Ćwikliński non farà mai parte, le PLO, nel 1953, nominano alla guida del Batory Capitan Tadeusz Meissner, nipote del noto scultore Jan Wiktor Meissner.

Passata la guida del Batory a Capitan Mirosław Głowacki, il principale transatlantico delle PLO viene spostato su una nuova rotta da Gdynia a Montreal, che la compagnia polacca decide di aprire per sfruttare l’alto interesse della comunità polacca dell’Emigrazione in Canada nei confronti di viaggi verso il proprio Paese d’origine.

Col passare del tempo, il Batory, affidato a Capitan Jerzy Pszenny, diventa tuttavia sempre più anziano, e la necessità di un nuovo transatlantico, più giovane e tecnologicamente più avanzato, si fa sempre più pressante presso i vertici delle PLO.

Nonostante l’immutato successo di cui il Batory è protagonista, al punto da ottenere da parte del Governo degli Stati Uniti d’America un permesso speciale per potere attraccare presso il porto di Boston nel 1964, il Batory viene ufficialmente congedato dal servizio nel 1969.

Dopo avere utilizzato il Batory come hotel e ristorante di lusso presso i porti di Gdynia e Danzica, le PLO decidono di mandare il transatlantico in demolizione. L’epopea dello storico transatlantico, guidato nella sua ultima traversata transoceanica da Capitan Krzysztof Meissner, termina nel 1971, presso i cantieri di Hong Kong.

Una storia poco nota

Con la sua avventura lunga più di 30 anni, il Batory rappresenta un pezzo di storia di cui l’Europa, in particolare Italia e Polonia, possono andare fiere. Una pagina di storia intrisa di coraggio, dedizione ed antifascismo, tuttavia poco nota e quasi per nulla raccontata da insegnanti, editoria ed Università.

Quella del Batory, dunque, è un’epopea che ben varrebbe la pena di divulgare, sopratutto tenuto conto dello scarso livello di contenuti, in primis in termini di cultura e di civismo, di cui la società odierna, sopratutto quella italiana e quella polacca, si caratterizzano.

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