Anacleto Bernardi, l’eroe del transatlantico Principessa Mafalda — Lombardi nel Mondo

Anacleto Bernardi, l’eroe del transatlantico Principessa Mafalda

Il racconto della disavventura del transatlantico Principessa Mafalda in un articolo del nostro corrispondente dall’Argentina Jorge Garrappa Albani: i misteri del naufragio e i protagonisti di quella notte del 1927.

Molto si é scritto e si scriverà ancora sull’affondamento del transatlantico “Principessa Mafalda”.

Anzi, fra pochi giorni, Pasquale Guglianone presenterà il libro intitolato “Il naufragio previsto” dedicato alla vicenda del piroscafo italiano nel suo ultimo viaggio.

Infatti, nell’ottobre del ‘27, il Principessa Mafalda lasciava Genova dando inizio al suo 90º viaggio nel Sudamerica.

Portava a bordo 250.000 lire in oro, che il governo italiano mandava all’argentino, custodite da cinque forniti poliziotti.

Quel mattino della partenza erano saliti su: 62 passeggeri di prima classe; tra cui 5 per Rio, 16 per Santos e 41 per Buenos Aires. 83 passeggeri di seconda, 10 con destinazione a Rio de Janeiro, 20 Santos e 53 a Buenos Aires. 838 passeggeri di terza classe, pressoché tutti emigrati, per lo più con destino alla capitale dello stato argentino. Molti di loro appartenevano al tipo “rondine” che arrivavano per la raccolta, prendevano i soldi e rientravano in Patria.

Ai 973 passeggeri, di maggioranza marchigiani, si aggiungeva un equipaggio di 288 persone, ammontando complessivamente a 1261 persone imbarcate sul “Principessa Mafalda”. Tra cui 2 marinai argentini.

La Navigazione Generale Italiana, aveva già detto che la nave non era in condizioni di fare le lunghe traversate dell’Atlantico. Ecco perché appena salpata, cominciarono i problemi. A Barcellona, lunghissime ore di ritardo. Poi un guasto nella macchina di bordo durante ore e ore. Finalmente la navigazione inclinata a bordo.

A parte questo, i gabinetti non funzionavano bene e la refrigerazione era difettosa mettendo a rischio gli alimenti.

Una sosta obbligata a San Vicente, in Dakar, a quanto avevano detto per la ricarica di carbone.

Aggiustata la macchina, il “Mafalda” riprende il viaggio verso il Brasile. Secondo le testimonianze dei superstiti, pavimenti e soffitti tremavano spaventosamente.

Il 25 ottobre, alle 19:00 ore circa, erano tutti pronti ad andare a cena. In quel momento un rumore strano fa scuotere la nave che si ferma.

L’albero dell’eliche sinistra si spacca e colpisce lo scafo aprendo un varco che comincia a imbarcare acqua. Il Principessa Mafalda é ormai perduto.

Il transatlántico affonda da poppa lentamente e il Comandante Guli tenta di coordinare un’evacuazione ordinata che purtroppo non riesce a concretizzare.

Il radiotelegrafista Luigi Reschia non si ferma ad insistere: “Venite tutti. Venite presto”. Due navi sono nelle vicinanze, l’olandese “Alhena” e l’“Empire Star” inglese. Poi altri vascelli si avvicinano al Mafalda ferito a morte.

Nel frattempo, i due marinai argentini, aiutano al salvataggio di moltissime persone. L’ italo – argentino nato a Villa San Gustavo (La Paz, Entre Rios) Anacleto Bernardi, a nuoto, trascina decine di persone vicino alle scialuppe finché scompare dalla superficie divorato dai pescecani.

Intanto il suo camerata Santoro, ebbe molta fortuna e salva la vita ritornando in Argentina dove muore nel 1977. Quando la Fregata “Sarmiento”, nave scuola della marina militare argentina, di passaggio per Genova, sbarco al caporale José Santoro e al coscritto Bernardi, convalescenti entrambi di pneumonia. Dovevano rientrare in Argentina per riprendersi meglio. Il destino volle che sia il Principessa Mafalda a interporsi nella loro vita. Tutti e due coscritti furono decorati in Argentina.

Le operazioni di salvataggio continuarono durante la notte. Il resoconto finale diceva che a bordo dell’“Alhena” c’erano 531 persone, dell’“Empire Star”, 180; del “Formose”, 200; del “Mosella”, 22 e del “Rosetti”, 27. In tutto 960 persone.

A mezzanotte l’“Alhena” fu il primo a lasciare il posto. Due ore dopo arrivavano l’“Avelona”, il “Bagé”, l’“Ayurnoca”, il “Manaos” e il Purós” ma non raccolsero nessun superstite.

Il giornale ‘Clarín’, a pagina 14, del martedì 26 ottobre 1976 espresse che “si ricordo [il 25 ottobre] a Puerto Belgrano, la Giornata del Coscritto Navale. Nel suo trascorso si evidenzio la fierezza a arditezza dei due marinai. Come si sa, l’istituzione del 25 ottobre -come data da ricordare- si deve al fatto che una giornata come questa, nel 1927, nel naufragare il vapore italiano ‘Principessa Mafalda’, un coscritto argentino, classe 1906, Anacleto Bernardi, con la sua eroicità salvò numerose vite umane, a cambio della sua.

Ancora oggi il mistero avvolge il naufragio del Principessa Mafalda: il numero di passeggeri, il numero di vittime, le coordinate dove si produsse l’incidente, non sono chiare. Speriamo che il nuovo libro chiarisca questi ed altri punti scuri di questa vicenda della storia navale italiana.

 

 

Jorge Garrappa Albani – Redazione Portale Lombardi nel Mondo

www.lombardinelmondo.org – jgarrappa@hotmail.com

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