Argentina, gli schiavi del cibo — Lombardi nel Mondo

Argentina, gli schiavi del cibo

In uno dei giganti mondiali della produzione cerealicola un’inchiesta ha portato alla luce lo scandalo del lavoro nero in condizioni disumane Nelle ultime settimane i mezzi di comunicazione argentini hanno dato ampio risalto alla scoperta dell’esistenza di sacche di lavoro schiavistico nel Paese

In uno dei giganti mondiali della produzione cerealicola un’inchiesta ha portato alla luce lo scandalo del lavoro nero in condizioni disumane Nelle ultime settimane i mezzi di comunicazione argentini hanno dato ampio risalto alla scoperta dell’esistenza di sacche di lavoro schiavistico nel Paese, avvenuta a fine di gennaio in seguito ad alcune denunce.

 

 

È emerso che alcune multinazionali del settore agricolo – l’azienda ceralicola Pioneer (fornitrice della Dupont), la Nidera (leader nel mercato delle sementi), la Satus Ager e la Southern Seeds Production (anch’esse operanti nel settore delle sementi) – impiegavano manodopera contrattata illegalmente (con la complicità di aziende specializzate nel reperire risorse umane) e mantenuta in condizioni subumane.

 

Operazioni condotte dal Ministero del lavoro e dall’Administración Federal de Ingresos Públicos (AFIP) nelle province di Santa Fe, Córdoba e Buenos Aires hanno provato il ricorso pressoché sistematico, da parte delle imprese sopra citate, a manodopera in nero, che sul luogo di lavoro viveva senza le minime condizioni di igiene e sicurezza. Alcune foto e video mostrano come i lavoratori fossero obbligati a dormire ammassati uno sopra l’altro in cubicoli di metallo senza finestre né alcun tipo di isolamento termico.

 

«È vergognoso per la dignità umana e di una nazione vedere scene, foto e realtà come queste», ha commentato Cristina Fernández, presidente dell’Argentina, lo scorso 1 febbraio.

 

Nello scandalo sono coinvolte anche imprese specializzate nella contrattazione di personale come SMW Agro, Adecco Specialiries e Manpower.

 

Adecco Specialities, in particolare, è stata denunciata lo scorso 29 gennaio nella provincia di Córdoba per avere contrattato 140 persone in modo illegale ed averle spinte a lavorare in condizioni subumane.

 

A seguito della denuncia, lunedì scorso l’Administración Federal de Ingresos Públicos (AFIP) dell’Argentina, per ordine del giudice di Córdoba, Ricardo Bustos Fierro, ha perquisito alcuni uffici della Adecco Specialities, riscontrando «molteplici irregolarità», sia sul piano della trasmissione dei dati dei lavoratori che su quello della redazione delle buste paga.

 

«Sono stati rinvenuti anche contratti in bianco, cioè senza il completamento delle sezioni riguardanti la data di fine contratto, la retribuzione o il luogo di lavoro», ha sottolineato Bustos. Nel corso dell’operazione, l’AFIP ha rilevato anche l’esistenza di accampamenti dove i lavoratori vivevano «senza le minime condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza».

 

Le testimonianze parlano chiaro: «Non sappiamo nemmeno quanto ci pagano all’ora»; «Non sappiamo per quanti giorni lavoriamo, né quando rincasiamo»; «Quando qualcuno si è lamentato, hanno castigato tutta la squadra».

 

Siamo di fronte a imprese che scaricano su lavoratori assai fragili – non sindacalizzati e in condizioni di bisogno – rischi che dovrebbe invece accollarsi chi investe il capitale. È l’ennesimo episodio che mette in luce come l’economia di mercato, senza regole e controlli ferrei, tenda a ridursi alla sopraffazione del più debole da parte del più forte.

 

Di Alessandro Armato

 

Fonte: missionline.org

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