La Borsa, non da donna, ma “gridata” — Lombardi nel Mondo

La Borsa, non da donna, ma “gridata”

Dalla profonda provincia sbucano fuori personaggi inusitati, alcuni ricchi eredi, altri meno, altri ancora pensionati, trasandati ma perspicaci assai. Appassionati di finanze e di qualche signora “a rotazione” che gli prepara la cena. Si presentano ogni giorno in città a movimentare in autonomia il loro giro d’affari. Di Fabiola B. Chechetto

– E alura Zeppìn? In doe te vet inscì de cursa?

– Mi vò in Piassa a giügà!

 

 

 

 

Dalla profonda provincia sbucano fuori personaggi inusitati, alcuni ricchi eredi, altri meno, altri ancora pensionati, trasandati ma perspicaci assai. Appassionati di finanze e di qualche signora “a rotazione” che gli prepara la cena. Si presentano ogni giorno in città a movimentare in autonomia il loro giro d’affari. Con coraggio, una certa dose di cinismo e il solito buon umore.

 

Ftse Mib, Aumento di capitale, Azioni di risparmio, Dow Jones, MIB 30, Terzo mercato, Trading on line: tutti termini finanziari impiegati non solo sul giornale Il Sole 24 Ore ma anche e soprattutto familiari a quelli che vanno a “giocare” in borsa. Ma ora è preferibile dire “investire”, anche se l’investimento è a rischio e il valore del pacchetto sale, scende, inganna, scherza, sorprende. Ci vuole il fiuto proprio del giocatore di poker per diventare un bravo trader.

 

La Borsa di Milano è stata istituita il 16 gennaio 1808 da Eugenio Napoleone. In ordine di antichità, in Italia occupa il quarto posto dopo Venezia (1630), Trieste (1775) e Roma (1802), la più importante e storica piazza del Paese. Sempre a Milano ha sede la società Borsa Italiana, specialista nella gestione e nella regolazione del mercato finanziario Italiano.

Dopo la prima guerra mondiale le attività della Borsa si fecero più intense e la sede storica di Palazzo Broggi cominciò a non bastare più.. Nel 1928 l’architetto Paolo Mezzanotte fu incaricato di progettare una nuova sede.

 

Di seguito al secondo conflitto mondiale e la ricostruzione, nel giro di pochi anni l’attività riprese a pieno ritmo. Per tutti gli anni Cinquanta si ebbe una lunga fase espansiva, in cui la forte crescita delle quotazioni si accompagnava al boom generale dell’economia italiana.

 

Coi primi anni ’60 il ciclo di espansione economica rallentò: la crescita dell’inflazione e l’andamento negativo della bilancia dei pagamenti provocarono un’inversione di tendenza. E fu così che l’intervento deciso dello Stato sull’economia influì sulla borsa come un fattore depressivo.

Gli anni ’70 furono anche quelli in cui la piazza milanese acquistò un peso sempre maggiore nel quadro della rete nazionale delle Borse valori.

Il 1991 è importante anche per le modalità di negoziazione. Fino ad allora avvenivano “alle grida” e si tenevano in speciali recinti (corbeilles), nei quali gli agenti di cambio compravano e vendevano azioni, gridando e gesticolando le loro proposte d’affari. In quei recinti avevano anche luogo tutte le operazioni connesse all’accertamento dei prezzi ufficiali e alla redazione dei listini: i prezzi erano trasmessi a un funzionario, il cui posto  era al centro del recinto, il quale aveva il compito di raccogliere le notifiche. A fine  giornata il comitato direttivo degli agenti di cambio definiva il listino ufficiale.

 

 

 

La Borsa valori fino agli anni ’90 del secolo scorso era anche detta “borsa gridata”. La legge infatti stabiliva che le offerte di compravendita dovessero essere fatte a voce alta dagli intermediari autorizzati, dando così un valore ufficiale alla transazione.

 

L’ultimo intervento riformatore, nel 1998, fu la privatizzazione del mercato. Così la competenza della gestione passò da un soggetto ancora pubblico come il Consiglio di borsa a un soggetto privato costituito come società per azioni, Borsa Italiana Spa.

Piegando idealmente un planisfero lungo la linea dell’equatore, nel quadrante di sud- ovest compare un’altra Borsa importante: la Borsa Valori di San Paolo del Brasile, intitolata BM&FBOVESPA – Bolsa de Valores, Mercadorias e Futuros.

Ecco una storia. Professione: avvocato. Tempo libero: scriveva poesie, sapeva a memoria tutte le canzoni della “Legião Urbana”, gruppo leggendario degli anni ’80 in Brasile. Il suo cognome era italiano e…puntava i suoi risparmi in borsa. Non si sa mai, ma a volte funziona. Giovane e acuto osservatore dei mercati finanziari locali e esteri, con un ruolo lavorativo di responsabilità e fiducia, dopo alti e bassi questo ragazzo ha vinto in borsa e nella vita. Ha comprato un appartamentino e ci abita con la ragazza, mentre i suoi coetanei sfarfallano di stage in stage per neo-laureati, con pochi titoli e nessuna azione. Bisogna agire e interagire infatti, altrimenti non c’è fortuna che arrivi!

Meno antica però della bicentennaria Borsa di Milano, la “Borsa Libera” è stata fondata nel 1890 e nel 1895 come “Borsa Fondi Pubblici di San Paolo”. Le negoziazioni dei titoli pubblici e delle azioni erano registrate in enormi quadroni neri di pietra (una specie di lavagna). Nel 1934 è stata trasferita al “Palácio do Café” dove ha ricevuto il nome: “Borsa Ufficiale dei Valori di San Paolo”. Nell’anno 1967 sorgono le società degli operatori e cosí diventa “Bolsa de Valores de São Paulo – BOVESPA”

È degli’70 la sostituzione dei moduli cartacei con le schede perforate. Gli affari della Bovespa sono ora registrati elettronicamente. L’impianto del sistema automatizzazione diventa realtà nel 1972 e negli anni ‘90 la Bovespa debutta con il sistema elettronico CATS, in parallelo con le negoziazioni “alle grida” che furono sospese nel 2005.

Ma è solo nel 2009 che si assiste al passaggio di tutte le operazioni sotto il controllo della cosiddetta piattaforma elettronica di negoziazione.

Vecchio mondo e Nuovo mondo, pensionati e giovani azionisti, divertimento o professione, giocare o investire. La Borsa Valori sia a Milano che a San Paolo, a New York come a Tokyo, “alle grida” oppure silenziosa e telematica, nella storia e nell’attualità, rispecchia fedelmente le vicende economiche e finanziarie del Paese, registrandone i momenti salienti: dalla crescita impetuosa ai momenti di crisi,  dall’ambito pubblico a quello privato, dai mercati locali al mercato nazionale, per evolvere fino alla dimensione internazionale. L’affascinante mondo del sali-scendi economico illude, delude, esalta e sostiene sogni non solo degli studiosi di economia e commercio ma anche di alcuni dilettanti entusiasti, che sagacemente s’intrufolano nei meandri delle operazioni di compravendita.

 

Fabiola Ballarati Chechetto – San Paolo del Brasile © 07.04.2010

Corrispondente Lombardi in America Latina

fabiola@lapisvettoriale.it

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