Le interviste ai candidati lombardi all’estero: Guglielmo Bozzolini — Lombardi nel Mondo

Le interviste ai candidati lombardi all’estero: Guglielmo Bozzolini

Le interviste ai candidati lombardi all’estero sono uno strumento importante per conoscere i temi e le istanze delle nostre comunità fuori dall’Italia. Riportiamo l’intervista al mantovano in Svizzera Guglielmo Bozzolini, realizzata prima delle politiche del 2008.

Padre di Dosolo (Mn), madre di Pavia (dove è nato 43 anni fa), Guglielmo Bozzolini vive a Zurigo dal 1988. Lavora come direttore della Fondazione ECAP, un ente di formazione degli adulti attivo nella lotta contro l‘analfabetismo, nei programmi per il sostegno dell’integrazione professionale dei migranti, per le pari opportunità e il reinserimento delle persone senza lavoro. Il suo sito internet è www.bozzolini.ch . E’ candidato Co-Capolista per la Camera dei Deputati – circoscrizione Europa per la Sinistra Arcobaleno.

 

 

1) Per quale ragione, a suo giudizio, gli elettori italiani residenti all’estero dovrebbero nella sua circoscrizione scrivere il suo nome sulla scheda elettorale?

 

Penso che innanzitutto gli italiani residenti all’estero debbano votare per La Sinistra l’Arcobaleno perché è l’unica vera alternativa alla deriva moderata e l’unico voto utile per evitare una grande coalizione. In queste elezioni c’è infatti un rischio: che la competizione tra PD e PdL risucchi tutta l’attenzione e non vengano rappresentate le ragioni della sinistra. C’è cioè il rischio che sia ridotta in parlamento la voce del mondo del lavoro e dei movimenti ambientalisti e pacifisti e che ci sia complessivamente una regressione moderata ed uno spostamento a destra dell’asse politico. Tra gli italiani all’estero, una volta si sarebbe detto “in emigrazione”, questo pericolo è ancor più forte e contro questa prospettiva vale la pena impegnarsi e dare il proprio contributo, anche candidandosi, affinché si rafforzi una politica che metta al proprio centro il lavoro e i diritti delle persone. Penso poi che le elettrici e gli elettori possano, se vogliono, votare per me per le cose di cui mi occupo: dirigo da anni una fondazione attiva nella formazione degli adulti ed in particolare dei/delle immigrate, dai corsi di lingua a quelli di integrazione, alla formazione per la creazione di piccole imprese. Inoltre sono un militane sindacale e mi impegno da sempre nella lotta contro tutte le forme di precarietà.

 

2) Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a scegliere la forza politica con la quale è in lista per il parlamento italiano?

 

La Sinistra Arcobaleno, a cui danno vita forze della sinistra alternativa, socialista e ambientalista, è la collocazione ideale per una persona come me, che ha sempre associato alla militanza politica a sinistra (ne PRC) l’impegno sociale, dalle esperienze dell’ECAP, delle Colonie Libere e del sindacato Unia fino al movimento no-global e ai Forum Sociali.

 

3) Se sarà eletto, quale sarà il suo primo atto da deputato?

 

Te ne posso dire più di una: presenterei una proposta per concedere il diritto di voto agli e alle immigrati/e in Italia e mi batterei per l’abolizione della Bossi-Fini e la regolarizzazione immediata degli immigrati senza regolare permesso di soggiorno. Cercherei quindi di realizzare le stesse cose che propongo da quindici anni per gli immigrati in Svizzera. Poi bisogna mettere usbito mano ad una riforma della legge che regola l’esercizio di voto dall’estero, anche questa volta appare evidente che qualche cosa non funziona rispetto a trasparenza e segretezza del voto

 

4) Come giudica i due anni di attività parlamentare dei Senatori e Deputati italiani eletti nelle circorscrizioni estero durante la legislatura uscente?

 

Li giudico male. Al di là del giudizio sui singoli individui, è evidente che abbia prevalso una visione “lobbystica” e “di nicchia” del loro ruolo. Un esempio eclatante è proprio legato ai temi che citavo sopra: nessuno degli eletti del 2006 è intervenuto in modo pubblico nel dibattito sulle politiche d’immigrazione che pure è stato molto intenso negli ultimi due anni. Eppure gli italiani all’estero potrebbero davvero dare un contributo politico interessante in questo ambito, ricordando l’esperienza dell’emigrazione italiana e le sue rivendicazioni storiche: dai diritti politici in loro, alla cittadinanza agevolata, al sostegno all’integrazione sociale.

Il paradosso poi è che l’approccio hobbistico non è neanche servito a portare a casa qualche risultato di rilievo.

 

5) Quali sono, secondo lei, i bisogni più urgenti degli italiani all’estero nella circoscrizione che intende rappresentare e che il parlamento dovrebbe affrontare con maggiore urgenza?

 

Sul terreno specifico degli italiani all’estero penso che le priorità siano: la riforma ed il rilancio delle strutture di rappresentanza (COMITES e CGIE), la riorganizzazione dei corsi di Lingua e Cultura con la riforma della Legge 153, il rafforzamento della rete di strutture assistenziali e di tutela che vanno adeguate ai nuovi bisogni, la riorganizzazione della rete consolare all’insegna dell’efficienza e del miglioramento del servizio e non dello smantellamento della stessa.

In generale è necessario riadeguare tutta la politica degli italiani in Europa alle mutate caratteristiche degli stessi:

a) la presenza italiana si è sempre più allargata a paesi (Spagna, Grecia, i paesi dell’ex est) dove prima era sconosciuta o molto ridotta;

b) ci sono nuovi flussi migratori dall’Italia verso l’estero molto consistenti di cui non si tiene mai conto – giovani ricercatori e ricercatrici, piccoli imprenditori, dirigenti, nuovi flussi di manodopera poco qualificata (in Germania ad esempio), lavoratori e lavoratrici temporanei, ecc. – che presentano caratteristiche e bisogni propri,

c) le nostre comunità invecchiano perché sempre meno persone rientrano in patria dopo il pensionamento e quindi c’è bisogno di strutture, servizi e organizzazioni sociali e associative che si occupino di loro,

d) in molti paesi l’emigrazione italiana presenta una sedimentazione storica che è arrivata alla terze e quarta generazione e diverse esperienze di integrazione nelle realtà locali.

L’impegno principale è quindi quello di rappresentare gli italiani all’estero per come sono nella realtà, senza inutile retorica e vecchie mitologie.

 

6) Qual è oggi il suo rapporto con la Lombardia e con l’Italia in generale?

 

Mio padre è di Dosolo Mantovano e mia madre di Pavia. Io sono nato e cresciuto a Pavia, dove ho vissuto ventitre anni. Sono quindi lombardissimo (se mi si permette la battuta) ma assolutamente non leghista. Anzi.

Conservo un rapporto costante con la mia regione, sia nell’ambito privato che professionale. Qualche hanno fa ho costituito ECAP-Consulenze con sede a Como, la filiale italiana dell’ECAP, la Fondazione che dirigo. Ne sono stato il Presidente ed ancora oggi sono nel Consiglio d’Amministrazione. ECAP Consulenze si occupa di progetti di progettazione e valutazione formativa e collabora a moltissimi progetti in varie province lombarde.

Con l’Italia in generale ho un rapporto professionale intenso e uno privato molto passionale.

 

Redazione Lombardi nel Mondo

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