BRASILE. Avviato l’impeachment nei confronti della presidente Dilma Rousseff — Lombardi nel Mondo

BRASILE. Avviato l’impeachment nei confronti della presidente Dilma Rousseff

Vi sarebbe stata una trattativa del vicepresidente Michel Temer con le opposizioni a portare all’apertura del procedimento di impeachment nei confronti della presidente brasiliana Dilma Rousseff, accusata di aver falsificato i bilanci dello Stato per coprire la crescita esponenziale del debito nel 2014, quando era in campagna elettorale.
BRASILE. Avviato l’impeachment nei confronti della presidente Dilma Rousseff

La presidente Dilma Rousseff

Qualora le accuse venissero confermate e la Rousseff destituita, l’incarico passerebbe al vicepresidente Michel Temer, il quale, secondo il quotidiano Folha de S. Paulo, si sarebbe accordato con sette senatori dell’opposizione nel palazzo di Jaburu, a Brasilia, accettando di appoggiare l’iniziativa contro la presidente.
Tuttavia la decisione del presidente della Camera dei deputati, Eduardo Cunha di dire “sì” alla 29ma richiesta di impeachment era praticamente cosa obbligata, dal momento che pesa come un macigno sulla Rousseff lo scandalo Petrobras, l’azienda pubblica del petrolio, scoppiato nel novembre 2014 e che continua tutt’oggi arricchendosi di colpi di scena e di nuove rivelazioni: riguarda l’intercettazione di 3 miliardi di dollari di fondi neri, frutto delle bustarelle pagate ai dirigenti dell’azienda pubblica e a politici, in particolare a José Carlos Cosenza, direttore degli approvvigionamenti e a Maria das Graças Foster, amministratore delegato di Petrobras. Implicati nel riciclaggio anche l’ex direttore di Petrobras, Paulo Roberto Costa, e il faccendiere Alberto Youssef, divenuti poi collaboratori di giustizia, ma sono oltre 50 i nomi eccellenti rimasti impigliati nella rete dell’inchiesta, tra i quali lo stesso presidente della Camera Eduardo Cunha, molti esponenti del partito della Rousseff, tra cui Joao Vaccari, tesoriere del partito di governo.
Tra le varie aziende costrette a pagare, anche la fiamminga SMB Offshore, che ha ammesso di aver passato bustarelle per un totale di 139,2 milioni di dollari a dirigenti di Petrobras.
Rousseff, che negli anni Novanta era nel consiglio d’amministrazione colosso del petrolio, ha sempre negato ogni suo coinvolgimento nei fatti di corruzione, ma per i giudici non poteva non essere a conoscenza del ricco giro di tangenti attorno alla compagnia petrolifera nazionale. In maggio un ex manager della Petrobras per la prima volta direttamente in ballo, accusandola di aver autorizzato l’acquisto di una raffineria negli Stati Uniti a un prezzo superiore a quello di mercato nel 2006, quando era ministro del governo Lula e presiedeva il cda di Petrobras. Lei ha sempre detto di essersi opposta a quell’acquisto, ma i collaboratori di giustizia stanno cantando e la stanno sempre più trascinando nello scandalo.

 

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