Governo inglese: Lombardia modello della nostra “Big Society” — Lombardi nel Mondo

Governo inglese: Lombardia modello della nostra “Big Society”

Per Downing Street la sussidiarietà lombarda appare ormai “un modello vincente”.

 

“La regola del governo dovrebbe essere: se scatena l’iniziativa delle comunità dovremmo farlo, se l’ammazza non dovremmo”. L’affermazione è del premier britannico David Cameron e il presidente lombardo Roberto Formigoni l’ha fatta propria intervenendo al Convegno della Legacoop, come indicazione della strada di una ripresa dalla crisi. “Una citazione perfetta di che cosa è la sussidiarietà”, ha detto alla presenza tra l’altro dello stretto collaboratore di Cameron, Philip Blond (nella foto con il presidente Formigoni), che del modello lombardo è un estimatore. “Davanti ad una decisione politica da prendere – ha sottolineato – quello che si fa deve mettere in moto la creatività delle persone. Questa è una buona lettura del criterio di bene comune. È anche una bella dimostrazione di come l’idea di sussidiarietà, che fino a pochi anni fa suscitava risolini ironici di tantissimi intellettuali, abbia fatto breccia in avveduti uomini di governo”. E’ un reciproco, forte riconoscimento tra “sussidiarietà” lombarda e “big society” britannica. Del resto, al numero 10 di Downing Street, si ha ben presente quello che si sta realizzando in Lombardia, dove la sussidiarietà appare ormai “un modello vincente”. Come per il sistema delle “Doti”, fase matura del Buono scuola, che ha consentito di passare da un’iniziale attenzione a 50.000 famiglie a oltre 300.000. Come per la riforma sanitaria, basata sulla libera scelta del cittadini, che ha condotto la Lombardia ad essere la Regione più efficiente d’Italia in fatto di sanità. Blond, che aveva fatto visita a Formigoni in dicembre a Palazzo Pirelli, già in precedenza, in un’intervista al Corriere della sera, all’ultima domanda “Pensa che in Italia la sua idea di Big society possa essere attuata?” rispose: “Di più, da voi la mia idea è già diventata realtà, per esempio in Lombardia”.

Forte dell’esperienza di Regione Lombardia, Formigoni ha aggiunto che “punto di partenza per realizzare una politica di sussidiarietà è un’educazione che aiuti a guardare con occhi di simpatia all’umano e a qualunque  iniziativa si muova nell’uomo e dal suo desiderio. La sussidiarietà va intesa come condizione per una nuova statualità, che superi la tradizionale concezione moderna dell’esercizio del potere come sospetto e controllo, per un nuovo modello ispirato alla fiducia e alla responsabilità”. Quindi occorre “mettere in campo politiche che non vogliono sostituirsi alla responsabilità dei cittadini, ma valorizzare quello che nella società esiste e funziona”, grazie all’azione della “trama fittissima e creativa di piccoli e medi imprenditori, artigiani, imprese cooperative, famiglie, movimenti e associazioni”.

 

 

 

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