Giovani italiani che emigrano: una testimonianza — Lombardi nel Mondo

Giovani italiani che emigrano: una testimonianza

L’Italia sta tornando ad essere un paese da cui si emigra. Marco Giulio Camurri, lombardo di Mantova, è uno dei tanti giovani che ha lasciato l’Italia per andare a vivere all’estero, in Inghilterra, dove lavora come Web developer. Ci scrive la sua testimonianza, ci spiega i motivi per cui non è pentito della sua scelta e ci fa capire che nel nostro Paese molte sono le cose che non vanno

Io vivo a Londra da 4 anni. Me ne sono andato da Mantova a 29 anni, appena ho potuto, dopo aver svenduto la mia esperienza per 12 anni, sottopagato, senza la possibilita’ di crescere a livello professionale.
Sono venuto in Inghilterra, e ne sono felic
e. L’Italia mi stava stretta fin da prima. Qui ti pagano per quello che sai fare, ti rispettano e lo stato ti da’ qualcosa in cambio, sotto forma di aiuti, quando non ce la fai. Anche se non sei inglese. Anche se sei italiano.
Sono molti gli italiani qui. Ad alcuni mancano il caffe’ ed il mare, le Alpi e il cibo saporito, ma in Italia ci tornano solo per le vacanze. Di starci, anche adesso che molti hanno fatto carriera e potrebbero aspirare a posti ben pagati, non ci pensano nemmeno.
L’Italia e’ un paese fuori dall’Europa. E non per la presenza di immigrati ma per la mentalita’ della gente. L’immigrazione puo’ rappresentare un beneficio per un paese. Londra riconosce di essere quello che e’ grazie all’apporto di molteplici culture. In Italia gli immigrati sono visti tutti con lo stesso sdegno. Ci sono dottori, ingegneri, tecnici che vengono da un Nord Africa semidistrutto e vengono trattati come bestie dagli italiani, popolo di laureati in filosofia, avvocati, scienziati politici che non servono a un cavolo in un momento di crisi. Ma, no. In Italia si pensa che tagliando fuori i “nuovi” si possa sguazzare nel denaro “italiano” facendo finta di non sapere che il 10% del PIL nazionale e’ prodotto dagli immigrati nonostante siano stati ridotti a lavorare come braccianti mentre un altro 10% se ne va grazie a “Cosa nostra”, che e’ proprio nostra, 100% italiana IGP. Questa chiusura mentale, figlia del fascismo, del cattolicesimo becero, del celodurismo leghista, sta bloccando il paese e sta creando una guerra di civilta’ laddove non dovrebbe esistere. Si scambia l’esibizione di costumi diversi per un’offesa alla tradizione, quando invece dovrebbe essere motivo di apprendimento.
Il governo non dovrebbe occuparsi “degli italiani”. Il governo dovrebbe occuparsi di tutti in ugual misura. Non dando soldi a pioggia ma creando opportunita’ e meritocrazia per usare i cervelli di tutti, italiani e non, per il progresso del paese.

Marco Giulio Camurri

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