Caracas, Venezuela, nostalgia del paradiso perduto — Lombardi nel Mondo

Caracas, Venezuela, nostalgia del paradiso perduto

Un’amica dal Venezuela ci ha inviato quest’amara riflessione che è riferita a Caracas ma che può, purtroppo, adattarsi alla gran parte delle città del mondo …

Me lo avessero chiesto 20 anni fa, avrei dato una descrizione ben diversa da quella che descrivo ora.
Ma anche il paese é cambiato. Il degrado ha lavorato parecchio per modificare (o deformare) questo ambiente. Poi c’é l’ambiente vicino e quello lontano.
Il primo é l’immediato che ti circonda: la casa, le piante, la strada, ciò che l’occhio nudo riesce ad avvicinare. E quello lontano che per goderlo bisogna praticare la vivisezione. Ci si deve munire di fantasia per riuscire a scostare il verde rigoglioso che in alcuni angoli stona con le favelas, le strade malandate, la sporcizia, l’immondizia.
Per andare in negozio prendo una tangenziale sottostante la quale ci “abitano persone”. Sì, virgolettate, queste parole, perché potrebbero anche essere eufemismi. Non ci abitano, ma si rintanano e non sono proprio persone, ma sembrano residui deambulanti di anime che oramai non sanno più cos´è la pena. Attraversano la tangenziale quale fosse una strada di campagna e sostano sotto questi pezzi di cartone in riva ad un fiume maleodorante quanto la coscienza di chi l’ha fatto diventare tale. E finiscono per somigliare ai ratti che passeggiano lungo queste rive.
Finito questo tratto, proseguendo la tangenziale, si intravedono le sedi di importanti aziende multinazionali e quella di PDVS (Petróleos de Venezuela). Si entra nell’area di due municipi appartenenti a questa cittá, ma in realtà sembrano in prestito. Strade e piazze arredate, una polizia che funziona, gli uffici comunali che espletano pratiche senza tangenti. E le persone non somigliano piú a ratti, ma a persone. Lo sfondo: una meravigliosa montagna. Ma lei tace, non parla. Tutta verde. Sempre verde. Ci si va su questa montagna a praticare lo jogging. C`é chi semplicemente sale. E ci sono diverse tappe. Ora hanno rifatto l’impianto con una stupenda funivia. Io non ci salgo da un bel pó. L`ultima volta mi ci ha portato mio fratello credo 10 anni fa. Abbiamo fatto una bella grigliata.
Ci sono molti posti che non ho piú visto. Forse il timore di una amara delusione. Ogni tanto ci pensa lui, mio fratello, a farmi ricredere su tante cose. Due settimane fa mi ha portato a Los Roques.
E’ un arcipelago stupendo. Ma ci si arriva soltanto con piccoli aerei. Grazie a Dio! Altrimenti a quest’ora poteva somigliare al fiume prima citato.
Di questi luoghi mi sentivo padrona (nel senso buono della parola). Ma ora li sento lontani. Contribuisce in modo inesorabile la delinquenza e l’impunità che la fanno da padroni (loro si).
Potrei proseguire nella descrizione ma credo non sia il caso. Non ora.

SABRINA TAURCHINI – Caracas Venezuela
larasara2@libero.it

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