Carlo Abate — Lombardi nel Mondo

Carlo Abate

Carlo Abate fu uno scultore milanese che si distinse come scultore ed insegnante di disegno a Barre, Vermont meglio conosciuta come la capitale americana del granito.

“Cronaca Sovversiva” fu una rivista anarchica fondata a Barre, Vermont da Luigi Galleani il 6 giugno 1903. Inizialmente fu diretta da Carlo Abate, che ne aveva disegnato la testata, dove appariva la scritta oraziana :  «Ut redeat miseris, abeat fortuna superbis», la fortuna si allontani dai superbi per tornare ai miseri. Per anni fu l’organo del radicalismo italiano in America in cui confluirono pure Sacco e Vanzetti. La rivista fu chiusa definitivamente nel luglio 1918 sull’onda del “Red Scare” che vide la deportazione in Italia di Galleani e molti suoi compagni.

Tuttavia, la vicenda americana di Carlo Abate non è legata soltanto alla sua militanza politica.

 Nato a Milano il 2 ottobre  1860 si era fatto strada come scultore ottenendo diversi riconoscimenti. La morte della moglie Enrichetta Corbello e di tre figli lo spinse a emigrare negli Stati Uniti. Il 18 maggio 1896 giunse a New York da Le Havre a bordo della nave “Normandie” assieme al  figlio Abbondio di dieci anni e a Marta, ancora in fasce. ( In realtà i figli non appaiono nella lista passeggeri. Visto che  il censimento federale del 1900 dichiara il 1896 come data di arrivo in U.S.A., si tratta soltanto di una omissione dal parte dello scrivano della nave “Normandie”). Dopo un breve periodo a New York si spostò a Quincy, Massachusetts, altro importante della lavorazione del granito.

Nel 1899 si stabilì definitivamente nel quartiere italiano di Barre sulla Blackwell Street. All’inizio impartì lezioni di disegno a livello informale, ma ben presto ottenne l’appoggio della città di Barre e dell’associazione del granito per aprire una scuola dove tenere corsi regolari di disegno a mano libera, disegno e bozzetto. Il suo impegno sociale era legato a quello politico. Le rette scolastiche erano molto basse per attrarre molti studenti da poter avviare a una carriera meno pericolosa di quella dei padri che era soggetta alle malattie causate dalla respirazione della polvere della lavorazione del granito che portavano alla rapida morte per silicosi quando le protezioni per gli scalpellini erano minime. Abate fu un grande maestro per diverse generazioni di artisti di Barre, ma non trascurò la sua innata vena artistica. Nel museo di Barre troneggia il busto a Thomas Alva Edison che aveva più volte promesso di eseguire per rendere omaggio all’inventore della lampadina elettrica che aveva cambiato il rapporto degli artisti con la luce e la luminosità. Importante il bassorilievo che rappresenta l’allora riccioluta attrice Shirley Temple bambina sempre in marmo di Carrara. Come pure le statue in gesso che adornano l’arco monumentale eretto a Barre per commemorare i soldati che parteciparono alla Prima guerra mondiale ed evidenziano il lavoro di ricerca e la tecnica usata da Abate per completare il disegno di preparazione.

Nonostante la massiccia presenza di scalpellini italiani soprattutto di Carrara, Verona e della Valceresio, che hanno riplasmato sia l’industria del granito e la medesima città di Barre a partire dal 1890,  il tributo loro dovuto è arrivato soltanto nel 1986. Questa mancanza è stata corretta con la costruzione di un monumento eretto al Dente Park che raffigura uno scultore al lavoro con bulino e martello. Scultura dal peso di una quarantina di tonnellate e alta sette metri è appropriatamente dedicata all’artista Carlo Abate, un uomo che disdegnava le istituzioni, il sistema elettorale formale e propugnava un nuovo ordine più equo e una maggiore cooperazione tra gli individui. Argomenti che nella dura industria del granito di allora facevano poca grinza. Un uomo che la tradizione orale vuole generoso con tutti, anche se di temperamento, quando si trattava di osservare i propri ideali. Artista eccentrico ed elegante che ha lasciato l’eredità delle sue opere e dell’insegnamento che hanno certamente arricchito diverse generazioni con il patrimonio che Abate aveva portato con sé da Milano, ovvero la filosofia e la storia dell’arte.

 

Ernesto.Milani       Ernesto.milani@gmail.com   29 novembre 2009

 

 

 

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