Cartoline (30) — Lombardi nel Mondo

Cartoline (30)

Musei dell’emigrazione. Il Museo dell’Ombrello di Gignese (www.gignese.it/museo) è uno di quei luoghi, sparsi per l’Italia, che raccontano un’emigrazione e un mestiere che si tende a dimenticare.
Cartoline (30)

Monumento – Ombrello

Il Museo dell’Ombrello di Gignese (www.gignese.it/museo) è uno di quei luoghi, sparsi per l’Italia, che raccontano un’emigrazione e un mestiere che si tende a dimenticare. Si ritorna a quando, artigiani provenienti da diverse e sparse località alpine e prealpine, ma anche toscane ed emiliano-romagnole, sino ai primi decenni del 1900, erano impegnati per lunghi periodi a «raggranellare» quel che serviva per vivere lungo sentieri e mercati, piazze e fiere, sparse per l’Italia e l’Europa.

Dall’area dell’Alto Vergante (zona collinare tra Stresa e Arona) partivano gli ombrellai, i mastri della «luscia», che nel gergo di questi artigiani stava per «ombrello».

L’ombrello, oggetto del nostro quotidiano, sia che piova sia che dardeggi il sole, vanta origini leggendarie. Il «parasole» e l’ombrello cerimoniale erano un simbolo dell’autorità e del potere, associato alla fertilità e ai raccolti, in Cina, India, Egitto. Nella cultura romana diventa un oggetto per le mani e le braccia femminili, scomparendo nel Medioevo dove mantiene, nella Chiesa cattolica, un uso liturgico. Prima dell’ombrello, oggetto che ci ripara dalla pioggia e dai raggi solari, proteggendo la «delicata e lattea pelle», si usarono mantelli, cappucci, cappelli e incerate. Agli artigiani ombrellai si deve la diffusione capillare di questo oggetto (con una gamma di modelli che andava da quelli lussuosi a quelli più semplici ed economici). Gli ombrellai, oltre ad offrire i propri prodotti, erano sempre disponibili a riparare ombrelli e parasole difettosi.

Questa antica professione ha trovato un luogo dove esporne la memoria, grazie ad immagini e prodotti di artigiani che, di generazione in generazione, hanno trasmesso i segreti della costruzione e riparazione di un oggetto oggi comunissimo, come di un gergo e percorsi che si dipanavano per centinaia di chilometri.

Una di quelle professioni che, come per i peltrai, i venditori di stampe, i  ramai, i «moleta» e altri – importantissime per la sopravvivenza della famiglia, l’economia e il mantenimento di strutture civili e culturali nei luoghi originari.

 

Cartoline, rubrica a cura di L. Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

 

«Cartoline» desidera proporre, a chi segue Lombardi nel Mondo, momenti e avvenimenti, curiosità e personaggi, opere e luoghi legati alla storia della presenza italiana e lombarda nel mondo e dell’immigrazione.

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento