Cartoline (32) — Lombardi nel Mondo

Cartoline (32)

Da «Die Reise des Kardinals Luigi d’Aragona durch Deutschland, die Niederlande, Frankreich und Oberitalien 1517-1518», Freiburg im Breisgau 1905 estrapoliamo e presentiamo il brano che descrive l’incontro con Leonardo da Vinci
Cartoline (32)

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 Nel 1517 Leonardo da Vinci, con Francesco Melzi e il servo Battista De Vilanis, giunse nei pressi di Amboise. Prese a vivere, ospite del re francese Francesco I, nel castello di Clos-Lucé con il titolo di «premier peintre, architecte, et mecanicien du roi». L’ultimo periodo della sua vita fu tra i più tranquilli, anche se colpito da una paralisi che gli menomò l’uso della mano destra, continuò studi e ricerche. Il 2 maggio 1519 morirà in terra francese.

Del soggiorno francese del grande Leonardo è testimone il canonico molfettano Antonio de Beatis, segretario del cardinal Luigi d’Aragona. Nel 1517 accompagnò il cardinale in un viaggio per l’Europa centrale e settentrionale, lasciandoci un pregevole e originale diario che ci presenta città e paesaggi, percorsi, genti, personaggi famosi, monumenti e tradizioni nei Paesi visitati. Da «Die Reise des Kardinals Luigi d’Aragona durch Deutschland, die Niederlande, Frankreich und Oberitalien 1517-1518», Freiburg im Breisgau 1905 (pag. 142-143) estrapoliamo e presentiamo il brano che descrive l’incontro con il Maestro toscano, tra le persone più conosciute dell’epoca per la sua maestria e interessi, come la visione di alcune opere già leggendarie presso i contemporanei.

«Da Turso, dove se dimorò per tucti li nove, do poi pranso se andò ad Amboys distante VII leghe, quale si bene è poca villa, è allegra et ben posta; lei è piano, ma ha un castello in un pogecto, che si non è di fortezza è commodo de stantie et ha bellissima prospettiva. Aqui il roy Carlo che fu in Napoli stava molto volintieri, roy Loysi il patre in Turso, el roy Ludovico successore in Bles. In uno de li borghi el signore con noi altri andò ad videre messer Lunardo Vinci fiorentino, veghio de più de LXX anni, pictore in la età nostra excellentissimo, quale mostrò ad sua s. ill.ma tre quatri, uno di certa donna firentina, facta di na­turale, ad instantia del quondam magnifico Juliano de Medicis, 1’altro di san Johanne Baptista jovane, et uno de la madonna et del figliolo che stan posti in gremmo de sancta Anna, tutti perfectissimi, ben vero che da lui per esserli venuta certa paralesi ne la dextra, non se ne può expectare più cosa buna. Ha ben facto un creato milanese, chi lavora assai bene. Et benché il predicto messer Lunardo non possa colorire con quella dolceza che solea, pur serve ad fare desegni et insignare a gli altri. Questo gentilhomo ha composto de notomia tanto particularmente con la demostratione de la pictura, si de membri, come de muscoli, nervi, vene, giunture, d’intestini, et di quanto si può ragionare tanto di corpi de homini, come de donne, de modo non è stato mai facto anchora da altra persona. Il che habbiamo visto oculatamente; et gia lui ne dixe haver facta notomia de più de XXX corpi tra mascoli et femine de ogni età. Ha anche composto de la natura de le acque, de diverse machine et d’altre cose, secondo ha referito lui, infinità de volumi, et tutti in lingua vulgare, quali si vengono in luce, saranno profigui et molto dilectevoli».

 

Cartoline, rubrica a cura di L. Rossi (Bochum)

www.luigi-rossi.com

 

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