Cartoline (50) — Lombardi nel Mondo
Cartoline (50)
Ravascletto (Ravasclêt in friulano) è un comune di circa 500 abitanti della provincia di Udine, sito a 952 metri, in Valcalda. Ravascletto ha subito il fenomeno dello spopolamento che in passato, soprattutto tra 1600 e 1800, colpì l’intero arco alpino. L’emigrazione era diretta sia verso le città di Trieste e Venezia, come l’Austria e la Germania: un fenomeno sociale, culturale ed economico comune a tutta l’area alpina e che ebbe inizio nel XVI e XVII secolo.
Prima di proporre (nelle prossime cartoline) tre esempi di emigrazione da Ravascletto in Germania, desidero presentare una relazione dei sindacalisti Ernesto Piemonte e Vittorio Nardi apparsa sul numero 14 del giornale sindacale L’Operaio Italiano (Amburgo 1914), dove si accenna ai flussi migratori dalla provincia di Udine e alla situazione trovata in Carnia.
LA PROPAGANDA INVERNALE
nr. 17 – 1914 (24 aprile venerdì, Amburgo)
«Per la prima volta L‘Operaio Italiano dedica un servizio unico a tutta la campagna di propaganda invernale in Italia. I motivi sono diversi. Dal desiderio di non ripetersi o per evitare di scrivere «qualche altra cosa non troppo utile al nostro lavoro». Queste le due giustificazioni addotte da Luigi Bossi, nuovo caporedattore del periodico. La relazione che appare sul nr. 17 – 1914 ha il pregio della compattezza. Rinuncia, però, a momenti che rimandano alla personalità del propagandista, al territorio visitato, alle strutture e alle persone incontrate.
Su 262 conferenze programmate, se ne tennero 162.
PROVINCIA DI UDINE: A questa furono assegnate 40 conferenze, tenute 41. Oratori i compagni Piemonte Ernesto, direttore del locale Segretariato d‘Emigrazione, Vittorio Nardi e Munari Davide. Uditori ebbero: Piemonte circa 1600, Nardi un migliaio, Munari altrettanti.
Piemonte riferisce che ad Invillino il gruppo degli emigranti, già esistente da un paio d‘anni, minaccia di morire per la cresciuta emigrazione in Rumenia, ove non esiste organizzazione di sorta. Sarebbe desiderabile studiare un‘organizzazione muraria fra italiani in Rumenia in attesa che anche l‘elemento indigeno si organizzi. L‘amico Piemonte aveva riservato per sé i paesi più difficili, in gran parte non toccati finora dalla nostra propaganda. Egli ebbe l‘impressione che l‘interesse mostrato dagli emigranti alle conferenze sia stato alquanto maggiore degli altri anni, in altri luoghi. Ciò dipende forse dalla spaventosa crisi del lavoro che fece aprire gli occhi anche ai più miopi. Molta diffidenza dappertutto e perciò impossibile la costituzione di nuovi gruppi. Però potendo seguitare e ritornare più volte, i frutti non mancherebbero. Il comp. Piemonte deplora che il numero delle conferenze sia stato ridotto anziché aumentato. I paesi da lui visitati sono: Invillino, Moruzzo, Domanins, Cordenons, Pordenone, Chiusaforte, Pontebba, Billesio, Castions, S. Martino, Arzene, Valvasone, S. Giovanni, Dogna, Clauzetto, Ipplis, Cividale.
Vittorio Nardi visitò 14 paesi, cioè: Imponzo, Piano d‘Arta, Sutrio, Paluzza, Timan, Treppo Carnico, Ravascletto, Mieli, Rigolato, Forni Avoltri, Collina, Givigliano, Prato Carnico, Ovaro. Il nostro Nardi, come del resto tutti coloro che vanno per la prima volta in Carnia, è rimasto addirittura entusiasta del suo giro, avendo potuto salutare quasi ovunque dei buoni organizzati e non poche conoscenze vecchie della Renania-Vestfalia. Gli emigranti della Carnia, da lavoratori intelligenti, hanno compreso istintivamente il valore della organizzazione e la mettono anche in pratica… nei propri paesi, ove hanno disteso una fitta rete di cooperative di consumo e di lavoro, ma per l‘organizzazione di resistenza nutrono, in grandissima parte, un amore puramente… platonico. Nessuna critica e nessun rimprovero agli organizzati della Carnia; sappiamo assai bene con quali difficoltà essi hanno da lottare nella propaganda per il nostro ideale e nessuno più di noi apprezza le ottime qualità dei nostri compagni friulani. Ma ci sembra necessario di mettere un po‘ di acqua nel vino dell‘amico Nardi, il quale ha raccolto larga messe di promesse, come del resto tutti i suoi predecessori. Ma in qual conto dobbiamo tenere p. e. l‘approvazione entusiasta degli emigranti di Prato Carnico che applaudono da anni regolarmente tutti gli oratori che capitano colà, mentre ancora oggi gli organizzati nel paese si possono contare sulle dita? E non è che essi emigrino in Rumenia, ove non esiste organizzazione. Disse qualcuno che la Carnia sia il paese delle contraddizioni, e ci sembra che non aveva tutti i torti.[…]»
Da L. Rossi
L’Operaio Italiano
Pag. 186-187
Mantova 2007,
a cura dell’Associazione Mantovani nel Mondo
Cartoline, rubrica a cura di Luigi Rossi (Bochum)
www.luigi-rossi.com
«Cartoline» desidera proporre, a chi segue Lombardi nel Mondo, momenti e avvenimenti, curiosità e personaggi, opere e luoghi legati alla storia della presenza italiana e lombarda nel mondo e dell’immigrazione
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