Il mitico Cucciolo, anche in Argentina — Lombardi nel Mondo

Il mitico Cucciolo, anche in Argentina

Il Cucciolo costituiva un’innovazione incredibile nel campo del motociclismo, mai nessuno prima di allora aveva avuto la geniale intuizione di abbinare un propulsore ad una comune bicicletta. Un’altra avvincente ricerca del nostro corrispondente, Jorge Garrappa Albani

Durante la Seconda Guerra Mondiale -subito dopo l’armistizio del 1943- l’Avvocato e scrittore torinese, Aldo Farinelli, collaboratore della SIATA (Società Italiana Applicazioni Tecniche Auto-Aviatorie), iniziò il progetto di un motore ausiliario -di piccola cilindrata- da applicare senza particolari trasformazioni al telaio di una comune bicicletta.

Aveva capito la necessità di un mezzo di trasporto piccolo, economico, semplice ed affidabile, adatto a soddisfare il bisogno di mobilità che si sarebbe creato al termine del conflitto.

Ecco perchè pensò ad un piccolo motore a quattro tempi, capace di adattarsi a svariati tipi di combustibile grazie ad un basso rapporto di compressione (il Cucciolo era molto potente e consumava pochissimo, cioè 100 km con un litro di carburante).

Altre caratteristiche di questo propulsore erano: il raffreddamento ad aria della testata, il blocco motore in lega leggera Silumin, che permetteva di non superare i sette kg di peso. La cilindrata era di 48 cc ed i cavalli erogati erano 1,5, gestibili al meglio per mezzo di un cambio a due rapporti.

La commercializzazione del modello T1, fu subito evidente, tanto che la SIATA non poteva far  fronte alla crescente domanda, per cui entra in scena la Ducati fondata, nel 1926 a Bologna, dall’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati, Carlo Crespi e tre suoi figli.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo stabilimento di Borgo Panigale fu bombardato e raso al suolo. Si riuscì a salvare le macchine e dopo il conflitto la fabbrica fu ricostruita.

Il ribattezzato “bici motore”, Cucciolo fu il primo prodotto Ducati uscito dagli stabilimenti al termine della guerra.

Il Cucciolo costituiva un’innovazione incredibile nel campo del motociclismo, mai nessuno prima di allora aveva avuto la geniale intuizione di abbinare un propulsore ad una bicicletta.

Alla fine del 1946 in Italia ne circolavano circa 15.000, senza contare le unità vendute all’estero. Nel 1949 i dati registravano 60.000 unità vendute.

Questa rivoluzione di vendita rendeva possibile la comparsa di alcuni concorrenti imitatori come la Garelli con il suo “Mosquito”.

Nonostante, la Ducati manteneva il ritmo di produzione raggiungendo alle 200.000  unità prodotte e vendute in tutto il mondo, compresa l’Argentina.

Nel 1947 l’esportazione in USA riusciva a risollevare le dure conseguenze della guerra e della crisi finanziaria susseguente.

Al successo di vendita del 48 cc. Della Ducati aiutarono molto le competizioni. Nel ‘48 vinceva il primo G.P. Città di Milano.

Contemporaneamente, il Cucciolo conquista il record mondiale di durata sulla pista di Buenos Aires: dopo 36 ore di gara, il motore Ducati si trovava solo e vincitore della competizione.

Nel 1952, compare la versione di 60 centimetri cubici, che costituiva la prima moto leggera Ducati. Ad essa, invece, si abbinò la produzione di un telaio ammortizzato.

Era talmente fantastica la performance di quel motore, da essere impiegato anche come fuoribordo per piccole imbarcazioni.

Il successo del cucciolo fu talmente grande a Buenos Aires che nell’epigrafe della fotografia di sopra si può leggere “abbiamo bisogno di agenti” per allargare notevolmente la rete di vendita nell’intero Paese.

 

Jorge Garrappa Albani

Redazione Portale Lombardi nel Mondo, Argentina

jgarrappa@hotmail.com

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