Le voci migranti — Lombardi nel Mondo

Le voci migranti

Si dice che Giuseppe trasse la formula del detersivo in Argentina per fabricarlo nel bagno della sua pensione e venderlo bussando alle porte dei vicini come se fosse un’invenzione propia e vanguardista. Si dice che Carlotta, la madre di Giuseppe, morí affogata dopo aver dato il suo salvagente ad un bambino.Di María Paula Barbetti

Si dice che Giuseppe trasse la formula del detersivo in Argentina per fabricarlo nel bagno della sua pensione e venderlo bussando alle porte dei vicini come se fosse un’invenzione propia e vanguardista.

 

 

Si dice che Carlotta, la madre di Giuseppe, morí affogata dopo aver dato il suo salvagente ad un bambino quando la nave- Principessa Mafalda –dove lavorava come cameriera- affondava presso le coste del Brasile.

Si dice che Vittorio visse in una pensione della provincia di Cordoba, in una stanza con sette compagni di universitá, e fabricava mattoni con un suo amico italiano mentre studiava ingenieria e partecipava in una gazzetta anarchista, fatta con carta rossa come i mattoni.

Nella mia famiglia nessuno é capace di confermare se queste storie di eroismo sono vere, pero credere di si, che sono vere, ci riempie di orgoglio e ci permette di raccontare storie ai nostri discendenti, storie di persone che magari non conosceranno, e dare un’ impronta, una personalitá e, perché no, anche un profilo di personaggio da romanzo. 

L’ italianitá dei discendenti italiani in Latinoamérica, risiede nella quantitá e nella qualitá delle storie raccontate da coloro che vennero a vivere in America in ricerca di nuovi orizzonti, o dai figli di questi, o dai figli dei figli.

Nel corso fatto con l’ Associazione dei Mantovani nel Mondo, La Regione Lombardia ed Enaip, un compagno ci ha detto che dopo essere selezionato per venire a Buenos Aires, ha pensato che non sapeva molto della storia di vita di sua nonna, immigrante, e ha insistito perche lei gli raccontasse come e perchè è andata in Brasile, cos’é successo una volta arrivata, come è stata accolta dalla gente locale, e magari come ha imparato una nuova lingua per lei. Sono sicura che la necessitá di sapere la storia della sua nonna fu piú motivata dalla voglia di ascoltare una buona storia, che per giustificare nel corso la sua discendenza lombarda. Pero tutte due le ragioni vanno collegate: ascoltando e facendo propri i racconti di bisnonni, nonni e genitori, é che ci sentiamo piú italiani. Impariamo che, anche se siamo nati in un altro continente, le distanze geografiche diminuiscono, le culture si incontrano, la gente si conosce, si crea un canovaccio di emozioni.

La tradizione orale si caratterizza per fare della parola un mezzo vivo, organico, trasformatore e in permanente sviluppo. Le storie raccontate da un immigrante, possono anche stimolare ad imparare nuove lingue, la mescolanza con la propia lingua, la sua unione e le sue differenze e, invece di creare confusione, provocano curiositá di aquisire nuove parole.

Se le parole dei nonni spesso sono piene di sapienza ed esperienza, quelle di un inmigrante hanno il valore aggiunto di descriverci culture che ci sembrano strane, costumi di posti lontani, paesaggi, avventure, diari di viaggi.

I relati orali si originano in un gruppo pero mutano, si arricchiscono di fantasia, si fondono con altri e si moltiplicano nella trasmissione bocca a bocca, nelle dimenticanze e aggiunte di ogni persona che le trasmette, peró é anche cosí come resistono nel tempo, creano nuove culture, educano, divertono, emozionano.

Pensare che, un famigliare, che lasció la sua terra,  puó portare soltanto con sé storie tristi e di sradicamento sarebbe negare la speranza che hanno portato con se quando arrivarono, e anche ció che possono essere gli aneddoti piú divertenti: una conversazione fra un russo e un italiano, il primo lavoro, la prima fidanzata, il futbol, le riunioni fra paesani, i piatti tipici, i primi mates condivisi, la música.

Oggi, una buona (bella?) cena in famiglia ci permette di partecipare ancora di piú: ci permette di indagare, ascoltare, incorporare, ripetere, conservare e anche creare nuovi racconti.

Godiamo di coloro che arrivarono per (echar raíces) porre le radici, perche siamo noi le radici responsabili di trasmettere ad altre generazioni le storie che furono i semi dei costumi che abbiamo, del nostro carattere e la nostra personalitá; e continuiamo a irrigare le storie ereditate. Perchè i racconti dei nostri immigrati sono Letteratura formata da molte voci. 

 

Di María Paula Barbetti

Corrispondenti Lombardi in America Latina, Buenos Aires, Argentina

pbarbetti@gmail.com

Document Actions

Share |


Condividi

Lascia un commento