Carlos Collado Martinez un martire costaricense per la libertà — Lombardi nel Mondo

Carlos Collado Martinez un martire costaricense per la libertà

Ricordiamo, in occasione del 25 aprile, la figura di questo studente proveniente dal Paese Centro Americano, studenti all’Università di Bologna e trucidato durante l’occupazione nazista della città, nel 1944.

Carlos era incamminato verso una brillante carriera professionale, ma decise di dedicare la sua vita alle persone, che soffrivano a causa della guerra, fedele al giuramento di Ippocrate.

Pose al servizio dei più deboli la sua intelligenza, il suo entusiasmo, gli insegnamenti appresi dai suoi professori, i suoi libri e gli strumenti di medicina, per abbracciare la fede incrollabile nella libertà.

Vedendo tanto orrore commesso dai fascisti e dai nazisti, Carlos cominciò ad aiutare clandestinamente i partigiani italiani feriti nei combattimenti. A fronte della necessità di servizi medici, non esitò ad aderire alla “63° Brigata Garibaldi – Bolero”.

 

Carlos sospettato di avere contatti con la resistenza fu perseguito dai nazi-fascisti e imprigionato.

Il tragico epilogo si compì il 10 Ottobre 1944, in un freddo e nebbioso mattino di ottobre, a Rasiglio, paese montano ad ovest di Bologna. Un fragore di bombe e scariche di mitragliatrice irruppero nel rifugio dei partigiani, dando inizio ad una delle battaglie più crudeli.

 

Una divisione di SS accerchiò la 63° Brigata, che di minor numero e con minori armamenti e munizioni riuscirono, dopo vari giorni di combattimento, a rompere l’assedio e mettersi in salvo, ma in questa azione morirono tredici giovani martiri ed altri tredici furono fatti prigionieri, tra

questi anche Carlos.

 

Dopo l’interrogatorio e la tortura, furono condotti nel vicino giardino accanto al ponte ferroviario di Casalecchio, legati su di un palo, con un filo spinato intorno al collo, e le mani legate dietro la schiena. Furono colpiti sulle ginocchia e sulle gambe, così che, il filo spinato si conficcasse nella carne del collo e provocasse, per effetto del peso del corpo, un lento e crudele strangolamento.

 

Carlos fu sepolto in una fossa comune e, una volta liberata Bologna, fu collocato provvisoriamente nella tomba della famiglia del prof. Businco. Al termine della guerra il suo cadavere fu traslato in Costa Rica dal suo grande amico, il Dr. Antonio Portugués. I suoi resti riposano nel “Cementerio General”, a San José, dal 15 gennaio del 1946.Avvertiamo con costernazione l’indifferenza storica attorno alla figura di Carlos e degli altri compatrioti costaricensi che offrirono la loro vita combattendo contro la dittatura e l’oppressione nazi-fascista in Europa.

 

Come nel caso del “Comando de los Ángeles”, organizzazione clandestina in  cui parteciparono, tra gli altri Juan Fernando Laurent Stewart in Polonia,  Jorge Astúa Caetano e il tenente Willy Dent in Francia, così come il  capitano Roger Chacón e Carlos Collado in Italia.

 

Come risultato di molti anni di investigazioni in Italia e rogatorie internazionali in Germania, la Procura Militare di La Spezia (organismo competente per i crimini di guerra in Emilia-Romagna) inizierà nel novembre 2008 il processo penale contro i membri della 16° Panzergrenadierdivision SS comandata dal capitano Manfred Schmidt, responsabile della cattura e del vile assassinio dei martiri del cavalcavia.

 

Finalmente ai familiari delle vittime saranno riconosciuti i legittimi diritti di verità e giustizia e gli sarà garantito il principio base del Diritto Internazionale che dichiara l’imprescrivibilità dei crimini di guerra e contro l’umanità. Così si potrà finalmente dare definitivamente il meritato riconoscimento al valore e all’amore dimostrato da questi paladini che combatterono per la libertà contro le truppe nazi-fasciste.

 

Carlos ottenne post mortem la medaglia Garibaldina in Italia per il suo esempio di combattente per la libertà.

 

Casalecchio di Reno, 2007

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