Como. Al via il primo test d’italiano per 45 immigrati — Lombardi nel Mondo

Como. Al via il primo test d’italiano per 45 immigrati

«Vorrei un cornetto con la marmellata: in quale luogo puoi sentire questa domanda? A) in un bar. B) in un ristorante. C) in una mensa»: è un esempio di test sottoposto per la prova d’italiano a 45 extracomunitari residenti nel comasco.

«Vorrei un cornetto con la marmellata: in quale luogo puoi sentire questa domanda? A) in un bar. B) in un ristorante. C) in una mensa»: è un esempio di test sottoposto per la prova d’italiano a 45 extracomunitari residenti nel comasco che chiedono il permesso di soggiorno di lunga durata. Da quest’anno, per la lunga permanenza nel nostro Paese, oltre all’alloggio e al lavoro, è richiesta anche la conoscenza di base della lingua italiana e, ieri mattina, nella scuola Parini di via Gramsci, si sono tenuti gli esami, in collaborazione tra prefettura, l’istituto di Como Centro e il Centro territoriale permanente per l’educazione degli adulti.

Sono 180, finora, gli stranieri iscritti, suddivisi a gruppi fra Como e Cantù, fra ieri e sabato prossimo. E come in tutte le prove, familiari in attesa, ieri, fuori. Figlia bellissima di tre anni in braccio, c’è Ben Karim Abdelmajid, marocchino, operaio, in Italia dal 1994. «Io sono cittadino italiano, mia moglie è arrivata in Italia nel 2007, sta facendo l’esame», dice. La bambina vuole la mamma: un’ora e mezza senza la sua mamma è lunga, è lunga anche per il papà che la coccola. Tra i primi ad uscire, Augusto Palomino, peruviano, da due anni a Como, cameriere e dà sfoggio della padronanza dell’italiano parlando «della famiglia stupenda in cui lavoro».

Il test è stato facile, per lui, comprensione delle letture, come si ordina una cena in un ristorante trovato su Internet. «Io lavoro bene come muratore. Ma mi chiedono anche di parlare bene», osserva Adem Karakutu, 41 anni, turco. «Da noi ci sono tante K, in Italia no. E mia moglie si stupisce di questo», aggiunge. Elegantissimo, ecco Mohamed Diagne, 33 anni, portiere di notte, senegalese: «Test accessibile, l’ho fatto tutto – e ne è fiero – c’era una domanda sull’organizzazione di un supermercato e un test chiedeva di mandare un sms ad un amico per invitarlo a cena». In bocca al lupo. «Crepi», risponde, mostrando di conoscere anche gli aspetti minori dell’italiano. Corre dai due figli Berisa Valdete, 28 anni, scuola di medicina in Kossovo:«Ero preoccupata – dice – è andato molto bene». È accompagnata dalla mamma Maryan Shehani, 21 anni, operaia originaria dello Sri Lanka:«Sono andata a scuola al Setificio – precisa – il test era facile. Bastava ascoltare e poi scegliere la risposta, vero o falso tra le domande relative al testo letto». Anche coppie, insieme, agli esami: lui e lei, africani, si sono presentati con la figlia di cinque mesi, allattata in aula durante lo svolgimento della prova.

Un’aula che per un’ora e mezza o poco più, ha visto il mondo all’esame d’italiano, un modello di società multietnica. «Tutti seri e tutti emozionati, tutti puntualissimi. Nessuno escluso per motivi di ritardo», dicono gli esaminatori, i professori Maria Grazia Masciadri, Ivano Colzani, Giovanna Bianchi ed Anna Spazzi. Una «prima volta» anche per loro. Poi hanno valutato i compiti e li trasmetteranno in prefettura. E se qualcuno non fosse passato? Ci sarà la prova d’appello.

 

Maria Castelli

 

http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/184020_primo_test_ditaliano_per_45_immigrati/

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