Cooperazioni e politiche sociali della Regione Emilia — Lombardi nel Mondo

Cooperazioni e politiche sociali della Regione Emilia

Devolution, cooperazione e politiche sociali, ma anche il diritto di voto per gli italiani all’estero e per gli immigrati in Italia. Questi gli argomenti al centro dell’intervista di Andrea Lanzi, direttore di Forum Democratico, rivista edita a Rio de Janeiro, al Presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani, in occasione della sua visita in Brasile.

Devolution, cooperazione e politiche sociali, ma anche il diritto di voto per gli italiani all’estero e per gli immigrati in Italia. Questi gli argomenti al centro dell’intervista di Andrea Lanzi, direttore di Forum Democratico, rivista edita a Rio de Janeiro, al Presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani, in occasione della sua visita in Brasile.

“D. La prima domanda è sulle riforme istituzionali proposte in Italia dalla destra; quali sono le opinioni tue e delle forze che sostengono il tuo governo regionale?

R. La riforma è, diciamo così, l’opposto di un federalismo vero, riaccentra poteri e competenze; dall’altro crea una situazione di tale confusione e sovrapposizione fra i diversi livelli del governo, comuni, province, regioni e stato centrale, da rendere, secondo me, difficilmente praticabile il procedimento legislativo e la gestione della funzione di governo. Il risultato è che si combina una confusione molto grave per il paese.

D. Ci sono le condizioni per bloccare questo progetto? Cosa faranno le forze di sinistra se nel 2006 torneranno a governare? Rifaranno un muro contro muro, maggioranza contro minoranza? Anche il centro sinistra in effetti impose senza un accordo largo una propria legge che non fu mai digerita dal centro destra.

D. Sì, però voglio fare una distinzione. La riforma che fece il centro sinistra nel 2000 vedeva il pieno consenso e anzi la richiesta di procedere da parte di tutte le regioni, sia quelle governate dal centro sinistra sia da quelle governate dal centro destra, di tutti i comuni e delle province; e sostanzialmente riprendeva il testo già approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati e approvato praticamente all’unanimità da tutte le forze politiche. Mentre qui con il progetto del centro destra siamo in una situazione radicalmente differente: non sono d’accordo le regioni di centro destra e di centro sinistra; non sono d’accordo i comuni, non sono d’accordo le province e la prima cosa che bisognerà fare, se malauguratamente questa riforma passasse, sarà andare al referendum. E io credo e auspico che i cittadini italiani vorranno cancellare questa che non solo non è una riforma utile per il paese, ma che crea dei gravi problemi di governabilità.

D. Ok. Cambiamo completamente argomento. Lo scopo della tua missione qua in Brasile insieme anche ai presidenti di altre tre regioni governate dal centro sinistra. Gli incontri che avete fatto, gli altri che avete in programma.

R. Stiamo facendo una esperienza nuova in Brasile. Le quattro regioni – Emilia, Toscana, Umbria e Marche – intendono fare una cooperazione congiunta attraverso una progettualità comune; è la prima volta che questo avviene e lo facciamo qui in Brasile perché abbiamo costruito con il governo federale un accordo che ci vedrà impegnati nei prossimi anni in diversi progetti in cinque territori del Brasile, progetti di sviluppo economico centrati particolarmente sulla costruzione della cooperazione.

D. Scusa se ti interrompo, per cooperazione intendi cooperazione fra i governi?

R. No, no. Mi riferivo alla costruzione del movimento cooperativo. Un contributo sulle questioni fondamentali, dalla sanità all’educazione, cioè i problemi più gravi che vive una parte del Brasile. Siamo poi impegnati in due grandi progetti nazionali del governo federale, “Fame Zero” e “Programma delle cisterne”. Insomma è un progetto molto articolato, molto impegnativo su cui crediamo di poter fare una esperienza molto interessante. Il fatto che quattro regioni, mettendo insieme le loro risorse, mettendo insieme le loro energie, diano vita a una massa critica più forte, rispetto a una singola regione, ha un senso in un paese tanto grande come il Brasile.

D. E i progetti attualmente finanziati dalla regione Emilia Romagna in che modo verranno inseriti in questo quadro che tu hai indicato?

R. Alcuni progetti andranno avanti perché sono già in corso di realizzazione. Altri progetti che si concluderanno in questo anno o nel 2005 potranno trovare una implementazione e uno sviluppo attraverso queste nuove politiche. Per esempio il progetto che abbiamo visitato oggi qua (Il progetto “Casa das Meninas” a Nova Iguaçú, incentrato su una casa di accoglienza per adolescenti vittime di violenza, un centro di formazione professionale, una struttura di assistenza sanitaria rivolta alle donne, ndr) è un progetto sul quale vogliamo continuare a lavorare anche con forme di arricchimento di quella esperienza fin qui fatta, molto positiva e interessante.

D. La mia attività professionale è quella di operatore del patronato INCA CGIL. In questo lavoro si incontrano fasce di nostri connazionali che vivono gravi problemi economici, gravi problemi di salute. Non sarebbe possibile trovare un modo per continuare ad aiutare la popolazione locale ma anche quelli che nella nostra comunità vivono alle soglie della povertà? La comunità italiana si è integrata nel bene e nel male: non è vero che tutti gli italiani hanno fatto fortuna; una grande parte vive le condizioni sociali che investono l’intero Brasile.

R. Noi da tempo portiamo avanti una politica verso le nostre comunità di emiliano romagnoli nel mondo, dai corsi di italiano alle politiche di sostegno per chi è in maggiori difficoltà. Quando parliamo di cooperazione, invece, parliamo di una relazione fra istituzioni brasiliane e istituzioni italiane, in questo caso della nostra regione. Le politiche di sostegno sono un’altra cosa. Ne abbiamo fatte, ad esempio, per l’emergenza argentina. È chiaro che non possiamo fare politiche di mantenimento degli italiani in Brasile. Ci possono essere interventi particolari in situazioni di particolare difficoltà e emergenza.

D. Il centro sinistra, a questo proposito, ha presentato un progetto di legge sull’istituzione dell’assegno sociale anche per gli italiani residenti all’estero.

R. Questa è un’altra cosa. Qui si sta parlando, giustamente secondo me, di avviare una politica di sostegno per le aree di maggiore povertà, compresi i nostri connazionali che vivono all’estero. È una politica sociale di segno universalistico, che secondo me ha un significato importante e di cui bisognerà trovare forme di gestione adeguate.

D. L’ultima domanda. La nostra associazione, che è editrice della rivista Forum Democratico, nelle recenti elezioni dei Comites ha messo fra i punti programmatici il diritto di voto amministrativo per gli italiani residenti in Brasile e lo stesso diritto di elezione nelle elezioni amministrative in Italia per gli extra comunitari. La regione Emilia Romagna su questa tematica più strettamente politica che tipo di posizioni ha? Io so che si sta discutendo di questa cosa in Italia. Come può aiutare questo processo di integrazione degli stranieri nel paese di residenza l’iniziativa politica della Regione Emilia Romagna?

R. Noi su questo siamo d’accordissimo. È giustissimo riconoscere il voto agli emigrati, siano essi italiani che risiedono in altri paesi, siano emigrati provenienti da altri paesi del mondo e residenti in Italia. Tanto è vero che noi, come regione, abbiamo sancito nel nostro statuto questo principio. Tuttavia, questa è una norma nazionale, che può essere risolta solo da un punto di vista nazionale. Noi abbiamo ottenuto, vincendo un ricorso contro il governo, la possibilità di voto almeno nel comune di Forlì, per il voto nei quartieri per gli extra comunitari. Ritengo che questa sia una scelta giustissima, non solo per definire i diritti e i doveri di chi vive nella comunità, ma anche come elemento fondamentale per l’integrazione. Solo se si riconosce nel nostro Paese l’immigrato vi potrà affondare le sue radici”.

Forum democratico

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