D-DAY – Sbarco in Normandia

La storica operazione militare, durante la seconda guerra mondiale, avvenne 77 anni fa

lo sbarco in Normandia fu una delle operazioni più importanti della storia militare sia per la sua complessità strategica e sia per la quantità di uomini e mezzi impiegati. Certamente  fu la più grande invasione anfibia che un esercito abbia mai realizzato, tenendo conto che il suo scopo era aprire un secondo fronte in Europa durante la più grande e tragica guerra mondiale. L’impiego quindi dei mezzi fu senza dubbio imponente. Lo sbarco in Normandia avvenne il 6 giugno 1944, all’alba, e si concentrò in Normandia, nel nord della Francia con lo scopo di aprire un varco fino a Parigi e di far avanzare l’esercito alleato verso ovest per liberare l’Europa e giungere insieme all’Armata Rossa, che proveniva da est, fino a Berlino distruggendo definitivamente il Terzo Reich.

Il progetto

Il progetto dell’invasione ebbe una lunga gestazione. La prima richiesta, fra gli Alleati, di esaminare un piano, affinché si aprisse un secondo fronte in Europa, fu formulata dagli americani e in particolare dal generale George Marshall ma trovò la resistenza di Winston Churchill che preferiva proseguire con una strategia militare suddivisa su più punti di attacco soprattutto nel Nord Africa e in Italia, visione questa contrastata da Stalin che si trovava in una condizioni di seria difficoltà nel settore orientale e chiedeva insistentemente l’apertura di un altro fronte. Le discussioni proseguirono per diversi mesi ed arrivarono ad un punto di vista comune e concreto agli inizi del 1943, quando sir Frederick Morgan, generale di corpo d’armata britannico, poté presentare un piano dettagliato dell’invasione che era stato sviluppato sulla scelta della Normandia come luogo di sbarco. Il piano venne approvato da Roosevelt e Churchill nel luglio del 1943 e l’operazione venne chiamata “Overlord”.

Il D-Day

Il giorno più favorevole, considerando l’influenza della luna sulle maree e le condizioni del tempo, fu individuato nel 6 giugno: denominato D-Day. Ma come era organizzato il nemico? Cosa avevano previsto i tedeschi in caso di attacco? Come si è detto lo Stato Maggiore tedesco non si aspettava un attacco massiccio in Normandia, benché sospettasse che uno dei punti di sfondamento di un secondo fronte dovesse essere sulla linea del Vallo Atlantico, pertanto le difese approntate non erano della stessa forza in tutta la linea difensiva. Ma al di là delle differenze la sostanza della difesa era stata cambiata nel 1943 dall’intervento di Erwin Rommel, il leggendario comandante dell’Afrika Korps che aveva dominato la guerra nel Nord Africa, e che aveva avuto l’incarico da Hitler di organizzare e comandare la difesa della Francia del Nord.

I fatti

Quarantacinque minuti prima dello sbarco le navi cominciarono a cannoneggiare le linee difensive tedesche. Poi avvenne lo sbarco che non fu simultaneo ma seguì il corso delle maree iniziando alle 6,30 sulla spiaggia Utah e proseguendo a ondate continuò fino alle 7,20 sulla spiaggia Sword.

Lo sbarco poi proseguì per altre tre ore con un mare mosso che non permetteva un movimento lineare delle Landing Ship, le barche da trasporto con fondo piatto che contenevano truppe e mezzi. L’approdo più facile avvenne sulla spiaggia Utah dove per un errore di calcolo la fanteria composta da 23.000 unità sbarcò in una posizione diversa da quella prevista e ricevette un contrattacco tedesco più smorzato. Le perdite alleate furono 197 mentre le difese tedesche furono completamente sbaragliate.

La resistenza tedesca non fu all’altezza della situazione, in parte perché Hitler fino al pomeriggio inoltrato non diede a Rommel i rinforzi che quest’ultimo chiedeva temendo che fosse ancora possibile un attacco al Pas de Calais. Tuttavia la forza di sfondamento americana e la quantità enorme di rinforzi e approvvigionamenti che continuavano ad arrivare era difficile da contrastare.

La spiaggia di Omaha, dove furono maggiori le perdite alleate, fu il punto più debole dello sbarco e più volte preoccupò i generali americani sullo stato dell’invasione in quella specifica e strategica zona di attacco. Nei giorni seguenti la notizia dello sbarco, che non aveva raggiunto subito gli obiettivi preposti, fu diffusa come una vittoria fondamentale nell’economia della guerra galvanizzando le resistenze partigiane e costruendo quella speranza che sarebbe stata fondamentale per gli eventi bellici successivi.

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