E gli azzurri iniziano la loro corsa… — Lombardi nel Mondo

E gli azzurri iniziano la loro corsa…

Il debutto di lunedì sera dell’Italia ai mondiali in Sud Africa, 19 milioni di telespettatori, ha misurato il grado raggiunto quest’anno dalla febbre mondiale. Il nostro corrispondente Ettore Grancini ci racconta la Partita di esordio della nazionale italiana per questi mondiali in Sud Africa.

Le partite d’esordio della propria nazionale in un mondiale di calcio attirano sempre grande curiosità, servono a calibrare speranze e attese e catturano l’attenzione anche da parte di quei segmenti di popolazione non abituali consumatori di calcio. Il debutto di lunedì sera dell’Italia ai mondiali in Sud Africa, 19 milioni di telespettatori, ha misurato il grado raggiunto quest’anno dalla febbre mondiale.

 

Il nostro corrispondente Ettore Grancini ci racconta la Partita di esordio della nazionale italiana per questi mondiali in Sud Africa.

Ed ora tocca a noi, forza ragazzi. Ci si prepara nel pomeriggio alla prima partita degli azzurri a Cape Town. Telefonate agli amici italiani per il  ritrovo e sul cosa fare e come andare allo stadio. La giornata non e’ delle migliori, pioggia incessante dalla mattina e, addirittura, sui rilievi e’ comparsa la neve, completamente in anticipo. Beh, sembra che la serata non  inizi nei migliori dei modi. Parcheggio, panino volante e via con bandiera e compagnia in festa, lo stadio apre i cancelli, ma aspettiamo ad entrare. Siamo curiosi e ci fermiamo a vedere i vari tifosi che arrivano. Quello che ci sorprende subito e’ la quantità di persone non nostre connazionali, con le rispettive bandiere, che stanno arrivando. Inglesi, messicani, sudafricani, addirittura vediamo delle bandiere statunitensi, coreani e cinesi. Finalmente arrivano dei pullman e capiamo che la maggioranza degli italiani si e’ organizzata in gruppi e stanno arrivando compatti. Però non e’ la massa che ci aspettavamo. Al contrario la rappresentanza del Paraguay e’ abbastanza nutrita, e, in stile sudafricano, molto vociante e cantante. Si entra ed e’ subito una festa di colori, vuvuleza immancabili che strombazzano, bandiere al vento, anche se molto bagnate per la pioggia che non ci abbandona. Qualche timido accenno a hoola, poi si parte. Le prime emozioni sono di terrore quando la nazionale del Paraguay. Poi la partita non entusiasma, infatti anche il tifo non e’ dei più chiassosi, vuvuleza tralasciando. Ma ecco la doccia gelata: goal dei sudamericani, con conseguenza grande festa dei loro supporter e di quelli neutri, anche se la maggioranza tifa per l’ Italia, e silenzio assoluto da parte nostra, a fissare quel pallone in rete, infrangendo le nostre speranze di fare festa fin dall’ inizio. Intervallo. Ecco l’ omino con le bibite calde, e anche se I caffè’ e’ di quella acqua colorata, e’ una manna che aiuta nella notte gelida e piovosa. Al rientro delle formazioni non c’ e’ Buffon. Sugli

spalti si fanno le diagnosi cliniche piu’ disparate per capire cosa sia successo. Si ricomincia. Si cerca di rincuorare i ragazzi, qualche accenno di tifo, ma lontano da quello che siamo abituati a sentire negli stadi italiani, qui di tifo organizzato neanche l’ ombra. Ed ecco finalmente il goal liberatore, gioia degli italiani, soprattutto per la comunità qui residente. Poi non molto fino alla fine. Quando si esce sembra che la festa sia finita, e noi, abituati al tifo dei Bafana Bafana, chiassoso, felice, danzante anche con

un pareggio, ci rimaniamo male. Sembra che I nostri connazionali non abbiano quello spirito di festa caratteristico di una campionato del mondo, dove popoli e culture diverse si incontrano per un evento festoso. Con le bandiere avvolte salgono quasi silenziosamente sui pullman, il corteo che nella zona obbligatoria pedonale riporta in città non fa festa, parla solo con commenti tecnici, sento tanti allenatori non condividere alcune scelte di gioco. Allora ci fermiamo a ristorarci in un pub, ed ecco la festa ricominciare, sento musica, vedo tricolori, gente variopinta e festosa. Ma quando entriamo ci accorgiamo che sono messicani, quindi con la nostra bandiera, ma con il loro simbolo nel mezzo. Poco male, qualche italiano si lascia andare e si fa contagiare dalla festa. E che cavolo, e’ stata solo la prima partita ed e’ finita con un pareggio, forza, la festa continua.

 

Ciao

Ettore

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