Il primo dibattito televisivo tra Obama e Romney — Lombardi nel Mondo

Il primo dibattito televisivo tra Obama e Romney

Mercoledì 3 ottobre 2012 avrà luogo il primo dei tre dibattiti televisivi tra i due candidati alla Casa Bianca, il presidente in carica Barack Obama e il suo sfidante Mitt Romney

A poco più di un mese dalle elezioni presidenziali americane, il primo dibattito televisivo tra Obama e Romney sembra essere una delle ultime possibilità per il candidato repubblicano di dare una svolta a una corsa in cui continua a prevalere l’attuale presidente.

I commentatori politici pensano che Romney non abbia più molto tempo per cambiare l’andamento della contesa perché le pre-elezioni sono vicine, e sarà costretto a tentare un rischioso colpo da ko. Gli sarà già difficile controbattere Obama colpo su colpo e  dovrà inventarsi qualcosa di veramente efficace se vuole batterlo negli stati altalenanti e decisivi come potrebbe dimostrarsi il Colorado.

Allo stato attuale delle cose non è nemmeno chiaro che cosa debba raccontare Romney per attrarre gli elettori indecisi che se non si sono schierati fino ad ora potrebbero continuare a esserlo o addirittura  chiamarsi fuori dai giochi, e non andare nemmeno a votare.

D’altra parte quanti americani seguiranno davvero il dibattito e quanta influenza avrà sulle loro intenzioni di voto? Se fosse un evento sportivo le cose sarebbero ovviamente diverse.

L’entourage di Romney è convinto della validità del dibattito nonostante il danno causato dalle  sue incaute uscite sul 47% degli elettori di Obama che dipendono dagli aiuti governativi. Romney dovrà quindi dimostrare di essere una persona compassionevole, schietta e onesta e di avere un progetto, essere competente e in grado di portarlo a termine.

Il team di Romney spera di ripetere il 1980 quando lo sfidante repubblicano Ronald Reagan demolì Jimmy Carter, che poi sconfisse clamorosamente. Sembra una sfida in salita per Romney, ma non si può mai predire ciò che accadrà. Per capovolgere la situazione Romney deve uscire dallo studio televisivo con la patente di futuro presidente degli Stati Uniti perché se è vero che la leadership di Obama è continuamente messa in difficoltà, non è detto che Romney incarni la persona adatta a sostituirlo.

Le incognite riguardo alle elezioni sono ancora molte perché oltre alla costosa propaganda politica possono subentrare gli imprevisti sulla scena mondiale, ma è opinione abbastanza diffusa che le gaffe di Romney non possano esser cancellate soltanto dall’esito positivo di un dibattito. Il suo problema è sempre legato al suo carattere:  persona non troppo piacevole che nel medesimo tempo non sembra abbastanza deciso  per il ruolo presidenziale.

Romney si trova quindi in una posizione molto delicata per cui deve preparare con estrema cura la sua performance sapendo esattamente che cosa dire, come dirlo, evitando i tentennamenti che urtano più di ogni altra indecisione. Per alcuni analisti Romney deve dimostrare passione, qualità a lui sconosciuta e molto rilevante dal punto di vista emotivo. Tutti  sanno che Romney è in gamba ma a chi desidera guidare il paese serve l’aggettivo “entusiasticamente”” e non la freddezza dell’America delle corporation che non convince l’elettorato affatto americano.

Questo primo dibattito servirà comunque a chiarire  finalmente le posizioni dei due contendenti che non sempre sono apparse nitide agli occhi degli elettori.

Il dibattito presidenziale avrà luogo mercoledì 3 ottobre 2012 all’università di Denver. Il tema principale di questo scontro verterà sulla politica nazionale, sarà diviso in sei periodi di 15 minuti l’uno e sarà moderato dal Jim Lehrer della PBS che introdurrà ciascun periodo con una domanda a ciascun candidato che avrà 2 minuti per rispondere. Il resto del tempo sarà aperto alla discussione e a ulteriori approfondimenti sa parte del moderatore.

Com’è strana la vita ed essere qui a scrivere tecnicamente di un dibattito televisivo che può decidere chi sarà l’uomo più potente del pianeta per i prossimi quattro anni almeno, mentre nelle vene scorrono ancora i lontani impulsi che mi portarono nella mitica Larimer Street di Denver per rivivere e assorbire le sensazioni dettate dalla lettura di “On the Road”.

America strana di ieri, a volte disperata, spesso mal interpretata, ma sempre America.

Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

1 ottobre 2012

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