In difesa di Mitt Romney, almeno questa volta — Lombardi nel Mondo

In difesa di Mitt Romney, almeno questa volta

Il candidato presidenziale repubblicano Mitt Romney ha sconcertato chi lo segue quotidianamente nella sua peregrinazione elettorale con un’interessante dichiarazione riguardante gli oblò degli aerei

Questa volta non me la sento di dare addosso a Mitt Romney reo colpevole di aver reagito a un atterraggio di emergenza della moglie Ann con una delle sue formidabili gaffe. Si è, infatti, chiesto come mai in caso d’incendio all’interno di un aereo non sia possibile aprire il finestrino, afferrare la bombola d’ossigeno che dovrebbe essere alloggiata a portata di mano, suppongo e utilizzarla all0interno della cabina. Cosa che avrebbe certamente ridotto i problemi all’interno dell’aereo privato su cui volava la moglie e che fortunatamente aveva abbastanza ossigeno da permettere un atterraggio senza gravi conseguenze.

Sappiamo tutti che i finestrini degli aerei non si aprono, anzi hanno i doppi vetri e che la loro rottura in volo causerebbe una perdita di pressione fatale, ma chi non ha mai desiderato di poterli aprire?. Suvvia, dichiarate tutti la verità. Chi non ha mai immaginato di aprirli per volare come si usava un tempo o come si fa oggi con i deltaplani, ad esempio? Non penso che la lezione di Icaro abbia impedito a Leonardo di immaginare il volo umano. Ecco a che cosa conduce l’apertura del finestrino.

In fondo, non è vero che tutti i finestrini sono ermeticamente sigillati. Nella cabina di pilotaggio alcuni vetri scorrono, almeno a terra, per le urgenze, per la pulizia dei medesimi, per uscire dall’aereo in caso di estrema necessità.

Se poi consideriamo che Romney ha parlato di sua moglie Ann, le cose sono ancora diverse. E l’amore dove lo mettiamo. Pare che schiere di freudiani e junghiani stiano dibattendo sulla causa che ha spinto un possibile presidente degli Stati Uniti a sognare, anzi forse a voler fuggire da una realtà che si sta rivelando troppo complicata.

Ecco perché questa  volta mi limito a sorridere.

 

Ernesto R Milani

Ernesto.milani@gmail.com

27 settembre 2012

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